Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna
Corrado Ricci
Gli studi pionieristici di Corrado Ricci (a cura di Sebastiana Nobili)
Corrado Ricci (Ravenna 1858 - Roma 1934), si laurea in legge a Bologna ma coltiva soprattutto interessi artistici e letterari. Impiegato alla Biblioteca Universitaria di Bologna dal 1882 al 1892, pubblica intanto scritti creativi e lavori eruditi. Riesce poi a passare al settore dei musei, dove svolge una brillante carriera che lo porta a dirigere Brera e gli Uffizi. Dal 1906 viene chiamato alla direzione di Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione. La sua produzione si articola in tre filoni: i saggi sulle arti figurative, tra i quali Le tavole storiche dei mosaici di Ravenna (1930-37), a testimonianza dell’interesse per la sua città, che lo conduce a scrivere anche una Guida di Ravenna [1]; le ricerche di tipo storico-aneddotico e i lavori danteschi. Cura l’edizione della Divina Commedia illustrata nei luoghi e nelle persone (1898), corredata di un ricco apparato fotografico [2], e scrive numerosi saggi, poi pubblicati nelle raccolte Pagine dantesche (1913), e Cogliendo biada o loglio [3]. Qui affronta questioni esegetiche e propone nuove ipotesi sui presupposti biografici della Commedia, soffermandosi sugli ultimi anni del poeta a Ravenna (L’ultimo rifugio di Dante Alighieri [4]) e sui personaggi romagnoli nella Commedia. Nel 1919 Corrado Ricci si dimette dalla carica prestigiosa di direttore di Antichità e Belle Arti presso il Ministero. Benché sostanzialmente apolitico, aderisce al fascismo e la sua carriera ne riceve un rilancio: nominato senatore nel 1923, viene insediato a capo della Commissione centrale per le Antichità e Belle Arti. Noto per la sua attività nel campo del patrimonio archeologico e artistico nazionale, come dantista Ricci ha il merito di avere compiuto una pionieristica ricerca sugli archivi di Ravenna, allo scopo di dimostrare l’esistenza del cenacolo di amici e allievi costituitosi intorno a Dante esule (Gli ultimi anni di Dante) [5], ora confermato dalle più recenti campagne di ricerca. A partire dalla narrazione boccacciana Ricci scandaglia fondi dell’archivio comunale e di quello arcivescovile, alla ricerca della verità sull’«ultimo rifugio» dell’autore della Commedia (I rifugi dell’esule [6]; Dante e Ravenna [7]; Ore ed ombre dantesche [8]). Nonostante le esagerazioni dell’immagine di un Dante quasi più ravennate che fiorentino, non si può non riconoscere a Ricci una lungimirante attenzione all’ultima produzione dell’Alighieri e al cenacolo che Dante raduna intorno a sé in Ravenna, anticipando per molti aspetti l’Umanesimo.
Divina Commedia illustrata nei luoghi e nelle persone, a cura di Corrado Ricci, Milano, Ulrico Hoepli, 1898.
Corrado Ricci, Gli ultimi anni di Dante, conferenza letta nella sala di Dante in Orsammichele a Firenze, Firenze, Sansoni, 1914.
Corrado Ricci, I rifugi dell’esule, lettura fatta nella Casa di Dante in Roma, Firenze, Sansoni, 1915
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Dante and Ravenna. Corrado Ricci’s pioneering studies
Corrado Ricci (Ravenna 1858 - Rome 1934), graduated in law from Bologna but mainly cultivated his artistic and literary interests. Whilst employed by the University Library of Bologna from 1882 to 1892, he published creative writings and scholarly works. He then switched to the museum sector. His brilliant career led him to direct the Pinacoteca of Brera and the Uffizi. In 1906, he was appointed director of Antiquity and Fine Arts in the Ministry of Education. His work falls into three groups: essays on the figurative arts such as Le tavole storiche dei mosaici di Ravenna (‘The Historical Panels of the Ravenna Mosaics’, 1930-37), which conveys the persistent fascination with the city of his birth that also drove him to write Guida di Ravenna (‘A Guide to Ravenna’) [1]; anecdotal historical research; and the works of Dante. He edited Divina Commedia illustrata nei luoghi e nelle persone (‘The Divine Comedy Illustrated in Places and People’, 1898 [2]) and wrote numerous essays published in the collections Pagine dantesche (‘Dantean Pages’, 1913) and Cogliendo biada o loglio (‘Gathering Fodder or Ryegrass’) [3]. In these essays, he addresses exegetical questions and puts forth new hypotheses about the biographical foundations of the Comedy, focusing on the poet’s final years in Ravenna (L’ultimo rifugio di Dante Alighieri, ‘Dante Alighieri’s Last Refuge’) [4] and characters from Romagna in the Comedy. In 1919, Corrado Ricci resigned from the prestigious office of director of Antiquity and Fine Arts at the ministry. Although largely apolitical, he joined the fascist party. His career received a boost: he was appointed a senator in 1923 and was appointed head of the Central Commission for Antiquities and Fine Arts. Although known for his work in the field of Italy’s archaeological and artistic heritage, as a Dantist Ricci is credited with carrying out pioneering research on the Ravenna archives to prove the existence of the circle of friends and students that formed around the exiled Dante (Gli ultimi anni di Dante, ‘Dante’s Final Years’) [5]. More recent research has confirmed his findings. Starting from Boccaccio’s biography of Dante, Ricci dove into municipal and archdiocesan archives in search of the truth about the «last refuge» of the Comedy’s author (I rifugi dell’esule, ‘The Havens of Exile’ [6]; Dante e Ravenna, ‘Dante and Ravenna’ [7]; Ore ed ombre dantesche, ‘Dantean Hours and Shadows’) [8]. If Ricci exaggerated in painting the poet as rather more Ravennate than Florentine, his far-sighted attention to Alighieri’s final work and the circle he gathered around himself in Ravenna – presaging, in many ways, Humanism – is remarkable.