Lucretia Estensis de Borgia. Tra biografia e narrazione nelle carte dell'Archivio di Stato di Modena

Lo specchio di carte di Lucrezia

 

L'Archivio è un complesso organico di carte, redate e ricevute da un soggetto produttore, necessarie per adempiere a specifiche attività, mansioni e cariche. Di conseguenza, il corpus documentario spontaneamente sedimentatosi nel corso del tempo è la migliore, più corretta rappresentazione dello stesso produttore che, come in uno specchio, si riflette nel suo archivio, purché quest'ultimo si preservi il più possibile integro, sfuggendo a vari rischi (smembramenti, dispersioni, guasti o incendi). Uno 'specchio di carte' in cui ritrovare la più veritiera immagine della duchessa Lucrezia Borgia, sposa dal 1501 di Alfonso I d'Este, è ancora rintracciabile all'interno del fondo Archivio Estense. Obsoleti criteri hanno indotto lontani archivisti a 'ridistribuire' in varie serie le carte afferenti all’archivio privato di Lucrezia, ma una ricerca attenta può ancora individuarle.

 

 

Non si tratta di un comune archivio personale, essendo il suo produttore una influente donna di potere e di governo, giunta alla carica di duchessa degli Stati Estensi (1505) dopo aver dimostrato considerevoli capacità politico-amministrative (Governatrice di Spoleto 1499, Signora di Nepi 1499, Signora di Sermoneta 1550). Come ogni persona esercitante un potere pubblico, le sue azioni poterono concretarsi tramite i propri officiali, una nutrita rete di valide e fedeli persone: secretarii, cancelleri, exibitori, camerieri, correri, familiari. Pronti ad elaborare, redigere, cifrare, custodire, ordinare, raccogliere, accumulare le carte necessarie al raggiungimento degli scopi da lei prefissati erano in particolare i suoi segretari personali, coadiuvati da altri cancellieri, di fatti i concreti produttori d'archivio. Nei suoi 17 anni ferraresi, nel complesso furono quasi una decina i segretari, alternandosi al suo servizio ogni uno o due anni circa. Le missive di Lucrezia inviate a membri della casa d'Este, interamente autografe o scritte da altri e da lei solamente firmate, si trovano ora in una sola busta a lei intestata, lì riunite da lontani archivisti, ma, essendo state spedite, ragionevolmente in origine dovevano trovarsi presso i destinatari e non la mittente. 

Altre carte si rivelano ‘Lucreziane’ esaminandone il tenore, come le istruzioni con cui ella assegnava specifiche missioni ai suoi collaboratori. Afferiscono al suo archivio personale anche le lettere ricevute e i documenti in vario modo acquisiti. A questo gruppo documentario appartengono le epistole inviatele dalla famiglia d'origine (la madre Vannozza, il padre Alessandro VI, il fratello Cesare), dai membri dell'acquisita famiglia ferrarese, da sovrano e principi d'Italia, da influenti religiosi (il Custode di Terra Santa), da ambasciatori. Rilevante è il nucleo di atti pubblici, in originale ed in copia (di Alessandro VI, dei re di Napoli e di Spagna). Alcuni attestano suoi personali diritti giuridico-patrimoniali e sono relativi al periodo pre-estense, altri comprovano ragioni giuridiche dei primi figli (Giovanni e Rodrigo) e di alcuni fratelli (Juan, Cesare, Goddredo). Significativi sono alcuni registri di amministrazione. Considerare unitariamente tali documenti, quali parti di un originario, organico archivio, esito e strumento al tempo stesso delle azioni e delle strategie della duchessa estense, può favorire la conoscenza di chi fu veramente Lucrezia. 

Patrizia Cremonini