Dall’Alma Mater al mondo. Dante all’Università di Bologna

Lettori antichi

«Bononia in Italia est mater studii, et nutrix omnium scientiarum» (Benvenuto da Imola, Inf. XXIII, 142): Dante, i Professori dello Studium e i suoi primi lettori a Bologna (a cura di Giuseppina Brunetti)

Fra gli intellettuali e i più antichi professori universitari che colsero il valore della poesia dantesca alcuni furono attivi a Bologna: 

Giovanni del Virgilio (ante 1300-post 1327), lettore di classici e grammatico allo Studium, noto per la sua ‘corrispondenza poetica’ con Dante. Celebri i suoi commenti alle Metamorfosi di Ovidio. [1]
Il Comune di Bologna lo assunse per leggere i classici latini come «magister ad poesim versificaturam et auctores legendos» [2]

Pietro da Moglio (ante 1313-ante 1383), professore di grammatica e retorica, amico di Petrarca. Un manoscritto delle Egloghe dantesche conservato a Napoli [3] è copia di un codice da lui impiegato durante le lezioni.  

Biagio da Perugia, di cui ci resta solo una nota d’archivio secondo cui nel 1395 era stipendiato dal Comune di Bologna per leggere la Commedia «diebus festivis» [4]

Altri professori bolognesi devono a Dante la loro notorietà: 

Francesco d’Accursio (1225-1293), professore di diritto romano le cui glosse si trovano in numerosi manoscritti [5]. Dante lo colloca fra i sodomiti di Inferno XV. 

Taddeo Alderotti (1223-1295), professore di medicina e autore del volgarizzamento di una epitome latina dell’Etica Nicomachea di Aristotele detta Summa Alexandrinorum [6]. Dante lo ricorda come «colui che trasmutò lo latino dell’Etica» (Convivio I, x, 10)

Anche tra i primi esegeti della Commedia alcuni sono legati a Bologna: 

Benvenuto da Imola (ca. 1330-ante 13 agosto 1388) fu forse il più celebre e importante commentatore della Commedia. Il Comentum a Dante, perfezionato e completato durante il successivo esilio ferrarese, nasce dalle letture dantesche fatte proprio a Bologna, probabilmente prima del 1375. In questa bacheca si espongono alcuni codici latori di quei classici tanto amati, studiati e insegnati da Benvenuto [7-9]

Iacomo della Lana (post 1278-post 1358): fu il primo a commentare in volgare e integralmente la Commedia e il suo commento ebbe grande fortuna. Il suo commento «segna l’incontro della Commedia con la cultura dello Studio bolognese» (Bellomo). Qui è esposto un frammento [10] del commento conservato presso l’Archivio di Stato a Bologna. 

Graziolo Bambaglioli (ca. 1291-ante 1343): fu il primo in ordine di tempo, a Bologna, a commentare la Commedia, seppur limitandosi alla prima cantica. Il commento all’Inferno era già concluso nel 1324. Fu notaio del Comune di Bologna: nominato notaio nel 1311 con l’atto qui esposto [11], dal 1321 venne nominato aliter chancelarius. Del Bambaglioli si conserva anche una lettera privata, qui esposta [12].

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“Bononia in Italia est mater studii, et nutrix omnium scientiarum” (Benvenuto da Imola, Inf. XXIII, 142): Dante, the Studium Professors, and His first readers in Bologna.

Among the intellectuals who understood the value of Dante’s poetry, a number were active in Bologna: 
Giovanni del Virgilio (ante 1300-post 1327), grammarian and lecturer in classics at the Studium, was known for his ‘poetic correspondence’ with Dante. He was celebrated for his commentary on Ovid’s Metamorphoses [1]. The City of Bologna hired him to read the Latin classics as «magister ad poesim versificaturam et auctores legendos» [2]. 

Pietro da Moglio (ante 1313-ante 1383), professor of Grammar and Rhetoric, friend of Petrarch. A manuscript of Dante’s Eclogues preserved at Naples [3] is a copy of a codex he used during lessons.  
Biagio da Perugia: all that remains of him is an archival note attesting that the City of Bologna employed him in 1395 to read the Comedy «diebus festivis» [4].
Other Bolognese professors owe their reputation to Dante: 

Francesco d’Accursio (1225-1293), a professor of Roman Law whose glosses have been discovered in numerous manuscripts [5]. Dante places him among the sodomites of Inferno XV. 
Taddeo Alderotti (1223-1295), professor of Medicine and translator into the vernacular of a Latin epitome of Aristotle’s Ethics titled Summa Alexandrinorum [6]. Dante remembers him as «he who transmuted the Latin of Ethics» (Convivio I, x, 10). 
Some of the first exegeses of the Comedy are also linked to Bologna: 
Benvenuto Rambaldi (c. 1330-ante 13 August 1388) was perhaps the Comedy’s most famous and important commentator. His Comentum to Dante, polished and completed during his subsequent exile in Ferrara, was born from his study of Dante in Bologna, likely before 1375. Here are exhibited several codices bearing the classics Benvenuto so loved, studied and taught [7-9]. 
Iacomo della Lana (post 1278-post 1358): he was the first to comment in the vernacular. Together, the Comedy and his commentary attained enormous success.  His commentary «marks the meeting between the Comedy and the culture of the University of Bologna» (Bellomo). Here is a fragment [10] of the commentary, preserved at the State Archives in Bologna. 
Graziolo Bambaglioli (c. 1291-ante 1343): His was the very first of Bologna’s commentaries on the Comedy, though limited to the first canticle. He had completed his commentary on the Inferno by 1324. He was a notary for the City of Bologna, appointed as a notary in 1311 with the act displayed here [11]. In 1321 he was appointed aliter chancelarius. A private letter of Bambaglioli is also preserved and on display here [12].