Lucretia Estensis de Borgia. Tra biografia e narrazione nelle carte dell'Archivio di Stato di Modena

Lucrezia Borgia e Isabella d'Este Gonzaga

Isabella (17 maggio 1474 - 13 febbraio 1539), figlia primogenita di Ercole I e Eleonora d’Aragona, sposò nel 1490 Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, rinsaldando tramite un’accorta strategia matrimoniale l’alleanza politica tra i due stati. Dotata di una forte personalità, educata dai maggiori umanisti in servizio alla corte estense, amante della musica e dell’antico, raffinata collezionista d’arte e colta mecenate ma anche abile donna di governo, Isabella fu una delle più grandi protagoniste del Rinascimento italiano. Di lei si conservano presso l’Archivio di Stato di Modena numerosissime lettere originali inviate al padre Ercole e alla madre Eleonora d’Aragona, ai fratelli Ippolito e Alfonso e ad altri membri della casata. Fra queste si annoverano anche alcune missive indirizzate a Lucrezia Borgia, sua cognata, tra il 1506 e il 1519.

Diverse per carattere e indole, rivali anche in amore (Lucrezia ebbe una appassionata liaison con Francesco Gonzaga, marito di Isabella), il loro carteggio è animato soprattutto dal comune interesse famigliare e dinastico. Così, alla fine del dicembre 1518 Isabella risponde a una lettera di Lucrezia, rallegrandosi per le buone notizie appena ricevute circa la «gionta a salvamento» del fratello Alfonso I presso il re di Francia e la buona accoglienza da lui ricevuta (doc. 31). E sempre attorno ad Alfonso ruota una missiva inviata a Lucrezia nel gennaio dell’anno successivo (doc.32) per scusarsi di non essere riuscita a soddisfare pienamente la richiesta di cotturnici avanzata dal fratello. La distanza e la freddezza che caratterizzarono sempre il rapporto tra le due première dames sembrano tuttavia attenuarsi, per un momento, il 28 gennaio del 1519 (doc. 33) di fronte alla morte di un amico comune, il potente cardinale Luigi d’Aragona († 21 gennaio 1519): «Se anche a vostra excellentia ne pesa et dole, quella ne ha cagione, perché lei et io possemo dir haver perso uno amorevole [amico].»

Maddalena Modesti