La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo

Posseduti

Secondo lo schedario presente sulla scrivania di Carducci, il totale delle opere dantesche possedute dal poeta, e ancora oggi conservate nella sua biblioteca, è di duecentosettantotto volumi. In particolare, ci sono nove edizioni del Cinquecento; cinque del Settecento; duecentodiciannove dell’Ottocento e quarantaquattro edizioni pubblicate tra il 1900 e il 1905, quindi confluite nella libreria quando Carducci era ancora in vita. Ai volumi è da aggiungere un frammento pergamenaceo del sec. XV recante versi tratti dal Paradiso, attinto alla collezione dei rariora.

Quanto alle stampe, la più rara e preziosa della raccolta è l’edizione delle Terze Rime di Dante pubblicata a Venezia da Aldo Manuzio nel 1502, che costò a Carducci L. 150 e fu comprata da Romagnoli Dall’Acqua il 1 gennaio 1887, come recitano la nota di possesso posta sul recto della carta di guardia del volume e la fattura d’acquisto redatta dalla libreria (di entrambe si forniscono le riproduzioni arricchite dal frontespizio dell’edizione).

Per quanto riguarda le cinquecentine dantesche, oltre quella appena citata, ve ne sono altre otto: le Opere del divino poeta Danthe con suoi comenti: recorrecti et con ogne diligentia novamente in littera cursiva impresse, Venezia, 1512; la Comedia del Divino Poeta Danthe Alighieri con la dotta et leggiadra spositione di Christophoro Landino, Venezia, 1536; La comedia di Dante Alighieri con la nova espositione di Alessandro Vellutello, Venezia, 1544; Dante con nuove et utili ispositioni, Lione, 1551; Dante con l’espositione di M. Bernardino Daniello da Lucca, Sopra la sua Comedia dell’Inferno, del Purgatorio, & del Paradiso; nuovamente stampato, & posto in luce, Venezia, 1548; Vita Nuova di Dante Alighieri. Con XV Canzoni del medesimo. E la vita di esso Dante scritta da Giovanni Boccaccio, Firenze, 1576 (di cui si riportano più sotto le riproduzioni del frontespizio e della nota di possesso); Dante con l’espositioni di Christoforo Landino, et d’Alessandro Vellutello, Venezia, 1578; La Divina Commedia di Dante Alighieri Nobile Fiorentino Ridotta a miglior lezioni dagli Accademici della Crusca, Firenze, 1595.

Più di due terzi delle duecentosettantotto edizioni possedute da Carducci riguardano la Commedia. L’opera si trova sia in edizioni di solo testo sia in commenti di noti chiosatori, fra tutti Francesco Saverio Quadrio, Ugo Foscolo, Karl Witte, Niccolò Tommaseo, Tommaso Casini e molti altri. Ci sono poi antologie e studi sulle tre cantiche o testi di approfondimento su una particolare cantica. Ad esempio, Carducci si procurò le sette Letture sopra lo Inferno fatte all’Accademia Fiorentina da Giovan Battista Gelli. La prima di queste sette letture, dal titolo Lettura di Giovanbatista Gelli sopra lo Inferno di Dante. Letta nella Accademia Fiorentina nel Consolato di M. Guido Guidi. Et di Agnolo Borgini fu edita a Firenze per Bartolomeo Sermartelli nel 1554. Quest’edizione fu acquistata dal libraio bolognese Romagnoli Dall’Acqua: nella carta di guardia anteriore si trova infatti, oltre che un’annotazione sulla rarità del volume a firma di Luigi Razzolini (Greve in Chianti 1819 – ivi 1881), erudito e bibliofilo autore della Bibliografia dei testi di lingua a stampa citati dagli Accademici della Crusca (1863), anche la nota di acquisto dell’edizione per mano di Carducci stesso, che ci informa che «questa e le seguenti sei letture, più la ristampa di questa prima, furono acquistate tutte insieme nella libreria Romagnoli Dall’Acqua il 5 settembre 1891 al prezzo di lire centocinquanta». Il letterato fiorentino Giovan Battista Gelli (Firenze 1498 – ivi 1563) aveva tenuto a Firenze fra il 1541 e il 1563 dodici “letture” dantesche (quasi tutte suddivise in varie lezioni e talune precedute da un’orazione) in quest’ordine cronologico: Paradiso XXVI 124-138 (1541); Purgatorio XVI 85-94 (1543); Purgatorio XXVII 127-142 (1551); Inferno I-XXV (1553-1563); rimangono inoltre due frammenti su Inferno XXVI 1-12 (1563). Quella, di cui si possono osservare di seguito le immagini del frontespizio e della carta di guardia recante la nota all’edizione e la nota di possesso, è la prima delle sette letture sull’Inferno ed è dedicata a Giuseppe Bernardini, mercante lucchese; venne ristampata nel 1562 dall’editore Torrentino, e, come indicato dalla nota di possesso, anche di questa seconda edizione Carducci possedette una copia nella sua biblioteca.

Sempre della Commedia vi è anche un’edizione in quattro tomi, edita presso Tommaso Masi e Comp.o co’ Tipi Bodoniani a Livorno nel 1807, che probabilmente stette molto a cuore a Carducci vista la presenza della postilla autografa sul verso della carta di guardia: «Carolina C[ristofori] P[iva] a me nell’ott[obre] del 1878», testimonianza di un atto d’amore offerto dalla giovane donna al suo cantore. 

Un’altra edizione della Commedia, dal titolo La Commedia col comm. ined. di Stefano Talice da Ricaldone, Torino, Vincenzo Bona, 1886, fu voluta dal re Umberto I, che decise di omaggiare il poeta donandogliene una copia il 10 maggio del 1888, come si può vedere dalla nota di possesso apposta sul verso della scheda redatta da Carducci e conservata nel suo schedario.

Nonostante, come anticipato, i due terzi delle edizioni siano opere della e sulla Commedia, non mancano tuttavia anche versioni della Vita nuova, del Convito, delle Epistole o del Sepolcro. Si aggiungono poi diversi studi sulla vita di Dante, come la Vita di Dante di Giovanni Boccaccio, stampata a Firenze nel 1576, o ancora Dante e la Calabria, Cosenza, 1894, Dante e la musica, Livorno, 1904.

Per quanto riguarda i tempi e le modalità con cui questi volumi entrarono nella biblioteca carducciana, la maggior parte di essi fu acquistata dallo studioso presso Romagnoli Dall’Acqua, prevalentemente negli anni Ottanta – e lo si evince dalle note di possesso apposte sulle carte di guardia o sul verso delle copertine. Le altre librerie bolognesi da cui Carducci acquistò varie edizioni furono il Ramazzotti o la Zanichelli. I volumi da lui comprati su Dante, la Commedia e le opere minori, dallo spoglio delle schede, risultano essere circa sessanta, mentre quelli che gli furono donati circa cento. Questi ultimi gli vennero consegnati sotto forma di omaggio da amici e conoscenti ma il più delle volte capitava che fossero gli stessi editori o curatori a donare i volumi: è il caso, per esempio, del saggio curato da Michele Barbi Della fortuna di Dante nel secolo XVI edito nel 1890 a Pisa per la tipografia Tito Nistri e C. e regalato dal curatore a Carducci, come recita la nota di possesso sulla carta di guardia del volume, fornita di seguito insieme alla riproduzione del frontespizio.