La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo

Posseduti

Dallo spoglio delle schede redatte dallo stesso Carducci con l’aiuto di Gnaccarini, è emerso che la libreria petrarchesca del professore custodisce duecentodieci volumi. Di Petrarca si conservano edizioni antiche e moderne tanto che, delle duecentodieci, trentadue sono del Cinquecento, tre del Seicento, dieci del Settecento, ben centocinquantatré dell’Ottocento e nove del Novecento. Si nota quindi una netta prevalenza di edizioni dell’Ottocento, anche se sorprende molto il numero delle cinquecentine. In particolare, per i volumi del Cinquecento, dall’Indice delle Cinquecentine allestito da Torquato Barbieri, ne risultano circa trentotto, che riportano i nomi degli stampatori più noti: Vincenzo Valgrisi, i Giolito, Bernardino Stagnino, Andrea Torresani d’Asola, Geronimo Scoto. La più antica edizione petrarchesca posseduta da Carducci è poi quella del Librorum Francisci Petrarche Impressorum Annotatio, stampata a Venezia nel 1501; seguono molte altre edizioni commentate, come Il Petrarca col commento di M. Sylvano da Venaphro, dove son da quattrocento luochi dichiarati diversamente da gli altri spositori, nel libro col vero segno notati, Napoli, 1533; Il Petrarcha con l’espositione d’Alessandro Vellutello e con più utili cose in diversi luoghi di quella novissimamente da lui aggiunte, Venezia, 1538; Il Petrarca corretto da M. Ludovico Dolce et alla sua integrita ridotto, Venezia, 1550; Il Petraca novissimamente revisto e corretto da Messer Lodovico Dolce, Venezia, 1554; Il Petrarca. Nuovamente revisto, et ricorretto da M. Ludovico Dolce, Venezia, 1560 (di quest’ultima edizione si danno, subito sotto, le riproduzioni del frontespizio e della nota di possesso manoscritta da Carducci).

Oltre agli antichi chiosatori, anche i lavori petrarcheschi più moderni, come quelli di De Sade, Marsand, Baldelli, Rossetti e Levati erano presenti nella sua biblioteca e, nelle acquisizioni più recenti, figurano sugli scaffali della sua libreria anche tre edizioni allestite da Giuseppe Fracassetti rispettivamente, Francisci Petrarcae Epistolae De rebus familiaribus et Variae, Firenze, 1859; Lettere di Francesco Petrarca delle Cose familiari libri ventiquattro, Firenze, 1863 e Lettere senili di Francesco Petrarca volgarizzate e dichiarate con note da Giuseppe Fracassetti. Volume I, Firenze, 1869, tutti editi dall’editore Le Monnier. Al 1862, risale l’acquisto dei primi due volumi delle Familiares curati da Fracassetti nel 1859-1862, mentre l’edizione delle Lettere senili porta l’indicazione, presente solo nelle schede redatte da Carducci, «Bol[ogna] 1869 e 7 l[uglio] 1871 Zanichelli ln. 7».

Più della metà delle edizioni petrarchesche riguardano le Rime presenti in edizioni commentate complete o antologie e studi solo sul Canzoniere o solo sui Trionfi, oppure edizioni e saggi a commento di singoli sonetti, ballate o canzoni specifiche come ad esempio «Spirto gentil» o «Vergine bella». In particolare, ai primi anni Sessanta dell’Ottocento, risale l’ingresso dei commenti ai Fragmenta e ai Triumphi di Comino del 1732, di Bandini del 1748, di Pagello del 1753, di Muratori del 1762, di Beccadelli del 1799; fino alle edizioni di Soave del 1805, di Antonio Meneghelli del 1819, di Marsand del 1819-’20 e 1847, di Leopardi del 1826, di Carrer del 1826-’27 e di Carlo Albertini del 1832. 

Nella libreria carducciana non figurano però solo le edizioni delle Rime. Anche se il loro numero non è molto elevato, si trovano volumi di altre opere come le Epistolae, L’Africa, il De remediis utriusque fortunae o il De viris illustribus, mentre più numerosi sono i testi e i saggi relativi alla vita di Petrarca. Tra questi, si ricordano, ad esempio, Petrarca e Venezia (Venezia, 1874) o i Viaggi di F. P. in Francia, in Germania ed in Italia, volume curato da Ambrogio Levati e pubblicato a Milano dalla Società tipografica de’ classici italiani nel 1820. Quest’ultimo fu acquistato da Carducci a Bologna nel 1862 per ln. 3,50, come recita la nota di possesso sulla carta di guardia dell’opera, a testimonianza della materia variegata oggetto dei suoi interessi. 

Per quanto è stato possibile ricostruire dall’analisi delle note di possesso, che non sono purtroppo presenti su tutti i volumi, circa una sessantina di edizioni vennero acquistate da Carducci presso le librerie di Bologna (Ramazzotti, Zanichelli e, per la maggior parte, Romagnoli Dall’Acqua). Un’altra sessantina gli furono invece donate da diversi amici, tra cui Francesco Zambrini, Ugo Antonio Amico ed Emilio Teza. Di questi doni, il più prezioso fu quello che gli fece la Zanichelli, da parte di Cesare e Giacomo, in occasione delle feste per il suo trentacinquesimo anno di insegnamento: la casa editrice onorò il grande professore con un codice miniato su pergamena del sec. XV delle Rime di Petrarca.