Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna

Umberto Eco

Tra medievalismo e contemporaneità: il Dante di Umberto Eco (a cura di Costantino Marmo)

Umberto Eco (1932-2016), è stato professore di Semiotica all’Università di Bologna dal 1972 al 2008. Dopo la tesi di laurea sull’estetica di Tommaso d’Aquino (1956) si è occupato di avanguardie in ambito musicale e artistico, di comunicazioni di massa, di semiotica. Nel 1980 ha esordito nella narrativa con Il nome della rosa, dando impulso agli studi nell’ambito del medievalismo; a questo sono poi seguiti altri sei romanzi.

Dante ha accompagnato la carriera intellettuale di Eco, che ha offerto saggi su temi danteschi, tra cui la non-ortodossia tomista dell’Epistola XIII [1]; il rapporto tra volgare e latino nel De vulgari eloquentia; le posizioni sulla lingua adamitica [2]; il contributo dantesco all’italiano contemporaneo [3]; le interpretazioni esoteriche di Dante [4]. Oltre ad articoli divulgativi [5], numerosi sono i riferimenti occasionali a passi della Commedia nella Storia della Bellezza [6], nella Storia della Bruttezza [7], nella sua monografia sulle esperienze di traduzione, nel titolo dell’ultima raccolta di ‘Bustine di Minerva’ [8]; o nella raccolta di alcune di queste ultime (come quella che prende spunto dal rifiuto da parte di Dante di attribuire a Eva il primo atto di linguaggio).

Notevoli poi le parodie di sottogeneri testuali che prendono a oggetto opere dantesche. Tra queste la parodia del rifiuto editoriale, in cui accanto alla Commedia ricevono rapporti negativi di lettura diversi classici della letteratura mondiale [9], oltre alla celebre intervista impossibile a Beatrice Portinari (link); al medaglione per un concorso a cattedra di cosmologia generale cui nel 1320 avrebbero partecipato oltre a Dante, Cecco d’Ascoli e Ristoro d’Arezzo [10]; ai giochi del ‘Libro mascherato’ [11] o all’anacronistico inedito di Dante su Saussure [12]. In una raccolta di scritti sulla bibliofilia, mette in scena il monologo interiore di un e-Book che contiene la Commedia e la scorre dalla selva oscura alla visione beatifica [13].

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From medievalism to the contemporary: Umberto Eco’s Dante

Umberto Eco (1932-2016) was a professor of Semiotics at the University of Bologna from 1972 to 2008. After completing his thesis on the aesthetics of Thomas Aquinas (1956), he dedicated his work to the avant-garde in music and art, mass communications and semiotics. He made his fiction debut in 1980 with The Name of the Rose, providing impetus to the field of medievalism; six more novels followed.

Dante shadowed the intellectual career of Eco, who penned essays on such Dantean topics as the anti-Aquinian positions of Epistola XIII [1]; the relationship between the vernacular and Latin in the De vulgari eloquentia; Dante’s opinions about Adamic language [2]; the poet’s contribution to contemporary Italian [3]; and the esoteric interpretations of Dante’s poetry [4]. In addition to educational articles [5], Eco made numerous references to passages of the Comedy in his books On Beauty [6] and On Ugliness [7], in the book about his translation experiences, as well as in the title of his final collection of La Bustina di Minerva (‘Minerva’s Matchbook’) short essays [8], or in some of these short essays, like the one  starting from Dante’s refusal to acknowledge to Eve the first speech act.

His literary subgenre parodies targeting Dante’s work are remarkable. These include parodies of publisher rejections – classics of world literature such as the Divine Comedy receive negative reader’s reports [9]– as well as a famous ‘impossible interview’ of Beatrice Portinari (link), or the contest judgement for a professorship of General Cosmology held in 1320 with the partecipation of Dante, Cecco of Ascoli, Ristoro of Arezzo [10]; the games of  the ‘Libro mascherato’ [‘Masked Book’] [11]; or Dante’s  anachronistic unpublished  essay on Saussure [12]. In a collection of articles on bibliophilia, he presents the stream of consciousness of an e-Book containing Dante’s Comedy [13].