Il libero ospedale di Maggiano. La psichiatria fenomenologica di Mario Tobino

VII. La biblioteca di Tobino

Fra i moltissimi libri da correlare alla formazione medica, ricavati dalla cospicua biblioteca di Tobino interamente catalogata in La biblioteca di Mario Tobino, la sezione psichiatrica merita un’attenzione particolare. I volumi e gli estratti da riviste (la maggior parte) che la compongono testimoniano uno studio ininterrotto e aggiornato, ansioso di stare al passo con la bibliografia più recente. Per quasi la sua interezza la biblioteca di Tobino è conservata alla Fondazione Ragghianti, mentre altre tracce si ritrovano all’interno della Biblioteca di Giordano, nell’ex manicomio di Fregionaia (oggi sede della Fondazione Tobino) e al Gabinetto Vieusseux. 
Di una lettura quantitativamente molto intensa e assidua lungo tutti i periodi biografici, abbiamo notizie dal diario, dalle interviste e dagli appunti, sebbene non troppo frequenti, su manuali e romanzi. Oltre ai molteplici libri che, insieme alla corrispondenza, incrociano le traiettorie di Tobino e di Giuseppe Raimondi, affiancandone la corrispondenza, sono di notevole interesse anche alcuni dei caposaldi della sua formazione («Ho amato tre scrittori, viscere del mio sangue: Manzoni, Machiavelli e Dante. Ho amato Dante, Machiavelli, Manzoni»), i cui volumi risalgono a un tempo lontano, come Il Principe di Machiavelli, con cui il primo incontro avviene in giovanissimi tempi: «La prima volta che incontrai uno scrittore avevo sedici o diciassette anni, ero studente al liceo di Massa-Carrara, e in un dopopranzo, mentre di malavoglia calcolavo il peso dei compiti per il giorno dopo, aprii il Principe del Machiavelli. Alle primissime righe rimasi incatenato, le sue parole si trasformavano in oggetti, mi suscitavano una visione che era nello stesso tempo fisicità, avvertii un arcano che non avevo mai provato, una musica, un silenzio popolatissimo».

 

 

Alla biblioteca medica appartengono riviste e volumi che spaziano in argomento e data. Anche a una prima cernita dei posseduti da Tobino, notiamo che il protagonista indiscusso della biblioteca psichiatrica è Alberto Vedrani. Il medico, che compare in Per le antiche scale sotto il nome di Anzillotti, è un allievo della scuola di Augusto Murri. Si laurea in psichiatria nel 1897 (ASUBO) e già nel 1901 è a Maggiano come medico primario. I suoi Pensieri e aforismi di Augusto Murri, curati insieme ad Antonio Gnudi, non risultano posseduti da Tobino ma i suoi articoli, soprattutto relativi agli anni della formazione specialistica del medico-scrittore, sono fra i pochi della sua biblioteca in cui leggiamo annotazioni e appunti. Tutti gli opuscoli e gli articoli di Vedrani presenti anche nella biblioteca Giordano (o solo trovati nel catalogo nell’inventario cartaceo), risultano “Dono del Dottor Tobino”.