Ezio Raimondi: la biblioteca infinita
Cronologia
Cronologia essenziale della vita e delle opere di Ezio Raimondi
1924
22 marzo: nasce a Pozzo-Sasso (Lizzano in Belvedere) da Adolfo e Adelfa Fioresi.
1941-1945
Dopo aver frequentato l’Istituto Magistrale Giuseppe Albini, nel 1941 consegue la maturità classica al R. Liceo Ginnasio Marco Minghetti.
Il 21 ottobre dello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere. Studia sotto la guida di Lorenzo Bianchi, Carlo Calcaterra e Roberto Longhi e nel contempo, negli anni scolastici 1941-42 e 1942-43, esercita la professione di maestro elementare nelle scuole Manzolini e Guidi.
Esordisce come giornalista e critico letterario nel periodico del GUF «Architrave» in occasione dei Littoriali del lavoro del 1942.
Il 23 ottobre 1945 discute con Carlo Calcaterra la tesi di laurea Note petrarchesche.
1946-1950
Pubblica su «Convivium» e «Studi Petrarcheschi» articoli su vari autori (Leopardi, Verga, Kafka), ma i suoi interessi di ricerca, oltre a Petrarca, si concentrano sull’Umanesimo (Claricio e Codro), Alfieri e la cultura erudita settecentesca.
Svolge per la Facoltà di Lettere e Filosofia il III e IV corso delle Esercitazioni di lingua latina per reduci e assimilati. È Assistente volontario di Letteratura italiana dal 01-11-1946 al 31-10-1947; Lettore incaricato di Letteratura greca dal 01-11-1947 al 31-10-1948; Lettore incaricato di Letteratura italiana dal 01-11-1948 al 31-10-1949 e Assistente volontario di Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea dal 01-11-1949 al 31-10-1954.
Dal 1° ottobre 1949 al 31 ottobre 1962 insegna Latino e Storia nell’Istituto Magistrale Laura Bassi.
1951-1955
Il 26 maggio 1951 gli viene conferita con Decreto Ministeriale la libera docenza in Letteratura italiana e nell’a.a. 1952-53 riceve dalla Facoltà di Lettere l’incarico di svolgere un corso di dieci lezioni su «La prosa dell’Alfieri».
Il 27 giugno 1952 si iscrive al Centro di Studi di Filologia Italiana annesso all’Accademia della Crusca. Nel triennio del “Comando”, a stretto contatto con Mario Casella, Gianfranco Contini, Bruno Migliorini, Francesco Pagliai e Giorgio Pasquali attende all’edizione critica dei Dialoghi di Torquato Tasso (1958).
Nel 1953 entra a fare parte della rivista «il Mulino» e dal 1967 al 2006 è presidente del consiglio editoriale della casa editrice.
Dal 1954 è direttore del Collegio universitario di eccellenza Irnerio, nato per volontà dell’organismo di provvidenza assistenziale Opera Universitaria.
1956-1960
Il 1° novembre 1955 ottiene l'incarico d’insegnamento di Lingua e letteratura italiana presso la nuova Facoltà di Magistero.
In vista della pubblicazione dell’antologia ricciardiana Trattatisti e narratori del Seicento (1960), tiene corsi monografici sui Trattatisti e critici del paralogico barocco (a.a. 1956-57) e su La prosa di Daniello Bartoli (a.a. 1957-58). La preparazione dell’antologia gli dà modo di studiare a fondo l’età barocca, i cui risultati sono raccolti in Letteratura barocca. Studi sul Seicento italiano (Firenze, Olschki, 1961, rist. nel 1982 con una nuova introduzione) e Anatomie secentesche (Pisa, Nistri-Lischi, 1966).
La seconda parte del corso dell’a.a. 1957-58 (Renato Serra tra critica e storia) testimonia una lunga fedeltà a Serra al quale dedicherà due monografie: Il lettore di provincia. Renato Serra (Firenze, Le Monnier, 1964) e Un europeo di provincia. Renato Serra (Bologna, il Mulino, 1993).
Intorno alla fine degli anni ’50 rinuncia all’incarico affidatogli da Gianfranco Contini di curare l’edizione commentata della Liberata per la collana «Nuova raccolta di classici annotati» di Einaudi. Gran parte dei saggi su Tasso epico e sul Manierismo letterario confluiranno in Rinascimento inquieto (Palermo, Manfredi, 1965; rist. da Einaudi con nuovi capitoli nel 1994) e in Poesia come retorica (Firenze, Olschki, 1980).
1961-1965
In qualità di professore straordinario di Lingua e letteratura italiana nella Facoltà di Magistero dal 01-02-1962 al 31-01-1965, nell’a.a. 1960-61 si occupa della Vita di Alfieri; nell’a.a. 1961-62 della Commedia dantesca; nell’a.a. 1962-63 della prosa di Machiavelli; nell’a.a. 1963-64 dell’esperienza letteraria dannunziana; negli a.a. 1964-65 e 1965-66 di Manzoni e dei Promessi sposi.
Nel 1963 assume la carica di direttore dell’Istituto di Filologia moderna. Nell’a.a. 1963-64 su invito di Vittore Branca tiene l’insegnamento di Filologia italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova.
Il 1° febbraio 1965 diviene professore ordinario di Letteratura italiana.
1966-1973
Nel 1966 con Luigi Heilmann fonda «Lingua e stile». Sulla rivista pubblica articoli di teoria della letteratura dedicati al Formalismo, a Bachtin e al romanzo polifonico dostoevskiano, poi raccolti nel volume Tecniche della critica letteraria (Torino, Einaudi, 1967).
