Il libero ospedale di Maggiano. La psichiatria fenomenologica di Mario Tobino
V. Verso "gli ultimi giorni" di Maggiano
Nel maggio 1978 la legge 180, la “Basaglia”, coglie Mario Tobino nei suoi ultimi anni al manicomio di Maggiano, mentre continua a mantenere le “due stanzette” nell’ospedale psichiatrico di Lucca. Dalla fine degli anni ’70 sui maggiori quotidiani nazionali si era giocato un serrato confronto fra Basaglia e Tobino, fra i quali il dialogo, anche se inizialmente allineato e mosso dagli stessi presupposti, si era fatto inconciliabile. I punti di divergenza si giocano soprattutto sullo spazio manicomiale, per Tobino da riformare ma mantenere, visti i vuoti legislativi e organizzativi che sarebbero stati lasciati al suo posto, e da annientare per Basaglia, la cui esperienza goriziana aveva dato l’avvio a un movimento politico e sociale che non lasciava margine se non per una svolta radicale.
Scaturito da un nucleo originale che si muove fra il richiamo nostalgico a Lucca e l’accorata descrizione dei malati, tramutatosi presto in strenua denuncia dei pericoli in cui sarebbero incorsi e del vuoto che intorno ad essi si sarebbe creato, non meno che nella riaffermazione dell’idea sulla natura della follia, Gli ultimi giorni di Magliano, del 1982, è stato da subito ritenuto un “pamphlet”.
Testo intenso e complesso, esso apre a un cambiamento di rotta nella narrativa “del manicomio” di Tobino; lo segue otto anni dopo Il manicomio di Pechino, che con esso dialoga strettamente, non solo in virtù della forma narrativa diaristica, ora consapevole ed esplicita, ma anche per una finalità che riconosciamo a uno studio più approfondito, e che molto ci racconta sia del periodo di redazione (gli anni 1955-1956), sia degli anni ’80 e ’90.