Lucretia Estensis de Borgia. Tra biografia e narrazione nelle carte dell'Archivio di Stato di Modena

Lucrezia Borgia imprenditrice

El bellissimo balasso senza foglia cum perla a n.20 have la signora a dì 24 septembre 1517, disse per impegnare per pagare buffalle è ciò che leggiamo a carta 42r dell’Inventario delle Gioie (1516-1519), (doc. 28). Questo meraviglioso elenco di lussuosi beni che furono in possesso di Lucrezia Borgia, oltre a fornirci preziose informazioni sulle ricchezze personali della duchessa e sulla straordinaria quantità e qualità di monili, vesti, arredi sacri che le appartennero, veicola anche questa importantissima nota circa le sue attività imprenditoriali. Come si attesta nel Memoriale di Computisteria (doc.38), Lucrezia fece giungere da Roma delle bufale con l’aiuto dell’amico e banchiere Agostino Chigi nel 1516 con l’intento di promuoverne l’allevamento. A questa curiosa testimonianza se ne devono collegare numerose altre, conservate presso l’Archivio di Stato di Modena e l’Archivio di Stato di Ferrara, a comporre un quadro coerente delle transazioni patrimoniali della Borgia. Sebbene la successiva storiografia e la letteratura artistica non siano state clementi con la duchessa, alcuni suoi contemporanei, come il corrispondente da Ferrara di Isabella d’Este, El Prete, sottolinearono invece l’astuzia, l’intelligenza, e il fiuto per gli affari di Lucrezia. Ed infatti, quietato l’annoso problema della discendenza con la nascita, nel 1508, del futuro duca Ercole II, Lucrezia entrò nel vivo delle attività di gestione del ducato sostituendo spesso il marito Alfonso come reggente.

L’impegno della duchessa si manifestò con l’opera di bonifica di alcuni territori nelle valli del Polesine di Ficarolo di Ariano, Conselice e Argenta, per citarne solo alcuni. I terreni che la Borgia acquisì vennero tutti, nell’arco di alcuni anni, risanati e resi utili all’allevamento e all’agricoltura e quindi amministrati direttamente o concessi a terzi. Certo non stupisce allora leggere, in alcune lettere inviate da Lucrezia durante i periodi di sua reggenza, come ella discorresse di dighe, acque e moline, interessandosi in prima persona della gestione dei propri interessi economici. Tali attività vanno lette però anche in relazione alla sua spiritualità. Nel corso dello scambio epistolare con Tommaso di Caiano, confessore e interlocutore privilegiato della duchessa all’emergere, da parte di Lucrezia, della preoccupazione che tutte le sue ricchezze potessero precluderle il retto cammino cristiano, era conseguito un consiglio sulla doverosa oculatezza nelle spese e sull’edificante prodigalità verso il prossimo. Alla luce di questo dato, si può meglio dar ragione della condotta imprenditoriale intrapresa, fortemente improntata allo sviluppo di un circolo virtuoso fatto di acquisizioni ed investimenti che generarono benefici per i territori interessati e per i suoi abitanti: in Lucrezia necessità spirituali e gestione materiale dei beni si intrecciarono nel generare concretamente una più astratta idea di utilità sociale. Al fecondo immaginario legato alla celebre duchessa Lucrezia Borgia, si deve pertanto associare questo più recente e importante dato, quello di essere stata un esempio di moralità, attiva cristianità e pia devozione.

Diane Ghirardo