Filologia e Storia. Nel laboratorio di Enzo Degani
Αἰών
Chi si accinga ad una ricerca sul termine greco αἰών non può prescindere dalle indagini di Enzo Degani, la cui carriera accademica partì proprio dallo studio di questo vocabolo e della sua storia: Degani si laureò, infatti, con una tesi intitolata L’Aiôn da Omero a Platone, supervisionata dal Prof. Carlo Diano e discussa il 7 novembre 1958 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Padova.
Da tale tesi Degani ricavò poi ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele (Padova 1961), XXXVII volume della collana «Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia» dell’Università di Padova (bibl. Degani nr. 2/1961): questo costituisce, in certo senso, un’eccezione nel quadro della produzione di Degani, «uno di quegli studiosi che prediligono l’articolo – sia pure ampio e organico – piuttosto che il libro. Di libri, concepiti come tali fin dall’inizio, mi pare ne abbia scritto uno solo, Αἰών da Omero ad Aristotele» (Arrighetti 2005, 371). Il volume, in un primo momento intitolato al Prof. Diano, su incoraggiamento dello stesso Diano fu poi dedicato al padre, Garibaldi Degani, scomparso pochi giorni prima che il volume venisse stampato.
L’indagine di Degani seguiva un filone di ricerca semantico-diacronica piuttosto in voga in quegli anni e presentava un’analisi critica e ragionata del termine αἰών, in tutta la sua polivalenza, negli àmbiti letterario, filosofico e religioso: veniva così coniugata un’impostazione filologica già matura con una ricerca storica sul linguaggio. Già a quest’altezza cronologica, il lavoro di Degani dimostrava acribia e impegno, rigore di metodo e serietà di intenti, distinguendosi «per la compiutezza dell’informazione bibliografica e per il numero abbondante di rimandi e di citazioni», oltre che per «un atteggiamento di prudente riserbo dove l’insufficienza o l’ambiguità della documentazione non permetteva conclusioni sicure» (sono le parole scritte in apertura del volume dai Proff. Carlo Diano, Giuseppe Schirò e Franco Sartori e rivolte al Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia).
Nell’Introduzione al volume, qui sopra riportata, Degani si mostra pienamente consapevole che soltanto il rispetto rigoroso dei testi permetterà di districare la Vieldeutigkeit del vocabolo αἰών, contro ogni tentativo di razionalismo moderno che cerchi di ricondurre i vari significati a una Grundbedeutung. «La ragione – è ovvio – va adoperata: altrimenti ci si limiterebbe ad un fenomenologismo vuoto e classificatorio, mentre invece il lavoro di raccolta è solo propedeutico dell’altro, ben più impegnativo, di interpretazione: e interpretare vale coordinare e riunire. Ma va adoperata oculatamente, perché gli schemi possono violentare la storia […]. Sotto il mutare del significato di una parola, c’è sempre la concorrenza e la spinta di molti fattori: che si riassumono nel mutare stesso dell’uomo, delle sue concezioni e delle sue credenze. E quando si tratta dell’uomo, io credo che chi voglia fare della scienza, nei limiti in cui può essere fatta, deve porsi da tutti i punti di vista e servirsi di tutti i metodi» (p. 14). Si tratta di indicazioni programmatiche di uno studioso molto giovane, che mostrava però di aver già acquisito piena consapevolezza delle complessità e delle problematiche alla base del mestiere del filologo.
Il volume deganiano suscitò subito un vasto interesse nel panorama degli studi italiani ed esteri, con una fitta messe di recensioni e riscontri molto positivi da parte di studiosi affermati nel mondo accademico: Degani si premurò di raccogliere un elenco di 12 recensioni al suo volume, pubblicate da A. Brelich, P. Chantraine, C.J. Classen, V. D’Agostino, N. Dazzi, M. Detienne, R.K. Sprague, J.S. Lasso de La Vega, A. Masaracchia, H. Schwabl, F. Solmsen, M. Untersteiner tra il 1961 e il 1965:
Da queste 12 recensioni, di cui Degani raccolse a macchina i punti salienti (qui sotto riportati), emerge come del volume deganiano fossero apprezzati in particolare l’impostazione filologica e la vastità di erudizione, la densità e la chiarezza espositiva, la solida base documentaria, lo storicismo, le incursioni in àmbito filosofico e religioso:
Oltre che dalle recensioni, il parere positivo degli studiosi sulla ricerca deganiana emerge anche dalla corrispondenza di quegli anni, come dalla lettera di congratulazioni di Angelo Brelich (8.6.1962), che pure auspicava per Degani un avvicinamento alla storia delle religioni «anziché ridurti al comune tipo di filologo nostrano», dedito alla ‘filologia pura’ (e, contro la prevedibile ritrosia di Degani, ormai saldamente avviato alla filologia, Brelich enfaticamente osservava: «Ma, santo cielo, sei tanto giovane!»).
