Lucretia Estensis de Borgia. Tra biografia e narrazione nelle carte dell'Archivio di Stato di Modena

Gli spazi e i luoghi di Lucrezia

 

L’appartamento di Lucrezia nel Castello estense di Ferrara

Le carte della Camera ducale sono una fonte preziosa per ricostruire i lavori di rinnovamento della parte del castello Estense di Ferrara destinata ad ospitare l’appartamento della giovane Lucrezia giunta da Roma, ovvero l’area della torre marchesana e l’inizio della via coperta. La registrazione di pagamenti di prede, calzina, sabbione suggerisce che le stanze erano affrescate; si sono rinvenuti i pagamenti per l’acquisto di grandi quantità di oro da applicare a cornici e rose intagliate, così come l’impiego del porfido per il pavimento. Si conoscono i nomi dei pittori attivi in questo cantiere come Paolo da Brescia e Michele Costa, Ludovico Marzolini registrati accanto a marangoni e fenestrari, muradori e manoali.

In questa pagina si può osservare l’elenco delle persone pagate il 6 dicembre del 1506 per la fabricha de la duchexa in Chastello. Vi figura ad esempio il nome di Michele Costa, retribuito 3 lire e 18 soldi per un’asse di noce dalla quale si sarebbero dovute ricavare 4 rose per i camarinj de la Duchessa. Riferimenti a rose intagliate e all’impiego di oro sono assai frequenti nelle annotazioni dei pagamenti vergate sui registri della Camera ducale per le stanze di Lucrezia.

Alberto Palladini

 

 

A Lucrezia, giunta a Ferrara nel 1502, viene riservato l’appartamento appartenuto alla suocera Eleonora d’Aragona e dislocato lungo l’ala orientale del Castello fino all’innesto con la Via Coperta, il segmento edilizio che collega il Castello a Palazzo Ducale, ora Palazzo Municipale. Nel gennaio del 1505, all’indomani dell’assunzione di Alfonso al potere, la duchessa avvia un’importante campagna di ristrutturazione delle proprie stanze mentre il marito intraprende nella Via Coperta la costruzione di un proprio appartamento.  I duchi intendono così creare un sistema di ambienti comunicanti per farsi reciprocamente visita senza essere scorti da occhi indiscreti. Muratori, falegnami, lapicidi, intagliatori, pittori e decoratori realizzavano per Lucrezia una suite di stanze che per il massiccio impiego dell’oro e dell’azzurro certo si ispirava alle Sale Borgiane in Vaticano affrescate da Pinturicchio. L’appartamento, non più esistente ma ricostruibile grazie ai registri contabili estensi e alla corrispondenza tra le corti di Ferrara e Mantova, comprendeva un giardinetto pensile con una loggetta, un salotto con poggiolo, la camera nella Torre Marchesana con tele realizzate dai pittori Nicolò Pisano, Garofalo, Domenico Panetti, Michele Coltellini, Ettore Bonaccossi, mazzolino; un oratorio, la camera da letto nel rivellino con il soffitto dorato e dipinto, diversi ambienti di servizio o dalle funzioni non meglio specificate. Nell’agosto del 1506, a cantiere ancora aperto, Lucrezia abbandona improvvisamente l’appartamento in Castello e si trasferisce in Palazzo Ducale. Dopo la congiura ordita dai fratelli Giulio e Ferrante scoperta nel corso di quell’estate, Alfonso intende restituire al Castello la primigenia funzione difensiva e appropriarsi delle sontuose stanze della moglie. Secondo alcuni studiosi, la camera da letto di Lucrezia nel rivellino diventerà di lì a poco lo studio delle pitture del duca ornati dai Baccanali di Giovanni Bellini, Tiziano, Dosso Dossi.

Marialucia Menegatti