La biblioteca di Carducci: i classici italiani fra XIII e XIV secolo
Introduzione alla mostra
Giosue Carducci nacque a Valdicastello nel 1835. Si trasferì a Bologna nel novembre 1860 per ricoprire la cattedra di Letteratura italiana all’Università di Bologna dopo essere stato nominato professore di eloquenza. Da quel momento il poeta legò indissolubilmente la sua vita al capoluogo emiliano-romagnolo e all’Alma Mater Studiorum in particolare, facendo di Bologna la sua seconda patria e la sua casa d’adozione. Molti luoghi della città riecheggiano la sua presenza a partire dalle aule universitarie e dalle diverse dimore in cui abitò negli anni trascorsi a Bologna (non vi si allontanerà mai e vi rimarrà fino alla morte avvenuta nel 1907). Eppure, una delle tracce concrete che ci restano del grande studioso, oggi ancora visitabile, è la sua immensa biblioteca, il patrimonio più importante che Giosue ha lasciato in eredità alla città. Si tratta di una consistente raccolta di volumi che il bibliofilo collezionò nel corso della sua vita con tanta cura. Attraverso l’analisi delle edizioni da lui possedute, di cui alcune anche postillate, e conservate oggi presso la Biblioteca di Casa Carducci, la mostra – che si inserisce all’interno del progetto di sviluppo del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica (Dipartimenti di Eccellenza MUR 2023-2027 – L. 232 del 1/12/2016) – intende ricostruire la storia della sua formazione. Un’attenzione particolare sarà rivolta alle stampe dei classici della letteratura italiana tra il XIII e il XIV secolo, ivi custodite.
Due le parti di cui la mostra si compone: la prima, articolata in tre sezioni (La biblioteca di Carducci: l’amore per il libro, La formazione della biblioteca – a sua volta divisa in due sottosezioni: Libri acquistati e Libri donati – e, in ultimo, L’ordine dei volumi nella libreria), è dedicata alla descrizione generale della Biblioteca Carducci, con l’intento di ripercorrerne la storia e la formazione a partire da una disamina complessiva dei libri conservati. La seconda parte intende invece fare un affondo sui volumi dei classici della letteratura italiana del XIII e XIV secolo collezionati da Carducci negli anni e ancora oggi conservati negli scaffali della sua libreria. Le quattro sezioni di questa seconda parte sono intitolate a Guittone d’Arezzo, Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e Fazio degli Uberti, la prima, a Dante la seconda, a Petrarca la terza e a Boccaccio l’ultima. Ciascuna è suddivisa, al suo interno, in due sottosezioni: la prima dedicata ai volumi posseduti da Carducci; la seconda rivolta alle edizioni postillate, ossia a quelle edizioni di lavoro che Carducci sottolineava o appuntava sul margine. Conclude la mostra la nota Una biblioteca che sopravvive al suo creatore, in cui si riassume il percorso storico che ha reso fruibile questo immenso patrimonio carducciano.
Mostra virtuale a cura di Chiara Cotignoli, pubblicata il 16 settembre 2024.