Filologia e Storia. Nel laboratorio di Enzo Degani

Introduzione

La mostra virtuale Filologia e Storia. Nel laboratorio di Enzo Degani vuole rendere omaggio – nel novantesimo anniversario dalla nascita – a Enzo Degani (30/09/1934-23/04/2000), filologo classico, grecista e professore dell’Alma Mater Studiorum dal 1969 fino alla morte. La selezione di materiali qui offerta proviene dal Fondo Degani, acquisito dal Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica nel 2023 e tuttora in corso di ordinamento e parziale digitalizzazione.
La mostra si compone di 12 sezioni tematiche, che riproducono per lo più la struttura di Filologia e Storia. «Scritti di Enzo Degani», in cui – ormai venti anni fa – amici, allievi e collaboratori dello studioso raccolsero dopo la sua morte una selezione delle pubblicazioni più significative o difficili da reperire. Rispetto alle 9 sezioni di FeS, manca la sezione Varia, che avrebbe costituito un percorso poco coeso nel contesto di una mostra digitale, mentre sono state aggiunte 4 nuove sezioni: Αἰών, che si riferisce agli inizi dell’attività di ricerca di Degani; Ateneo di Naucrati, che riporta materiali inediti di un progetto poi rimasto incompiuto; Corrispondenza, che dà conto delle persone – principalmente, ma non esclusivamente, studiosi – con cui Degani tenne uno scambio epistolare (per questioni sia scientifiche e accademiche, sia personali) nei quarant’anni della sua carriera; «Eikasmós», in cui si ripercorrono le tappe della fondazione della rivista, vera e propria ‘creatura’ del filologo, che continua a tramandarne gli insegnamenti. Le varie sezioni ripercorrono la parabola cronologica degli studi di Degani per ognuna delle aree tematiche, traendo spunto dai documenti conservati nel Fondo; in calce ad ogni sezione sono riportate anche le abbreviazioni bibliografiche di riferimento, che rispecchiano i criteri editoriali di «Eikasmós»
I destinatari della mostra sono, da un lato, gli studiosi di storia della filologia classica, di storia dell’insegnamento del greco a Bologna e di storia dell’Accademia italiana del Novecento, che potranno ora integrare nelle loro ricerche anche la figura stessa di Degani; dall’altro lato, i non addetti ai lavori e gli studenti, che potranno così vedere ‘in diretta’ il misterioso lavoro del filologo, curiosando tra le sue carte e seguendo lo sviluppo del suo pensiero critico. Le pagine contengono anche molti collegamenti ipertestuali, che rinviano ad altre sezioni interne della mostra o a pagine web o pdf: in particolare, tutti i riferimenti alle pubblicazioni di Degani sono accompagnati dalla dicitura “bibl. Degani nr. x/y”, che rinvia alla bibliografia redatta da Giovanna Alvoni («Eikasmós» XI, 2000, 345-358 = FeS, XVII-XXX).