Nel 1965 conosce Charles Singleton, che nel ’68 lo invita alla John Hopkins University di Baltimora per partecipare a un simposio sopra l’interpretazione con Paul de Man, Stephen Gilman, Ernst Gombrich, Murray Krieger, Arnaldo Momigliano e Jean-Pierre Vernant.
Nel corso di laurea in Lingue e letterature straniere della Facoltà di Magistero insegna Storia del teatro dal 01-11-1966 al 31-10-1970 e Storia del teatro e dello spettacolo dal 01-11-1970 al 31-10-1976.
Dovendo preparare il capitolo garzantiano su Scienziati e viaggiatori del Seicento (1967), nelle lezioni dell’a.a. 1966-67 esplora i nuovi indirizzi della History of Ideas e propone letture di autori poco noti in Italia (Arthur Lovejoy, Marjorie Hope Nicolson, Alexandre Koyré, Richard Foster Jones).
Continua a pubblicare saggi su Dante, Machiavelli, Manzoni e il Romanticismo, successivamente riuniti in Metafora e storia. Studi su Dante e Petrarca (Torino, Einaudi, 1970, rist. nel 1977, nel 1982 e nel 1983); Politica e commedia. Da Beroaldo a Machiavelli (Bologna, il Mulino, 1972, riedito nel 1998 con nuovi aggiornamenti); Il romanzo senza idillio. Saggio sui «Promessi Sposi» (Torino, Einaudi, 1974: dalla III ed. del 1983 è aggiunto il capitolo «La parte del lettore»).
Nel 1967 riceve il Premio Feltrinelli assegnato dall’Accademia nazionale dei Lincei.
1974- 1985
Dal 1° novembre 1974 ricopre la cattedra di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. Porta a compimento gli studi su Alfieri (Il concerto interrotto, Pisa, Pacini, 1979 e Le pietre del sogno. Il moderno dopo il sublime, Bologna, il Mulino, 1985) e D’Annunzio (Il silenzio della Gorgone, Bologna, Zanichelli, 1980). Seguendo un metodo basato su un’impostazione interdisciplinare dell’italianistica, nel 1978 pubblica con Einaudi Scienza e letteratura, e, nel 1981, fonda con Paolo Rossi e Antonio Santucci la rivista «Intersezioni».
Costante in questi anni è l’attenzione per i rapporti tra letteratura e retorica. Nel 1984 firma con Andrea Battistini il capitolo Retorica e poetiche dominanti uscito nella Letteratura italiana Einaudi diretta da Alberto Asor Rosa (rist. nel 1990 con il titolo Le figure della retorica. Una storia letteraria italiana).
1986-1995
Alla fine degli anni ’80 Manzoni è al centro dei suoi interessi di ricerca. Esce nel 1987 l’edizione commentata, con Luciano Bottoni, dei Promessi Sposi (Milano, Principato, ristampa Carocci, 2021, a cura di Silvia Contarini). I saggi su Manzoni, concepiti in tempi diversi (dal 1983 in avanti) e per occasioni irrelate, sono invece raccolti ne La dissimulazione romanzesca. Antropologia manzoniana (Bologna, il Mulino, 1990: II ed. 1997; III ed. 2004).
Svolge corsi monografici di carattere tematico che abbracciano l’intero arco della nostra tradizione letteraria [a titolo esemplificativo si segnalano: Metafora e sogno dell’a.a. 1985-86; Intertestualità e storia letteraria. Da Dante a Montale dell’a.a. 1990-91 (edito da Bruno Mondadori nel 2004 con il titolo Le metamorfosi della parola: da Dante a Montale); La letteratura italiana: il moderno, la tradizione e l’identità nazionale dell’a.a. 1993-94, edito da Bruno Mondadori nel 1998 con il titolo Letteratura e identità nazionale)].
Negli anni ’90 le ricerche si orientano i rapporti tra arte e letteratura, con al centro le figure di Roberto Longhi e Francesco Arcangeli, sono studiati in relazione al Novecento (cfr. il corso dell’a.a. 1989-90 Barocco moderno. Carlo Emilio Gadda e Roberto Longhi, edito da Bruno Mondadori nel 2003) e al barocco bolognese (vd. Il colore eloquente. Letteratura e arte barocca, Bologna, il Mulino, 1995).
Il 26 gennaio 1991 il sindaco Renzo Imbeni gli consegna il premio “Archiginnasio d’oro” per l’anno 1990.
1995-2015
Nel 1996 si congeda dall’università per raggiunti limiti d’età. Dal 1991 al 2011 è presidente dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e direttore della rivista «IBC. Informazioni, commenti inchieste sui beni culturali». I testi degli editoriali e degli articoli scritti per la rivista sono raccolti nel libro Tra le parole e le cose (Bologna, BUP, 2014).
I corsi monografici degli a.a. 1958-59 e 1959-60, incentrati rispettivamente su Scipio Slataper e Giovanni Boine, sono riproposti nel volume Prime lezioni. Scipio Slataper-Giovanni Boine, curato da Andrea Battistini, Fausto Curi e Werther Romani (Bologna, Pendragon, 2004).
Gli interventi che nel corso degli anni (dal 1985 al 2006) ha dedicato a Roberto Longhi e alla sua scuola, da Alberto Graziani a Francesco Arcangeli, da Cesare Gnudi a Carlo Volpe, sono riuniti in Ombre e figure. Longhi, Arcangeli e la critica d’arte, curato da Gabriella Fenocchio e Giorgio Zanetti (Bologna, il Mulino, 2010).
Dal 1999, e per diversi anni, tiene corsi di Letteratura italiana presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Bressanone, Università di Bolzano.
Nel 2013 riceve il Premio Marino Moretti alla carriera.
2014
18 marzo: si spegne a Bologna alla vigilia dei novant’anni.