Solo in un caso Degani dovette difendersi dalle critiche che erano state mosse al suo volume: la recensione di Carl Joachim Classen, uscita su «Gnomon» nel 1962, appuntata a mano da Degani e confutata poi dallo stesso negli Epilegomena su ΑΙΩΝ (bibl. Degani nr. 10/1963). I segni apposti a margine sono molto indicativi dell’attenzione con cui Degani leggeva il materiale bibliografico, appuntando e annotando tutto ciò che suscitasse in lui riflessioni o perplessità o che potesse servire per le sue ricerche.
Ciononostante, i rapporti tra i due studiosi rimasero sempre di reciproca stima, tanto che nel IV volume (1993) di «Eikasmós» Degani si offrì di accogliere una miscellanea di studi in onore di Ernst Vogt, di cui l’aveva informato proprio Classen in una lettera del 12.2.1992 (si legga la premessa al volume in bibl. Degani nr. 213/1993): Degani seppe infatti tenere distinti i rapporti interpersonali dal piano della discussione scientifica, in cui si mostrò comunque aperto ad ascoltare i punti di vista altrui.
A parte una nota su αἰανής (bibl. Degani nr. 7/1962), già nei primi anni Sessanta Degani passò ad esplorare altri temi di ricerca e la parentesi di αἰών parve sul momento essersi conclusa: come riconobbe Mario Untersteiner, la produzione scientifica del giovane studioso mostrò un immediato affinamento filologico rispetto alla formazione patavina, che gli permise di intraprendere una strada nuova rispetto al suo maestro Diano (sulle parole di Untersteiner, cf. bibl. Degani nr. 180/1989-90).
Negli anni Novanta, comunque, rimandi ad αἰών riemersero nella corrispondenza di Degani con Gabriele Raspanti, allievo dell’Ateneo bolognese, intervenuto a difesa di Degani contro le citazioni polemiche che ne aveva fatto G. Marramao nel volume Kairós. Il dio del tempo debito (1992); con Heleen M. Keizer, che aveva discusso nel 1999 all’Università di Amsterdam una dissertazione dottorale su αἰών intitolata Life, Time, Entirety. A Study of AIΩN in Greek Literature and Philosophy, the Septuagint and Philo, di cui inviò una copia a Degani; con Italo Scardovi, professore della Facoltà di Scienze Statistiche dell’Alma Mater, che accenna al progetto di un nuovo saggio di Degani su αἰών con Edizioni Pendragon, mai realizzato. Quest’ultimo uscì invece postumo nel 2001 presso Pàtron come V volume della collana «Studi» di «Eikasmós», in cui l’analisi di αἰών veniva estesa all’età alessandrina e imperiale e ai testi cristiani.
Arrighetti 2005 = G. A., Sulla filologia di Enzo Degani, «Eikasmós» XVI (2005) 371-382.
Brelich 1962 = A. B., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «SMSR» XXXIII (1962) 171s.
Chantraine 1962 = P. C., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «RPh» XXXVI (1962) 290-292.
Classen 1962 = C.J. C., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Gnomon» XXXIV (1962) 366-370.
D’Agostino 1962 = V. D’A., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Rivista di Studi Classici» X (1962) 162-165.
Dazzi 1962 = N. D., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «RCCM» IV (1962) 117-119.
Detienne 1965 = M. D., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «REG» LXXVIII (1965) 386-388.
Keizer 1999 = H.M. K., Life, Time, Entirety. A Study of ΑΙΩΝ in Greek Literature and Philosophy, the Septuagint and Philo, Diss. Amsterdam 1999.
Lasso de la Vega 1964 = J.S. L.d.l.V., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Emerita» XXXII (1964) 121-128.
Marramao 1992 = G. M., Kairós. Il dio del tempo debito, Bari 1992.
Masaracchia 1962 = A. M., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Maia» XIV (1962) 162-165.
Schwabl 1963 = H. S., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Gymnasium» LXX (1963) 432s.
Solmsen 1963 = F. S., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «AJPh» LXXXIV (1963) 329-332.
Sprague 1963 = R.K. S., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «CPh» LVIII (1963) 52s.
Untersteiner 1961 = M. U., rec. E. Degani, ΑΙΩΝ da Omero ad Aristotele, «Athenaeum» XXXIX (1961) 364-368.