Filologia e Storia. Nel laboratorio di Enzo Degani

Storia della filologia classica

Uno degli interessi peculiari di Enzo Degani fu quello per la storia della filologia classica. Sulla scia dell’insegnamento di Giorgio Pasquali, Degani concepì la filologia come una disciplina eminentemente storica e in progressiva evoluzione, in cui ogni studioso poteva dare il proprio contributo originale al progredire dell’Altertumswissenschaft. Nel ripercorrere le tappe della nota disputa filologica tra la Sprachphilologie di Gottfried Hermann e la Sachphilologie di August Böckh nella Germania del XVIII secolo, «Degani, com’è giusto, e com’era nel suo temperamento, sceglie, si schiera, anche quando racconta» (Canfora 2002, 103s.): seguace della filologia formale e consapevolmente hermanniano per la preminenza che riconosceva alla lingua e alla costituzione del testo (si veda, tra gli altri, Citti 2001), Degani fu erede di Girolamo Vitelli – di cui fece proprio il motto «critica ed interpretazione non sono tutta la filologia, ma senza di esse non vi ha filologia» (1880, 537) – e fermo oppositore dello slogan romagnoliano sulla philologia delenda, contro il quale ribadì sempre la necessità di un «rigoroso approccio ai testi che resta e rimarrà alla base di ogni seria costruzione» (bibl. Degani nr. 339/1999, p. 310). In Degani, dunque, la storia della filologia classica non costituisce un’attività collaterale ai suoi studi, ma sostanzia e giustifica la sua stessa filologia, offrendogli «lo stimolo a ripensare ed a chiarire, a se stesso e agli altri, i fondamenti teorici della propria concezione del mestiere di filologo» (Burzacchini 2001, 474), nella «convinzione, da un lato, che la pratica filologica non possa prescindere dall’attenzione per i maestri del passato, le cui concrete esperienze ed elaborazioni teoriche hanno conferito all’Altertumswissenschaft una sempre più lucida consapevolezza metodica; dall’altro, che proprio questo tipo di ricerche risponda in modo privilegiato all’esigenza di ritrovare le giustificazioni più intime e vitali delle nostre discipline attraverso la loro storia ed altresì di verificarne l’effettivo collegamento con le istanze della società contemporanea» (bibl. Degani nr. 177/1989-1990 = nr. 221/1994, p. 393).
Della storia della filologia classica Degani si occupò soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta, una volta maturata una prospettiva più distaccata sul passato della propria disciplina; «non era però un interesse nato di recente. Imprescindibile fu per lui sempre l’esigenza metodica, qualsiasi problema affrontasse, di storicizzarlo, conoscere fino ai minimi particolari come di esso si fossero occupati gli studiosi che lo avevano preceduto» (Bossi 2000, 342). In effetti, già nel 1968 uscì un primo saggio dedicato ad Ettore Romagnoli (bibl. Degani nr. 33/1968), in cui propugnò con forza i dettami della filologia formale di Hermann e Vitelli.
Negli anni Settanta Degani promosse l’insegnamento di Storia della Filologia Classica nell’Ateneo bolognese, di cui lui stesso tenne la cattedra negli anni accademici 1973/1974-1976/1977 e 1987/1988. Nel 1979 pubblicò un intervento nell’ambito dell’inchiesta di Enrico Flores su Marxismo, mondo antico e terzo mondo e il saggio Studi classici e fascismo (bibl. Degani nrr. 67 e 71/1979), due importanti contributi in cui la storia degli studi veniva messa in relazione con le diffuse ideologie del Novecento. Qui mise in luce la «crisi drammatica degli studi classici», che impone «di continuo il quesito “cosa significa oggi l’Altertumswissenschaft?”» (bibl. Degani nr. 67/1979, p. 125), cui Degani rispose, «nella quotidiana attività di studioso e nelle continue riflessioni sulla storia degli studi classici» (Neri, FeS, 935), dimostrando l’importanza di un’impostazione rigorosamente filologica nell’approccio ai testi. A suo avviso, la crisi in atto nella filologia classica aveva un preciso corrispondente, in Italia, nella frattura tra cultura giovanile e cultura scolastica, e nell’inadeguatezza della scuola odierna a rispondere alle esigenze dei giovani, come si legge nelle inedite pagine manoscritte di un suo intervento dal titolo La filologia classica oggi:

Negli anni successivi Degani compose numerosi profili di filologi classici, scritti con grande accuratezza e su solide basi documentarie, in cui «l’orientamento di metodo non è affidato a proclami, bensì alle singole scelte operate dai personaggi da lui delineati, scelte che vengono di volta in volta segnalate e poi approvate o censurate, beninteso con i dovuti riferimenti alle varie situazioni culturali e quindi con equilibrate giustificazioni storiche […]. Sbaglio se vedo qui lo scrupolo di un coscienzioso commissario di concorso? Si trattava di concorsi postumi, ma importanti perché volti a dare un posto non nell’istituzione, bensì nella storia» (Rossi 2005, 390). E così, vent’anni dopo il profilo di Romagnoli, nel 1988, comparve il saggio su Gli studi di greco di Giorgio Pasquali (bibl. Degani nr. 151/1988), mentre all’anno successivo risalgono due interventi di grandissimo successo: da un lato La filologia greca in Italia nel secolo XX (bibl. Degani nr. 160/1989-1990), un «intervento così preciso, obiettivo ed esaustivo sull’argomento» (lettera di Giovanni Pascucci, 29.11.1989), che Degani descrisse come «un’esperienza quanto mai delicata ed impegnativa, portata avanti con la non piacevole certezza, fra l’altro, di dispiacere a molti…» (lettera a Pascucci, 3.12.1989) e che gli ha fatto «spesso ‘tremare le ginocchia’», ma che gli ha «consentito – così credo, almeno – di rimediare, in piccola parte, alle mie innumerevoli lacune» (lettera a Sebastiano Timpanaro, 8.5.1989); dall’altro lato, il saggio Da Gaetano Pelliccioni a Goffredo Coppola: la letteratura greca a Bologna dall’Unità alla Liberazione (bibl. Degani nr. 165/1989-1990), una vera e propria storia degli studi di greco a Bologna, pronunciata il 12 aprile 1989 nell’àmbito delle celebrazioni per il nono centenario dalla fondazione dell’Università di Bologna, e della quale è entrato ora a far parte a pieno diritto lo stesso Degani (per la storia più recente degli studi di greco nell’Ateneo bolognese, dalla Liberazione alla morte di Degani, cf. Neri 2023, in part. 139-145). Ancora al biennio 1989/1990 risalgono Gaetano Pelliccioni e le Anacreontee, Un ricordo di Mario Untersteiner e il Profilo di Giuseppe Schiassi (bibl. Degani nrr. 161, 180, 184/1989-1990), ma anche gli autobiografici Ricordi di un vecchio pigafettiano (bibl. Degani nr. 185/1989-1990).
Nel 1990 Degani fondò una nuova rivista, «Eikasmós. Quaderni Bolognesi di Filologia Classica», dove volle inserire una sezione specifica dedicata alla storia della filologia classica. E proprio in questa sede pubblicò nel 1992 il Ricordo di Bruno Lavagnini (bibl. Degani nr. 200/1992), un altro «validissimo, solido, documentato, rigoroso profilo», che suscitò l’ammirazione di Vincenzo Rotolo (lettera del 24.2.1993) per la capacità deganiana di «penetrare con tanta perspicuità e delicatezza anche nelle pieghe più intime di una personalità complessa e ricca, […] con scrupolosa oggettività, ma con totale comprensione delle sue istanze scientifiche e intellettuali». Appena nel 1991 Degani aveva ospitato nella rivista un Ricordo di Francesco Zambaldi di Lavagnini, che ne fu allievo: al poco noto Zambaldi, docente di Letteratura Greca alla Normale di Pisa, egli aveva già dedicato ampio spazio nel citato La filologia greca in Italia nel XX secolo (bibl. Degani nr. 160/1989-1990, pp. 1075-1077), ma ciò di cui andò particolarmente fiero e per cui si adoperò energicamente fra 1992 e 1993 fu l’acquisizione dei materiali che andarono a costituire il Fondo Zambaldi del suo Dipartimento di Bologna, come documenta l’affettuosa corrispondenza con gli eredi.
Un’altra iniziativa di ampio spessore fu la Festschrift Vogt, un’inedita silloge di ‘Ricordi’ di filologi classici (scomparsi più o meno recentemente), stilati da firme non di rado prestigiose di amici e colleghi del Prof. Ernst Vogt e a lui dedicati in occasione del suo sessantesimo compleanno: grazie a una lettera del 12.2.1992 di Carl Joachim Classen, Degani venne a conoscenza della miscellanea, raccolta da Werner Suerbaum a Monaco nel 1990, e si offrì di accoglierla nel IV volume di «Eikasmós» (1993), con «entusiasmo via via crescente per l’iniziativa, nella consapevolezza di realizzare un’opera non certo inutile, crediamo, per la storia dei nostri studi» (bibl. Degani nr. 213/1993). Grazie all’efficiente ed instancabile attività promozionale di Degani la Tabula Gratulatoria acclusa poté contare ben 505 nomi di illustri studiosi italiani e stranieri. Grandissimo fu l’apprezzamento degli studiosi per il volume, «ein großartiger Dienst an den Kollegen und an der Wissenschaft, vor allem der Wissenschaftsgeschichte» (lettera di Classen, 15.1.1994) e dotato di «tanti talenti fisici e spirituali: dalla bella tipografia alla stampa pulita e dalla solida rilegatura al ricco contenuto» (lettera di Vogt, 1.11.1993). L’11 novembre 1993 Degani fu a Monaco per la Consegna (Überreichung) a Vogt del volume della Festschrift, di cui tenne anche una Presentazione a Bologna, nell’aula dello Stabat Mater dell’Archiginnasio, il 14 aprile 1994:

Sempre nel 1993, con il suo Ipponatte e Giuseppe Gioacchino Belli (bibl. Degani nr. 214/1993), ebbe modo di dedicarsi ancora alla storia degli studi del suo Lieblingsdichter, mentre al 1994 risalgono il Ricordo di Giovanni Comotti (bibl. Degani nr. 218/1994) e il profilo di Domenico Scinà (bibl. Degani nr. 220/1994), una figura in realtà poco nota, che volle approfondire in relazione ai suoi interessi per Archestrato e la poesia gastronomica. Importanti furono i due profili di Giuseppe Fraccaroli, usciti tra il 1999 e il 2000, e il saggio Mario Untersteiner e i frammenti dei tragici greci (bibl. Degani nrr. 337 e 338/1999, 342/2000).

Gli ultimi anni furono dedicati in modo particolare alla riflessione di Degani sul tema Filologia e storia, un titolo che richiamava volutamente l’omonimo libro di Pasquali del 1920 e che si rivelava, ancora una volta, una dichiarazione di metodo ed intenti: pur credendo nella «complementarità dei due indirizzi», quello hermanniano e quello boeckhiano, «sentiti entrambi come componenti indispensabili del procedere filologico» (bibl. Degani nr. 339/1999, p. 291), Degani si mostrava ancora una volta convinto sostenitore della filologia formale per la preminenza della lingua e del testo. Dopo una prima conferenza a Salerno il 17 aprile 1996, di cui si riportano qui alcune pagine manoscritte,

l’argomento fu affrontato anche a Mendoza, in Argentina, il 22 settembre 1998 e a Bologna il 14 aprile 1999. Con Filologia e storia, che non poteva che uscire sull’amato «Eikasmós» (bibl. Degani nr. 339/1999), Degani si congedò dal mondo accademico con «un vero e proprio testamento culturale e scientifico, a difesa della lingua e della storia contro i multicolori assalti delle nouvelles histoires e dei dilettantismi passati e presenti» (Neri, FeS, 936). I toni battaglieri degli scritti giovanili hanno lasciato qui il posto a una scrittura più distesa e distaccata, ma non meno forte emerge la convinzione del ruolo imprescindibile della filologia di stampo hermanniano: semplicemente, «alla fine di questa riflessione si ha come la sensazione di un animo che appare rasserenato, le polemiche sono descritte col tono di chi le considera definitivamente superate, le battaglie vinte […], come si addice a chi ormai è definitivamente certo delle buone ragioni delle scelte fatte, scelte che considera ormai al sicuro e rese immuni dai pericoli di ogni ciarlataneria o improvvisazione senza fondamento» (Arrighetti 2005, 378s.).


Abbreviazioni bibliografiche
Arrighetti 2005 = G. A., Sulla filologia di Enzo Degani, «Eikasmós» XVI (2005) 371-382.
Bossi 2000 = F. B., Enzo Degani, «Eikasmós» XI (2000) 337-344.
Burzacchini 2001 = G. B., Enzo Degani †, «Gnomon» LXXIII (2001) 470-476.
Canfora 2002 = L. C., Enzo Degani e la storia degli studi classici, in AA.VV., Da ΑΙΩΝ a Eikasmós. «Atti della giornata di studio sulla figura e l’opera di Enzo Degani», Bologna 2002, 101-108.
Citti 2001 = V. C., Un hermanniano atipico, «Prometheus» XXVII (2001) 277-282.
Montanari 2001 = O. M., Ricordo di un maestro e di un amico, «CFC(G)» XI (2001) 315-320.
Neri, FeS = C. N., introd. a Storia della Filologia Classica, in E. Degani, Filologia e Storia. «Scritti di Enzo Degani», Zürich-New York 2004, 935s.
Neri 2023 = C. N., La Filologia e la didattica del Greco Antico a Bologna da Coppola a Degani (1945-2000): appunti per una ricostruzione, in W. Tega (a c. di), Le Scienze umanistiche a Bologna tra il secondo dopoguerra e il XXI secolo, Bologna 2023, 123-148.
Rossi 2005 = L.E. R., Un esploratore della parola, «Eikasmós» XVI (2005) 383-392.
Tosi 2001 = R. T., Enzo Degani (1934-2000): scienza filologica e storia della filologia, «Paideia» LVI (2001) 169-176.
Vitelli 1880 = G. V., rec. «RPh» I-IV (1877-1880), «RFIC» VIII (1880) 536-538.