Il libero ospedale di Maggiano. La psichiatria fenomenologica di Mario Tobino

I. Tobino a Bologna

La formazione universitaria di Tobino non inizia a Bologna, ma in essa matura e trova il suo compimento, dopo molti anni trascorsi a Viareggio e poi all’Università di Pisa, dove frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Come lui stesso riporta fra le pagine del diario inedito, quella di medico si prefigura inizialmente la sola strada per esercitare “liberamente” la propensione alla «Poesia» e alla scrittura, manifestatasi già nella prima adolescenza. 


Gli anni di Pisa procedono in continuità con gli slanci letterari giovanili: a questo periodo corrispondono i primi scritti sul "Selvaggio" di Mino Maccari, le scorrerie versiliesi con Delfini e Ghiselli, la conoscenza con Marcucci, il lavoro da aiutante di farmacia. Poi la decisione di lasciare la «solitudine» di Pisa, quindi il trasferimento a Bologna nel novembre 1933.
I documenti che ci restituiscono la formazione di Tobino a Bologna devono intrecciare gli stralci della genesi dei suoi romanzi al pari dei documenti d’archivio, così come anche i passaggi retrospettivi del diario inedito. Il figlio del farmacista è il primo romanzo a cui fare riferimento, sia per testimoniare le evoluzioni del pensiero psichiatrico una volta esperito concretamente il luogo del manicomio (II), sia per rileggere ciò che del primo arrivo a Bologna Tobino ha fermato sulla pagina.

Il figlio del farmacista ritorna a scuola, va a Bologna: un altr’anno sarà medico. In treno c’è gente che respira perché dorme, la pelle dei viaggiatori luccica per l’unto; è mattina presto. Il figlio del farmacista trova posto in un vagone, con sforzo mette sul portabagagli le due valigie che sono per straripare di libri, maglie, fazzoletti. Si mette a sedere sudato, i termosifoni bollono. È la prima volta che va a Bologna, a Bologna c’è sotto un’altra volta ma di passaggio, ora ci si ferma, ci rimarrà un anno, poi un altro anno, se tutto va bene. È sempre stato in provincia. Sì, va bene, il mare, i bastimenti di legno, il cielo che vive nelle strade del paese, ma è bello anche andare in città.

Alla formazione bolognese, sebbene non strettamente legati a livello tematico, appartengono una serie di prime prove letterarie, ipotesti di racconti ripresi successivamente e abbozzi di scritture del tutto simili a quella diaristica che comincerà dal 1945. Numerosi blocchetti di appunti ne sono i testimoni, che a cavallo del periodo bolognese di Tobino ci fanno leggere di una propensione spontanea e “immediata” alla scrittura, da sempre concepita come unico mezzo di elaborazione fruttuosa dell’esperienza.


In un contesto storico plumbeo e con premesse belliche evidenti, la facoltà di Medicina e Chirurgia conosce cambiamenti profondi e le Cliniche universitarie cambiano il loro statuto proprio nel momento dell’arrivo di Tobino. L’accenno a una ricostruzione storica ci permette di intuire il fermento accademico che intorno a lui andava imponendosi (La formazione medica)  e che egli andava o meno accogliendo nel suo sistema di pensiero, soprattutto in relazione a quella che sarà la sua successiva idea riguardo lo “spazio” della cura. Di pari passo con ciò che Tobino conosce sui banchi della facoltà, una panoramica sul contesto letterario, il cui nodo è indubbiamente Giuseppe Raimondi (La formazione letteraria).