Monsieur Giuseppe Raimondi tra Bologna e la Francia

Introduzione

La mostra espone alcuni dei documenti originali più interessanti (lettere, cartoline, disegni, fotografie, opuscoli) presenti nel Fondo archivistico di Giuseppe Raimondi (Bologna, 1898 – 1985) conservato presso la Biblioteca umanistica “E. Raimondi” dell’Università di Bologna. L’obiettivo della mostra – finanziata dalla Fondazione Carisbo attraverso il bando “Riscopriamo la città” 2019 – è riportare l’attenzione su una figura appartata ma in realtà centrale per la cultura bolognese e nazionale del XX secolo, in grado di intercettare le più rilevanti tendenze artistiche e letterarie nel panorama europeo tra le due guerre mondiali.

Con questo nuovo progetto espositivo, si intende riprendere in carico l’auspicio esposto da Luciano Anceschi nella premessa al catalogo della mostra Giuseppe Raimondi tra pittori e poeti del 1977, ovvero far uscire Raimondi «da una sua clausura a risvegliare la nostra memoria, e anche a sorprendere i più giovani», riscoprendo non solo l’autore ma anche la sua città: «la forza di una indicazione che ebbe in Bologna un centro di riferimenti e di rapporti tra scrittori e artisti italiani e stranieri “che passarono presso Raimondi” nella prospettiva anche di una vicenda personale ricca di sorprese».

In particolare, tra le due guerre Raimondi ha svolto un fondamentale ruolo di mediatore tra cultura italiana e francese, riuscendo a trasformare la fumisteria del padre e dello zio in piazza Santo Stefano in un luogo di riferimento culturale per la città: era amico personale di Bacchelli, Carrà, de Pisis, Longanesi, Morandi, Ungaretti; era in contatto anche con autori di area francese, come Apollinaire, Cendrars, Tzara e Valéry. Come ricorda l’autore stesso: «Quanti episodi occorsi nella cronaca di un giovane scrittore italiano, appartato fra le mura solide della città delle torri, ma con gli occhi che guardavano fin sotto la gabbia della Tour Eiffel. Ne parlano in qualche modo le testimonianze rimaste nei foglietti e nelle carte vergate dall’inchiostro talvolta scolorito dei miei corrispondenti».

In questa prospettiva, il percorso espositivo è suddiviso in 9 bacheche, ognuna dedicata a un autore o ad un movimento letterario a testimonianza dei rapporti intellettuali di Raimondi tra Bologna e la Francia: 5 bacheche sono direttamente legate ad amici e corrispondenti francesi (Apollinaire, Cendrars, Valéry, Il movimento dadaista e Altri scrittori francesi); 4 ad amici scrittori e pittori italiani (Ungaretti, Longanesi, Carrà, de Pisis) con cui ha condiviso l’interesse per la cultura transalpina. In ogni bacheca, sono esposti importanti documenti (cartoline, lettere, disegni originali, fotografie, opuscoli, volumi) che fanno parte dei 14 Album approntati dallo stesso Raimondi per la mostra del 1977. Per alcuni materiali viene proposta la riproduzione fotografica di uno dei due lati e la corrispondente trascrizione di porzioni di testo. Ogni bacheca è accompagnata da un pannello esplicativo, in relazione ai materiali selezionati.

Per riportare i documenti in condizioni ottimali per l’esposizione al pubblico, è stato necessario sottoporli a un delicato e meticoloso processo di restauro, condotto sotto la supervisione della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna. Il restauro e la mostra rientrano nel più ampio progetto di valorizzazione del Fondo archivistico Giuseppe Raimondi promosso dal Dipartimento di Filologia classica e italianistica all’interno dell’‘Iniziativa Dipartimenti di Eccellenza MIUR (L. 232 del 01/12/2016)’. Il catalogo della mostra è pubblicato dalla casa editrice Pendragon di Bologna.


Mostra a cura di Marco Antonio Bazzocchi e Filippo Milani allestista presso la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna (4 novembre 2022 - 5 febbraio 2023)
Mostra virtuale pubblicata il 4 novembre 2022.