La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo

Libri acquistati

Per la formazione della sua biblioteca Carducci non badò a spese e non rinunciò mai ad arricchire la sua libreria di una bella edizione o di un volume raro anche quando non disponeva di una grande liquidità. Spendeva i soldi che aveva da parte, ma spesso chiedeva dei prestiti ai librai, contraendo debiti che poi pagava a rate mensili, «tanto premevagli di avere una certa collezione o un dato volume che era venuto in vendita» (SORBELLI, Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, 1936, vol. LXII, p. I).

Si procurava i suoi libri per vie diverse, alcuni all’asta, altri da amici costretti a vendere pezzi della loro libreria perché in difficoltà economica, come nel caso di Giuseppe Chiarini (Arezzo 1833 – Roma 1908). Quando cercava un’edizione antica, o di grande pregio, seguiva la strada dei librai antiquari, su tutti quelli bolognesi, scegliendo i testi dai loro cataloghi. A questo proposito si ricordano le librerie Rocchi, Ramazzotti, Romagnoli Dall’Acqua, Zanichelli, Brugnoli, Martelli. Romagnoli Dall’Acqua, Zanichelli e Ramazzotti (a sua volta acquistata dal libraio bolognese Ernesto Martelli e con sede in via Borgo Salamo) sono i nomi delle tre librerie bolognesi che ricorrono più spesso nelle note di acquisto riportate sulle carte di guardia o sul verso delle copertine (dove Carducci annotava da chi, quando e a quale prezzo era stato acquistato quel determinato volume).

In particolare, Romagnoli Dall’Acqua, a metà di via Toschi, divenne il rivenditore di fiducia di Carducci, dove comprare le migliori cinquecentine e gli incunaboli: Romagnoli Dall’Acqua era infatti noto come l’editore dei testi di lingua, nella cui bottega nacque la vita intellettuale emiliana. Secondo il rendiconto annuale della libreria al 31 dicembre 1887, Carducci aveva comprato da lui ben centoquarantuno opere per un totale di più di 600 lire: tra queste, si contano dieci edizioni di Petrarca, diciassette di Boccaccio e venticinque di Dante (secondo l’analisi dello schedario, quando è esplicitata la nota di possesso). Di queste edizioni, si ricordano ad esempio Le Rime di m. Francesco Petrarca estratte da un suo originale. Il trattato delle virtù morali di Roberto re di Gerusalemme. Il Tesoretto di ser Brunetto Latini. Con quattro canzoni di Bindo Bonichi da Siena, pubblicato a Roma presso l’editore Grignani nel 1642 e acquistato a «Bologna [il] 17 dec[embre] 1887 [da] Romagnoli D[all’] A[cqua] [per] ln. 7.50», come recita la nota di possesso autografa di Carducci posta sul recto della carta di guardia (di cui, qui sotto, si dà la riproduzione, insieme a quella del frontespizio).

Quanto alla libreria Zanichelli in Piazza Galvani, 1/H, sotto il portico del Pavaglione, Carducci era solito arrivare in negozio dopo aver fatto lezione all’Università e vi si tratteneva a chiacchierare fino a pranzo. Nel tardo pomeriggio non era raro trovarlo chino su un libro o intento a discutere con qualche conoscente. Secondo lo schedario, Carducci vi comprò, a partire dai primi anni Sessanta, otto edizioni di Dante e sette di Petrarca, mentre nessuna nota di possesso registra acquisti su opere di Boccaccio. Dalla libreria Martelli, ex Ramazzotti, invece, secondo quanto riportato dallo schedario, il poeta acquistò tre edizioni di Dante, tre di Petrarca e quattro di Boccaccio. 

In generale, tra acquisto, rilegatura e cancelleria, le spese che Carducci dovette affrontare per arricchire la sua biblioteca di volumi preziosi e non, furono considerevoli e «i libri, anche negli anni più tranquilli della maturità, polverizzarono una parte cospicua del suo stipendio e degli introiti editoriali. È forse per questo che essi finirono col diventare il vero e unico arredo della sua casa» (TAVONI, "Quegli antichi compagni de miei sogni e de miei pensieri", in Carducci e Bologna, 1985, p. 138).