La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo
Petrarca
Petrarca fu l’altro grande punto di riferimento per Carducci, oggetto di lunghe e numerose ricerche a cui il professore dedicò «luce di poesia e impegno di assidui studi» (BARBIERI, Parole in Casa Carducci, «Il Carrobbio», XXV, 1999, p. 239). Come fece per Dante e i lirici del Trecento, il poeta elevò anche Petrarca ad autore privilegiato delle sue lezioni universitarie e dei suoi studi. Ai primi anni Sessanta dell’Ottocento sono ascrivibili le Chiose e le annotazioni ai Triumphi, rimaste inedite e pubblicate per l’Edizione Nazionale nel 2022 da Francesca Florimbii. Petrarca fu poi presente, quasi sempre con il Canzoniere, nei programmi di dieci anni accademici su venti fra il 1861-1862 (biennio in cui tenne ben ventidue lezioni su Petrarca) e il 1883-1884. Gli appunti di queste lezioni sono contenuti nel cartone XXVIII, conservato nell’archivio di Casa Carducci, tra cui si ricordano ventitré fascicoli delle Lezioni su la vita e le opere di Francesco Petrarca, che hanno la data proprio del dicembre 1861-dicembre 1862 (di cui si mostrano camicia e c.1r) e un fascio di ventotto schede autografe sulla Bibliografia di edizioni del Canzoniere che si trovano nelle due Biblioteche di Bologna.
Nel mezzo degli anni universitari, Carducci consegnò alle stampe anche l’importante discorso per il quinto centenario dalla morte del poeta, Presso la tomba di Francesco Petrarca, Livorno, 1874. Questo lavoro, insieme con le lezioni universitarie, anticipò il saggio dal titolo Rime di Francesco Petrarca sopra argomenti storici morali e diversi. Saggio di un testo e commento nuovo col raffronto dei migliori testi e di tutti i commenti, pubblicato nel 1876 a Livorno, coi tipi di Francesco Vigo. Quest’ultimo era, a sua volta, un’anticipazione del lavoro di cui Carducci aveva iniziato ad occuparsi a partire dal 1860, ossia il commento integrale al Canzoniere che uscì per G. C. Sansoni Editore di Firenze nel 1899 e fu curato a quattro mani insieme a Severino Ferrari, vale a dire Le Rime di Francesco Petrarca di su gli originali commentate da Giosue Carducci e Severino Ferrari.