Il Segno di Ariosto. Autografi e carte ariostesche nell'Archivio di Stato di Modena.
La scomunica ad Alfonso I d'Este
[32-33]La sconfitta veneziana ad Agnadello (14 maggio 1509) segnava un'importante vittoria della Lega di Cambrai, sodalizio sancito tra varie potenze europee, promosso e guidato da papa Giulio II per contenere l'espansione della temutissima potente repubblica di Venezia.
Indebolita la Serenissima, nel delicato precario equilibrio di alleanze con cui si reggevano le sorti degli Stati, lo stesso papa trovò vantaggioso allearsi proprio con Venezia già ai primi di febbraio del 1510, rivolgendo le ostilità contro un ex-alleato, la Francia di Luigi XII.
Alfonso I d'Este come feudatario della Santa Sede avrebbe dovuto seguire la nuova politica pontificia antifrancese, ma rifiutò. Fin dal tempo del marchese Nicolò III (1393-1441) la Casa d'Este aveva stretto forti rapporti con la Francia, godendone la protezione, come poi attestarono i tre gigli di Francia inseriti nello stemma estense. Le molte, vecchie ragioni di malcontento contro Venezia indussero Alfonso a scendere in campo contro la Repubblica (12 maggio 1510) per riprendersi le terre perdute dalla Casata (Rovigo, Polesine) ed affiancare le truppe franco-imperiali nell'assedio di Legnago. Alfonso cercò di motivare le sue ragioni a Giulio II. Il papa non le accolse e adducendo varie imputazioni il 9 agosto 1510 decretò la scomunica e decadenza dal trono del duca estense, inoltre, preoccupato della presenza di forze filo-francesi sul Po, decise di occupare Modena (19 agosto 1510), Carpi, San Felice, Finale, Bondeno (25 agosto) e, partecipando direttamente, di prendere Mirandola (21 gennaio 1511).
Tra febbraio e agosto 1510 Ludovico Ariosto fu incaricato di varie missioni a Roma per ottenere una riappacificazione, impegnandosi conntale zelo che il papa arrivò a minacciarlo di «buttarlo in fiume se non se le toleva denante». Connessi a tale drammatico momento sono i due documenti autografi dell'Ariosto qui esposti, entrambi scritti in latino e senza data. Si tratta di un transunto della bolla papale di scomunica contro il duca estense e di una minuta redatta per conto del cardinale Ippolito I, forse indirizzata al vescovo di Reggio.
La scomunica papale ad Alfonso I d'Este: 9 agosto 1510
Copie cartacee della bolla di scomunica emanata il 9 agosto 1510 da papa Giulio II contro il duca Alfonso I d'Este, databili rispettivamente al secolo XVI ed al secolo XVIII. Il documento originale è probabilmente andato perduto per volontà degli stessi Estensi. Si è spesso riscontrato che i documenti con clausole pregiudiziali per la loro Casata non sono stati conservati, con l'intenzione di lasciare integro il valore positivo dell'Archivio e con esso la memoria prestigiosa della famiglia.