Lucretia Estensis de Borgia. Tra biografia e narrazione nelle carte dell'Archivio di Stato di Modena

Le scritture di Lucrezia

 

I Cifrari

Il bifoglio, custodito nel fondo Archivio Segreto Estense, nella serie denominata Cifrario, contiene i sopravvissuti codici e sistemi di cifratura elaborati tra XIV e XVIII secolo dai cancellieri estensi addetti all’operazione di cifratura/decifratura per le corrispondenze segrete. Anonimo e senza data, sul verso una coeva cinquecentesca mano ha semplicemente scritto «Cum Illustrissimo Domino Duci», è conservato nel sotto fascicolo intitolato da mano ottocentesca «Cifre col Duca Alfonso I. Sec. XVI 1a metà». Quest’ultima indicazione e l’esame del tenore del 'testo' del cifrario mi hanno permesso di capire che si tratta del codice utilizzato per la corrispondenza segreta della duchessa di Ferrara, Lucrezia Borgia d’Este, con il suo consorte Alfonso I d’Este, in una delle fasi più drammatiche del ducato ferrarese.

Il codice è basato sul principio della scrittura dissimulata, per cui un testo in chiaro ha in realtà un senso diverso da quello fintamente comunicato. Ricorrendo a un particolare linguaggio convenzionale che, evitando l’uso di simboli, non solo si prestava a non attrarre immediate attenzioni, ma anzi si sarebbe presentato per la sua manifesta innocuità, trasmettendo informazioni veritiere o verosimili, il cifrista attinse al lessico familiare, al più tenero, intimo, perfino banale, conversare tra coniugi. Si tratta di 27 espressioni con cui una madre, affettuosa e trepidante per la salute e la buona educazione dei figli, si rivolge al marito, in quel momento assente, per aver sostegno nella cura della prole, auspicando presto il suo rientro e informandolo anche in merito a quotidiane necessità pratiche di casa, per il cui buon svolgimento richiede l’autorevole intervento del capo famiglia.Poiché Alfonso I d’Este (regnante dal 1505 al 1534) non ebbe figli dalla prima moglie, Anna Sforza, e valutando i riferimenti contenuti nello stesso cifrario, si arriva giocoforza a individuare nella seconda, prolifica, sposa, Lucrezia Borgia (impalmata nel 1501), il secondo corrispondente della conversazione segreta resa possibile con il codice in esame.

Nel bifoglio, su due colonne affiancate sono scritte, a sinistra, le verosimiglianti frasi convenzionali, e, a destra, le corrispondenti autentiche notifiche segrete, politiche e militari. Tutte sono precedute da un numero di corda, da 1 a 27, utile a facilitare la sicura coincidenza tra esse.

Personaggi e riferimenti significativi citati (o non citati), potendo essere identificati e assegnabili a periodi storici ben precisi, diventano elementi guida che permettono infine di collocare il cifrario in una determinata fase della vita di Lucrezia e dello Stato estense. Abbiamo i richiami ai primi due nati, il «puttino grande» e il «puttino piccolo», Ercole (II) e Ippolito (II), rispettivamente nati il 4 aprile 1508 e il 25 agosto 1509. Non è fatto cenno invece di Alessandro, terzo nato vivo nell’aprile 1514. Per una prima datazione, dunque, il codice va collocato tra gli ultimi mesi del 1509 e i primi del 1514. Considerando altri riferimenti si arriva infine a datarlo al 1512, tra giugno e ottobre, quando Alfonso I, dopo la ritirata francese all’indomani della battaglia di Ravenna (11 aprile 1512), era impegnato a Roma, cercando di riappacificarsi con papa Giulio II ed ottenerne la remissione della scomunica.

Merita infine rilevare un’importante chiosa vergata al termine del cifrario: «Et advertite che quando si scrivono queste orationi, adciò habino la importantia che si scrive qui, sempre epsa oratione sii appuntata da ambi dui li capi, hoc modo:: Il puttino sta bene:». Il cifrista (l’umanista e poeta Pietro Antonio Acciaioli, come attesta la grafia) avvisava insomma che le sopraelencate frasi in codice dovevano sempre essere precedute e seguite dai due punti, per mettere in allerta il destinatario, segnalandogli che non stava leggendo una frase da prendere alla lettera, bensì recante un recondito senso da sciogliere.

