Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna

Latinisti

I latinisti bolognesi per Dante: Giuseppe Albini e Giovanni Battista Pighi (a cura di Anna Gabriella Chisena)

Giuseppe Albini (Bologna 1863-1933) tenne la cattedra di Lingua e letteratura latina all’Università di Bologna dal 1905 fino alla morte. Alternò l’attività filologica a quella letteraria e fu poeta bilingue, in italiano e in latino. Fu rettore dell’Ateneo dal 1927 al 1930; ma anche consigliere del Comune di Bologna fin dal 1906, poi senatore del Regno (1924) e vicepodestà di Bologna (1927).

Agli studi di filologia latina affiancò l’attività di italianista. Le indagini dantesche ebbero il loro esito maggiore nella prima edizione critica con commento e traduzione delle Eclogae di Dante [1] [2], ma si interessò anche a questioni particolari [3], fra cui la presenza della musica nella poesia dantesca, argomento discusso già nella lettura di Purgatorio II (1902)  [4], e poi affrontato in un discorso inedito, intitolato la Musica in Dante [5].

Delle sue numerose lecturae Dantis sono state pubblicate solo le fiorentine (Paradiso IV, 1904 e Paradiso XX, 1913) mentre sono inedite alcune conferenze [6] il cui testo si conserva, con altri materiali, nel fondo Albini della Biblioteca Ezio Raimondi, dove è custodito anche il ricco epistolario che testimonia i rapporti istituzionali con la Società Dantesca e quelli personali con Michele Barbi [7] [8].

Membro del comitato bolognese per le celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante, il 12 giugno 1921 inaugurò la cerimonia ufficiale con una solenne lezione nell’aula magna dell’Archiginnasio [9]. Il centenario è anche oggetto di un articolo destinato al grande pubblico [10].

Il culto di Albini per Dante emerse anche in componimenti originali, tra cui una poesia intitolata Dante apparsa nella raccolta Poesie Varie [11],  la corona di sonetti intitolata Dante, pubblicata in Poesie (1901) [12], e l’elegia latina Ravenna (1911), poi tradotta in endecasillabi, i cui versi finali evocano Dante esule e il sepolcro del poeta [13].

Giovanni Battista Pighi (1898-1978), professore di Letteratura latina dal 1946 al 1968, nel 1961 ha raccolto e pubblicato le poesie latine di Giuseppe Albini, in parte inedite e in parte divulgate in maniera frammentaria, fra cui l’elegia Ravenna [13]. Tali pubblicazioni sono state precedute da un attento studio condotto dalla allieva Carla Bolognesi nella sua tesi di laurea su L’opera di Giuseppe Albini. [14]

In occasione del settimo centenario dalla nascita del poeta (1965) riunì in una nuova edizione la corrispondenza poetica fra Dante e Giovanni del Virgilio e l’epistola di quest’ultimo al Mussato, pubblicate separatamente da Albini (1903 e 1905) [15]. Nello stesso anno dedicò inoltre uno studio alle peculiarità del latino poetico dantesco nell’articolo De poetica Dantis Latinitate [16] e offrì una nuova traduzione in prosa della corrispondenza poetica fra Dante e Giovanni del Virgilio [17].

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Bologna’s Latinists for Dante: Giuseppe Albini and Giovanni Battista Pighi

Giuseppe Albini (Bologna 1863-1933) taught Latin Language and Literature at the University of Bologna from 1905 until his death. He alternated philological and literary activities and was a bilingual poet, composing in Italian and Latin. He was a rector of the University from 1927 to 1930 as well as councillor of the City of Bologna from 1906, senator of the Kingdom of Italy (1924) and vicepodestà of Bologna (1927). In addition to his studies of Latin philology, he was an Italianist. The most significant product of Albini’s work on Dante was the first critical edition, with commentary and translation, of Dante’s Eclogues [1] [2]. Yet he also took an interest to other dantean topics [3], among  which the role of music in Dantean poetry, a subject addressed in his reading of Purgatorio II (1902) [4] and in an unpublished speech entitled Music in Dante [5]. Of his numerous lecturae Dantis, only those delivered in Florence have been published (Paradiso IV, 1904 and Paradiso XX, 1913), while the texts of several unpublished conferences [6] have been preserved, with other materials, in the Albini collection at the Biblioteca Umanistica “Ezio Raimondi”. A rich collection of letters, testifying to his institutional relationship with the Società Dantesca Italiana and personal one with Michele Barbi [7] [8], is also kept there. Giuseppe Albini was also a member of the Bolognese committee for celebrations in honour of the 600th anniversary of Dante’s death. He inaugurated the official ceremony on 12 June 1921 with a solemn lecture held in the Archiginnasio’s auditorium [9]. He also penned an article about the anniversary for the general public [10]. Albini’s worship of Dante also emerged in such original compositions as his poem Dante, published in the collection Poesie Varie [11], his crown of sonnets “Dante”, published in the collection Poesie (1901) [12], and the Latin elegy “Ravenna” (1911), later transformed into hendecasyllables. The elegy’s final verses evoke Dante’s exile and the tomb of the poet [13]. Giovanni Battista Pighi (1898-1978), professor of Latin literature from 1946 to 1968. He collected and published Giuseppe Albini’s Latin-language poems in 1961, some of which already published and others previously unknown; the elegy “Ravenna” numbers among these [13]. He also directed a thesis on Albini’s works by Carla Bolognesi [14]. In honour of the 700th anniversary of Dante’s birth (1965), Pighi united the poetic correspondence between Dante and Giovanni del Virgilio and the latter’s epistle to Mussato, published separately by Albini (1903 and 1905), in a new edition [15]. In the same year he devoted an article to the peculiarities of Dante’ Latin language [16] and offered a new prose translation of the poetic correspondence between Dante and Giovanni del Virgilio [17].