Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna
I centenari
Ravenna e i centenari danteschi (a cura di Nicolò Maldina)
Il centenario del 1865
Il sesto centenario della nascita di Dante, celebrato nel 1865, costituisce un momento di fondamentale importanza nella definizione di un culto laico inteso a celebrare Dante come poeta civile e profetico anticipatore dell’indipendenza dell’Italia, e quindi autore cardine del paradigma identitario nazionale. I festeggiamenti ebbero il baricentro a Firenze, che aveva dato i natali al poeta ed era da pochi mesi la capitale del neonato Regno d’Italia. Tuttavia, Ravenna, nella quale Dante trovò rifugio nell’ultima parte della sua vita e nella quale morì nel 1321, riuscì a giocare un ruolo di primo piano. Proprio in quell’anno, il 27 maggio, nel corso di lavori di ristrutturazione della Basilica di san Francesco, furono fortuitamente ritrovate le ossa di Dante, conservate in una cassetta di legno rinvenuta abbattendo un tratto di muro nei pressi della cappella di Braccioforte [1][2][3][4]. Il ritrovamento ebbe larga eco in Italia e all’estero e contribuì ad assicurare a Ravenna un ruolo di primo piano nel contesto delle celebrazioni e a rafforzarne l’identità di città dantesca [5]. Le ossa di Dante furono esposte al pari di una reliquia e poi collocate nella Tomba neoclassica progettata dall’architetto Camillo Morigia (1743-1795) ed eretta nel 1780-1781.
Giambattista Giuliani (dantista), Nella solenne deposizione delle ritrovate ossa di Dante nell’antico loro sepolcro, discorso recitato in Ravenna il 26 di giugno 1865, Firenze, Le Monnier, 1865
Parole pronunciate dal conte cav. Gioacchino Rasponi sindaco di Ravenna il giorno 24 giugno 1865, in occasione del sesto centenario della nascita di Dante Alighieri, Ravenna, Tipografia Angeletti, 1865
Atto solenne notarile fatto d’ordine dell’Onor. Municipio di Ravenna per constatare legalmente il reperimento delle ossa di Dante, Ravenna, Stamperia Nazionale, 1865
Il centenario del 1921
Nel 1921 si celebrò il sesto centenario della morte di Dante, avvenuta nel 1321 a Ravenna, perciò la città fu l’epicentro delle celebrazioni, anche grazie al ritrovamento delle ossa di Dante avvenuto nel 1865 [6][7]. La Giunta comunale deliberò una nuova ricognizione delle ossa, di cui furono incaricati gli antropologi Giuseppe Sergi e Fabio Frassetto. Quest’ultimo proseguì gli studi sino a pubblicare nel 1933 la monografia Dantis ossa [8]. Le celebrazioni furono inaugurate il 14 settembre 1920, con un discorso dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione, Benedetto Croce, nel refettorio Camaldolese della Biblioteca Classense, che fu ribattezzato col nome di “Sala Dantesca” [9]. Il 13 settembre 1921 un corteo si mosse per le strade di Ravenna secondo una coreografia concepita da Gabriele d’Annunzio [10][11]. Il centenario del 1921 vide la partecipazione delle istituzioni ecclesiastiche, con l’enciclica “In preclara summorum” emanata da Benedetto XV. Un ruolo centrale ebbe Monsignor Giovanni Mesini (1879-1969), Rettore della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, che promosse anche la pubblicazione del periodico “Il VI centenario dantesco. Bollettino del Comitato cattolico per l’omaggio a Dante Alighieri” (1913-1921), e dell’Albo «Il VI Centenario dantesco» (1921) [12].
Santi Muratori, Per la storia del sepolcro di Dante: scavi e documenti, estratto da Ricordi di Ravenna medioevale, per il 6. Centenario della morte di Dante, Ravenna, Società tipo-editrice ravennate, 1921.
Ricognizione sulle ossa di Dante fatta nei giorni 28-31 ottobre 1921, memoria dei Prof.ri Fabio Frassetto, Santi Muratori e Giuseppe Sergi e del socio Corrado Ricci, Roma, Tip. della R. Accademia nazionale dei Lincei, 1923.
Fabio Frassetto, Dantis ossa. La forma corporea di Dante. Scheletro, ritratti, maschere, busti, Bologna, Regia Università, 1933.
Benedetto Croce, Il sesto centenario dantesco e il carattere della poesia di Dante: discorso del ministro della Pubblica istruzione Benedetto Croce letto nella Sala di Dante a Ravenna il 14 settembre 1920, Firenze, G.C. Sansoni, 1920
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Ravenna and the Dante anniversaries
The anniversary of 1865
The 600th anniversary of Dante’s birth, celebrated in 1865, was a moment of fundamental importance in the creation of a secular cult celebrating Dante as a civil poet and prophetic forerunner of Italy’s independence, and therefore a key author of Italian national identity. The celebrations centred on Florence. Dante’s birthplace had become the capital of the newly founded Kingdom of Italy a few months before. Yet Ravenna, where Dante found refuge in the last part of his life and died in 1321, also played a leading role. On May 27 of that same year, the renovation of the Basilica of San Francesco led to the inadvertent discovery of Dante’s bones, stored in a wooden box found by knocking down a section of wall near the Braccioforte chapel [1][2][3][4]. The discovery echoed across Italy and abroad, helping to ensure Ravenna’s prominence in the celebrations and strengthening its identity as a Dantean city [5]. Dante’s bones were displayed like a relic before being placed in the neoclassical tomb designed by the architect Camillo Morigia (1743-1795) and erected in 1780-1781.
The 1921 anniversary
The 600th anniversary of Dante’s death was celebrated in 1921. As the place where he died in 1321 and where his remains were uncovered in 1865, Ravenna was at the heart of the celebrations [6][7]. The city council voted for a new examination of the skeleton under the leadership of anthropologists Giuseppe Sergi and Fabio Frassetto. Frassetto continued his studies, publishing the monograph Dantis ossa in 1933 [8]. The celebrations were inaugurated on 14 September 1920 with a speech by Minister of Education Benedetto Croce in the Camaldolese refectory of the Classense Library, which was then renamed the “Dantean Room” [9]. A procession moved through the streets of Ravenna on 13 September 1921, following the choreography conceived by Gabriele d’Annunzio [10][11]. Ecclesiastical institutions participated in the 1921 anniversary with the publication of the encyclical «In praeclara summorum» by Benedict XV. Monsignor Giovanni Mesini (1879-1969), the rector of the Basilica of Sant’Apollinare Nuovo, played a central role, sponsoring the publication of the journal «Il VI centenario dantesco. Bollettino del Comitato cattolico per l’omaggio a Dante Alighieri» (‘The 600th Anniversary of Dante. Bulletin of the Catholic Committee for Homage to Dante Alighieri’) (1913-1921), and of the illustrated book «Il VI centenario dantesco» (1921) [12].