Il Segno di Ariosto. Autografi e carte ariostesche nell'Archivio di Stato di Modena.
Il restauro delle carte ariostesche
Il restauro del materiale documentario esposto, che al principio si presentava in cattive condizioni, ha riservato non poche sorprese. I maggiori fattori di degrado sono riconducibili al fuoco (molti documenti hanno parti bruciate) e all’attacco fungino, che ha spesso reso fragili i supporti tanto da comprometterne la fruibilità. Le mappe mostravano precedenti interventi di restauro non eseguiti a regola d’arte. Strisce di carta riciclata sono state incollate sul recto in corrispondenza dei tagli netti e delle abrasioni. Su alcune di esse è possibile leggere, seppur con difficoltà: «Matrimonis impedita, Matrimonis qui [...] Casibus, Matrimoni qui nuptie, Matrimonis appellatio». Tale testo potrebbe condurre a pensare che questi frammenti facessero parte di un registro di stato civile, o comunque di un testo di contenuto giuridico. Sulle lettere autografe di Ariosto, negli interventi precedenti, sono stati adottati metodi e tecniche di restauro alquanto particolari e atipici, che non è stato purtroppo possibile datare. Molte carte erano state velate totalmente con una garza sottile e le lacune erano state colmate con della comune carta velina. La carta riciclata, pur essendo materiale comune per il restauro documentario, presenta qui la particolarità di essere ancorata al documento originale e tagliata grossolanamente ed incollata ai bordi della lacuna in modo abbastanza grezzo.
In tutti questi restauri pregressi è stata adoperata una colla irreversibile in acqua, che ha permesso di rimuovere i materiali antichi con facilità, sostituendoli con le carte e i veli giapponesi previsti dalle direttive ministeriali.
Maria Antonietta Labellarte