La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo
Postillati
I libri posseduti da Carducci si rivelano dei fedeli strumenti con cui il professore poteva svolgere il proprio lavoro di indagine e studio. Questo aspetto è testimoniato dalla presenza di copie personali che dovettero fungergli come testi di collazione: pagine diventate deposito di note di vario genere e appunti di servizio. Il caso più emblematico a tal proposito è quello del cosiddetto “Dante interfoliato”. Di questo particolare modo di procedere esiste un’edizione, postillata e interfoliata da Carducci, della Vita nuova a cura di Alessandro Torri (1843) e conservata ancora oggi a Casa Carducci. L’esempio più interessante è tuttavia quello dei primi due tomi, entrambi fittamente annotati dallo studioso, della quarta edizione della Commedia commentata da Brunone Bianchi ed edita dall’editore di Firenze, Le Monnier, nel 1854 (di cui si dà più sotto il frontespizio). Il primo tomo è Dante, Inferno, Firenze, 1854. Dell’Inferno è stata pubblicata nel 2014 per Mucchi Editore l’edizione critica, per l’Edizione Nazionale delle Opere di Giosue Carducci, a cura di Stefania Martini dal titolo Chiose e annotazioni inedite all’«Inferno» di Dante, nella quale sono trascritte le postille carducciane.
Il secondo tomo è Dante, Purgatorio, (ibidem), che si apre con l’occhiello Il Purgatorio. Esso presenta anche, su un foglio unito a filo di pasta al risguardo anteriore, la nota di possesso che lo suggella come dono ricevuto da Ottaviano Targioni Tozzetti (Vernio, 1833 – Livorno 1899), uno dei suoi amici pedanti, nel 1857.
Il volume del Purgatorio, e prima di esso quello dell’Inferno, fu smembrato e «rilegato in Bologna [il] 28 giugno 1864 [per] ln. 2». La legatoria di libri bolognese «All’insegna del Palombo» fu avvertita di interfoliare ad ogni pagina a stampa due carte bianche su cui stendere, durante gli anni e in vista dei suoi studi e delle lezioni dantesche da tenere all’Università, postille, note di commento, annotazioni e raffronti. Di questa stessa edizione, però, Carducci, spinto dal suo animo di bibliofilo, acquistò un secondo esemplare per tenerlo ‘in pulito’: il 7 luglio 1871 ricomprò infatti dalla Zanichelli per L. 4,50 lo stesso volume.
Le annotazioni al “Dante interfoliato” sono state aggiunte nel corso di trent’anni sia sulle carte che lo studioso ha fatto inserire nel volume, sia sulle pagine originarie del commento, a margine o in interlinea. L’interesse di Carducci muoveva dalla necessità di prendere nota dei raffronti, delle citazioni, delle opinioni dei vari commentatori, delle interpretazioni nuove e varie lezioni, così come scriveva a Lidia il 9 febbraio 1874 (LEN, vol. IX, p. 37-38). Si tratta infatti per lo più di chiose che registrano varianti provenienti da codici; lezioni molto discusse e/o nuove; fonti dantesche; citazioni intratestuali e intertestuali; riscontri con la tradizione latina.
A questo proposito si vedano due esempi tratti rispettivamente dall’Inferno e dal Purgatorio. Quanto all’Inferno, la prima postilla riscontrata riguarda il valore del «Chè» al verso 3 della cantica.
Più avanti invece, al verso 25, nella carta interfoliata c’è il rimando a un brano delle Tusculanae di Cicerone, in particolare I, IV di cui Carducci trascrive il passo. Con questo rinvio intertestuale, lo studioso voleva evidenziare che Dante, scrivendo il verso 25 del canto I «Così l’animo mio, che ancor fuggiva», desiderava riprendere quel passo ciceroniano che recita: «Sed quae iudicia quasque opiniones perturbationum esse dixi, non in eis perturbationes solum positas esse dicunt, verum illa etiam quae efficiuntur perturbationibus, ut aegritudo quasi morsum aliquem doloris efficiat, metus recessum quendam animi et fugam, laetitia profusam hilaritatem» (grassetto mio).
Per quanto riguarda il Purgatorio, invece, di rilievo sono i primi due fogli inseriti dopo il frontespizio e prima dell’inizio della cantica: il primo, in particolare, tratta una descrizione spazio-temporale, ma soprattutto geografica, del Purgatorio (Carducci riassume qui dove si trova Dante all’inizio del Purgatorio, come la montagna è fatta e l’ambiente che lo circonda); l’altro foglio contiene invece un primo commento generale ai versi 1-6 e 7-12 della cantica. Di tutti e due i fogli si forniscono, di seguito, le riproduzioni insieme alla p. 241 del volume.
A questi due volumi si aggiunge anche il terzo tomo del Paradiso (ibidem): questo, tuttavia, non venne rilegato e conserva pochissimi interventi carducciani solo relativi al canto V e al canto VII.