La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo
L’ordine dei volumi nella libreria
Quegli oggetti della cui consuetudine il poeta aveva fatto la consolazione e il fine della vita stessa, fatta di dolori e lutti, sono oggi disposti tutti attorno alle pareti di Casa Carducci mantenendo quella logica precisa che Giosue stesso aveva impostato in vita e ripresa da Albano Sorbelli dopo la sua morte. Sorbelli, infatti, tra il 1908 e il 1921, si occupò del riordino del materiale librario e archivistico, della catalogazione dei volumi e degli opuscoli, oltre che della ricostruzione fedele dell’ambiente di vita quotidiana del poeta.
Al momento del trasloco, nel 1890, i libri furono già disposti per volere di Carducci secondo un ordine cronologico, divisi per autore e materia. I volumi, il cui numero continuò a crescere anche dopo la sua morte, ad oggi occupano i sei ambienti dell’appartamento. Nella sala d’ingresso si trovano le opere di cultura e letteratura straniera, in particolare francese (i philosophes, gli storiografi, i romanzieri di orientamento repubblicano e i poeti d’ispirazione storico-civile), inglese (Shakespeare e Shelley) e tedesca (di alcuni autori, tra cui Heine, Goethe, Holderlin, Carducci curò la traduzione). Nella seconda sala, tutta destinata alla biblioteca, si trova, disposta su otto scaffali e in un bancone centrale a due ripiani, la letteratura italiana del Sette-Ottocento (ci sono, in prime edizioni, volumi di Parini, Manzoni e Leopardi) assieme a testi di argomento storico. Proseguendo, altri libri sono collocati nella camera da letto di Giosue (ci sono quattro scansie che raccolgono quasi duemila volumi, tra cui molte edizioni del suo amato Orazio) e nella sala da pranzo, dove invece si trovano delle opere varie, che entrarono nella biblioteca carducciana in forma di omaggio tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, ancora in vita il poeta.
Tuttavia, l’ambiente più importante, cuore del lavoro di Carducci e ospite, tra gli altri, dei volumi e delle opere del XIII e XIV secolo, è lo studio del poeta. In esso, che è il luogo più vissuto dallo studioso, vera e propria officina e laboratorio delle sue giornate, si trovano dei raggruppamenti omogenei di libri: intorno allo scrittoio e alle pareti alle spalle figurano i volumi più compulsati, tra cui le storie letterarie d’Italia, i classici latini (sulla parete destra) e la collezione di edizioni dantesche. Nella libreria Impero sono collocati altri testi di Dante, la collezione dei rariora e le edizioni antiche dei classici dal Trecento al Cinquecento – Petrarca, Boccaccio, Bembo, Ariosto e Tasso. Nello studio si trova anche la prosa degli storici e dei moralisti del XVI secolo (Machiavelli, Guicciardini) e quella scientifica del XVII secolo con Galilei.
Le edizioni del XIII e XIV secolo si trovano quindi in una posizione privilegiata da Carducci: proprio dietro la sua scrivania, quasi come a coprirgli le spalle, e anche nel punto più comodo e agevole per essere consultate. Abbondano qui opere rare ed edizioni principi, incunaboli e legature in marocchino, collezionate nel tempo con grande fatica.