Ezio Raimondi: la biblioteca infinita

Ezio Raimondi: gli anni della formazione universitaria

Ezio Raimondi, matricola n. 4308, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Ateneo di Bologna il 21 ottobre del 1941. Nell’anno accademico 1941-42 è Rettore dell’Alma Mater Alessandro Ghigi, zoologo di fama internazionale.

Quando Raimondi si iscrive all’Università Lorenzo Bianchi, professore ordinario di Lingua e Letteratura tedesca, è Preside della Facoltà.

Bianchi ebbe un ruolo importante nel percorso formativo e universitario dell’allora giovane studioso. È infatti grazie ai legami di quest’ultimo con l’Università di Heidelberg che Raimondi ottenne una borsa di studio finalizzata al consolidamento delle conoscenze di lingua e letteratura tedesche: fu soltanto l’avvento della guerra che allontanò l’allora promettente studente da una potenziale carriera da germanista, vista la difficile contingenza che colpì Bianchi, politicamente compromesso con il regime. 

Oltre alla Germanistica, il percorso formativo dello studente è intimamente segnato dal magistero di Roberto Longhi e dal metodo filologico condotto sulle immagini. L’esame di Storia dell’arte infatti costituisce un episodio cruciale da ricordare: nell’anno accademico 1942-43 Raimondi chiede di sostenere nella sessione estiva vari esami tra cui anche quello di Storia dell’arte.

Purtroppo, raggiunto dalla chiamata alle armi nel gennaio del 1944, sosterrà l'esame con Longhi soltanto nell'immediato dopoguerra; peraltro, occorre ricordare, che Longhi il 18 ottobre 1943 aveva rassegnato le sue dimissioni dall’Università. Il 17 aprile 1942 Raimondi esordisce sul foglio del GUF «Architrave» con un articolo intitolato Aurea modestia dello stucco. 

Ezio Raimondi si laurea ventunenne con una tesi intitolata Note petrarchesche discussa il 23 ottobre 1945 con il professor Carlo Calcaterra il quale suggerì l’erudito argomento da trattare, anche in ragione dei suoi studi petrarcheschi di quel periodo.

In quegli anni tanti dei grandi maestri oggi riconosciuti popolavano l’università della città felsinea: un esempio illustre è il latinista Alfonso Traina, che in un libro dedicato ai ricordi giovanili rammenta l’incontro con Raimondi in una preziosa testimonianza.