Questo cifrario, del tutto peculiare, pone un’inevitabile domanda per chi voglia esaminare le missive di Lucrezia: in quante altre lettere ella ha usato la scrittura dissimulata? Quante altre volte, al pari di quegli estranei cui le missive cifrate dovevano risultare insospettabili, abbiamo dato credito solamente alle comunicazioni “superficiali” senza aver possibilità di recuperare un più profondo livello con le più vere informazioni?

 

<Sec. XVI 1a metà>

Cum Illustrissimo Domino Duci

pubblicato in Cito cito volans. Lettere di guerra , cifrari e corrispondenze segrete di Lucretia Estensis de Borgia, a cura di B. Capaci-P. Cremonini,Bologna, 2019.

1 Il puttino grande sta bene

2 per la gratia di Dio

3 et attende ad imparare

4 et il maestro dice che ha bono ingegno

5 Il puttino grande ha un poco di male

cioè uno poco di fluxo

6 è andato tre volte

7 è andato due volte

8 Il puttino piccolo sta bene

9 Il puttino piccolo si fa bello

10 Mastro Ludovico dice che non male alcuno

11 Mastro Sigismondo dice che sarà presto uno gagliardo

12 Messer Aloysio della Regina dice il simile

13 Io sto bene

14 Il fluxo non da impacio al putto

15 Mastro Sigismondo dice chel guarisce

16 Vostra Signoria face bene attendere a li puttini

17 Vostra Signoria faci chel putto grande vadi a scola

18 Vostra Signoria faci curare il putto piccolo

19 Vostra Signoria faci che Bigo attende a le capre

20 Et similmente a le galline de india

21 Et sopra tutto a li cervi

22 Et specialmente al grande

23 Et specialmente al piccolo

24 Et che Barone attendi a le sue galline

25 Et che habi cura che le aque de la fossa

non si marcino

26 Stiamo bene della persona

27 Il cardinale de Aragona si ricomanda a Vostra Signoria

1 Franzesi vanno pur verso Francia

2 Sono in Alexandria

3 Sono in Asti

4 Sono passati li monti

5 Franzesi si fanno forti

6 Intendemo che Franzesi non vi vorriano accordato

7 Intendemo che a Franzesi piace siate accordato

8 Alexandria è persa

9 Intendemo lo Imperatore essere con la Liga

10 Intendemo lo Imperatore harà essere

con il Re di Francia

11 Il Gurgense biasma lo andare a Roma

12 Il Gurgense lauda lo andare a Roma

13 Forzatevi di venire presto a casa

14 Venitiani stanno in pace

15 Gente hispagniole sono giunte in Romagnia

16 Le cose nostre passeranno bene

17 Costoro vogliono pure conditione grande da noi

18 Non è dubio alcuno ch’ el salvaconducto ne sii ropto

19 Costoro vogliono non faciamo sale

20 Vogliono anche la Romagnia

21 Item Cento et la Pieve

22 Senza darne ricompensa

23 Ma ne daranno ricompensa

24 Vogliono anche il censo di 9.000 ducati

25 Vorriano anche uno vice papa in Ferrara in loco

del vicedomino

26 Speriamo havere il Polysine

27 Non è speranza havere il Polysine

Et advertite che quando si scrivono queste orationi, adciò habino la importantia che si scrive qui, sempre epsa

oratione sii appuntata da ambi dui li capi,

hoc modo: : Il puttino sta bene:.

Patrizia Cremonini

 

«Illustrissimo Signore mio etc. Questa sira ale vintequatro hore è venuto dal Bondeno qui uno di Ferrari<a> genero del bailo del Cardinale il quale me ha dicto che la Stelata è persa et lui havere visto et parlato cum il Mancino che era capo de quelli fanti che vi erano dentro, et che lo è passata molta gente et passava tutavia, et erano piene quelle case che sono dreto il borgo dela Stellata et che le galee no sure erano de sotto dala host[a]ria del Bondeno. Mi è parso darne adv[iso] a Vostra illustrissima Signoria per questa spazata per stafeta, la Vostra Signoria me advisarà se meser Nicolò da Est[e] è venuto a lei. Ferrarie, octavo octob[ris]

MDX, Lucretia Ducissa.»

decifrata da Maria Veronica Palma