Gli oltre 3000 documenti che costituiscono il Fondo Degani sono stati conservati nel modo più fedele possibile a come li aveva ordinati l’autore. Ne fa parte un cospicuo gruppo di materiali manoscritti con appunti di varia natura: brevi note (anche a margine di testi stampati, propri o altrui), correzioni di errori o refusi, rinvii bibliografici e integrazioni più consistenti, ma anche sottolineature, linee ondulate, punti interrogativi o esclamativi per esprimere dubbio o dissenso; vi sono poi le sintesi di pubblicazioni di altri studiosi e i materiali preparatori ai corsi. Il Fondo contiene anche numerosi dattiloscritti con i testi delle sue conferenze e i suoi articoli, spesso rivisti da Degani anche dopo la pubblicazione con correzioni e integrazioni autografe. Da tutti questi materiali emerge la figura di uno studioso brillante, attento ai minimi dettagli e sempre pronto a ridiscutere le proprie posizioni – ad avere, dunque, la ‘gomma in tasca’, come si soleva dire allora –, con l’onestà intellettuale di chi è alla continua ricerca di nuovi dati e di bibliografia di riferimento aggiornata. Egli aveva infatti l’abitudine di documentarsi nel modo più esaustivo possibile – come nell’edizione ‘aperta’ di Ipponatte, in cui ogni lezione o congettura è riportata per completare il quadro anche sulla storia degli studi –, contro quella tendenza, purtroppo oggi sempre più diffusa, all’‘azzeramento’: con questa espressione Degani intendeva la pratica di avanzare pericolose speculazioni teoriche che non fossero sorrette da una conoscenza approfondita e sistematica della lingua e del testo, dello status quaestionis e della bibliografia di riferimento.
Completa il Fondo una corrispondenza sterminata, comprendente lettere, cartoline, fax, riscontri a o di Degani: da qui emergono punti di vista e scelte di metodo di studiosi di rilievo, ma anche la fitta rete di relazioni interpersonali e di amicizie autentiche che Degani seppe alimentare, dagli anni della gioventù fino alla morte, grazie anche alla sua disponibilità a fornire suggerimenti e consulenze a chi gliene facesse richiesta.
La selezione del materiale ha comportato, inevitabilmente, numerose omissioni. Vi sono infatti scritti di Degani tuttora inediti, come la versione italiana delle voci poi pubblicate in tedesco per il Neuer Pauly e, soprattutto, la Storia della letteratura greca fino al 300 a.C. (bibl. Degani nr. 348/inedito), epitomata e tradotta in tedesco da Heinz-Günther Nesselrath nel 1997 nella Griechische Literatur bis 300 v. Chr. (bibl. Degani nr. 310/1997), poi ritradotta in italiano da Sotera Fornaro nel 2004. Inedite sono rimaste anche le 12 voci che Degani, ancora giovanissimo, scrisse per l’Enciclopedia Fabbri, commissionategli da Antonino Pagliaro, che ne apprezzò le doti di «originalità e felicissimo equilibrio» (lettera del 26.3.1969), «chiarezza e finezza critica» (lettera del 1.7.1970). Più volte citata nelle varie sezioni è la stessa corrispondenza, che si è scelto tuttavia di non riprodurre in originale, ma per cui si invita alla consultazione diretta del Fondo: l’auspicio è proprio che la mostra possa contribuire a far conoscere il Fondo e a valorizzarne le molteplici ragioni di interesse, rendendo nota la figura di Degani anche agli studiosi più giovani, per i quali l’osservazione di un metodo di lavoro costituisce un’occasione preziosa e insostituibile di formazione. Restano esclusi dalla mostra altri argomenti che pure furono studiati da Degani, come gli autori di età ellenistica (ad esempio, Eronda, Fenice di Colofone e Macone), ai quali si dedicò a partire dal suo Lieblingsdichter, Ipponatte, che gli permise di coniugare tanti dei suoi interessi: dalla giambografia alla commedia, dalla lessicografia alla poesia parodico-gastronomica. Anche ciò che non era oggetto primario del suo interesse, dunque, poteva diventare per Degani meta di studi seri e documentati, funzionali a ricostruire tutti i tasselli di un quadro unitario; al centro delle sue indagini, comunque, restò sempre l’approccio diretto al testo, anche e soprattutto per quei generi, pur lontani dai canoni classici, che tanto lo appassionavano: dalla poesia parodica e gastronomica all’epigramma, dalla lessicografia alla produzione bizantina. Ed è proprio nel tentativo di ricostruire un quadro completo per ogni argomento studiato che si colloca un altro interesse specifico di Degani, quello per la storia della filologia classica, nell’intima convinzione che a un lavoro filologico in senso hermanniano sui testi si dovesse accompagnare una visione storicista, tale da indagare autori e testi alla luce dei contesti storici di riferimento, sempre in linea con la necessità di una ricostruzione dei fatti precisa e ben documentata.

Dalla mostra possono emergere, a tratti, anche altri aspetti dell’attività di Degani, pur secondari – o, piuttosto, complementari – rispetto al suo laboratorio filologico. Egli nutrì un forte interesse per la didattica lato sensu, dalle scuole superiori (per le quali tenne molte conferenze e scrisse testi come l’Antologia di Lirici greci con Gabriele Burzacchini, bibl. Degani nr. 58/1977-1978, e la succitata Storia della letteratura, bibl. Degani nr. 348/inedito) fino ai corsi universitari, come testimoniano i numerosi appunti manoscritti in preparazione delle lezioni. In veste di conferenziere, ebbe un’eccezionale capacità di appassionare e coinvolgere l’uditorio; e come divulgatore, pur rammaricandosi di non essere in grado di fare le grandi sintesi, preferendo piuttosto i problemi particolari (come si legge, ad esempio all’inizio del dattiloscritto di una conferenza tenuta a Catania nel 1984), seppe invece essere sempre chiaro e sintetico al tempo stesso, come dimostrano il capitolo sulla Tragedia in Democrazia ateniese e sviluppo del dramma attico (bibl. Degani nr. 69/1979) e la stessa Storia della letteratura (bibl. Degani nr. 349/inedito).
Degani intraprese anche numerose iniziative e progetti d’équipe che, insieme alle sue lezioni di stampo seminariale, ben dimostrano l’alta considerazione che il filologo aveva della cooperazione tra studiosi e del lavoro di ricerca nel gruppo; seppe infatti spendersi al servizio della sua disciplina e coinvolgere tanti colleghi e giovani collaboratori, dando vita a una vera scuola filologica che si raccoglieva intorno alla redazione di «Eikasmós». Membro di numerose associazioni, ricevette vari riconoscimenti, tra cui nel 1998 il prestigioso Praemium Classicum Clavarense dell’Associazione Italiana di Cultura Classica.
I numerosi ricordi pubblicati in mortem, citati qua e là anche nelle sezioni della mostra, rendono forse l’idea, anche se in minima parte, del segno profondo che Degani ha lasciato come persona in chi lo ha conosciuto.


Abbreviazioni bibliografiche
Degani, FeS = Filologia e Storia. «Scritti di Enzo Degani», Zürich-New York 2004.
Nesselrath 1997 = H.-G. N. (ed.), Einleitung in die griechische Philologie, Stuttgart-Leipzig 1997 (si veda in part. E. Degani, Griechische Literatur bis 300 v. Chr., pp. 171-245; trad. it. a c. di S. Fornaro, Introduzione alla filologia greca, Roma 2004, 213-344).

Mostra virtuale pubblicata il 30 settembre 2024.