Monsieur Giuseppe Raimondi tra Bologna e la Francia
Guillaume Apollinaire
Il breve ma significativo rapporto epistolare tra Giuseppe Raimondi e il poeta-soldato Guillaume Apollinaire (1880-1918) si sviluppa nel biennio 1917-18, verso la fine della Prima guerra mondiale. È il giovane e sconosciuto bolognese a prendere l’iniziativa, grazie alla mediazione del pittore Carlo Carrà: dopo aver letto alcune poesie dello scrittore francese uscite sulle riviste “Lacerba” e “La Voce”, decide di inviargli una lettera richiedendo alcuni testi poetici per la rivista “Avanscoperta”, di cui era redattore. Apollinaire accetta con entusiasmo e invia da Parigi una cartolina, il 4 aprile 1917, che contiene la poesia autografa À l’Italie, poi pubblicata sul doppio n. 4-5 del maggio 1917. Da questo momento comincia un intenso scambio: Apollinaire chiede informazioni sulla situazione della cultura italiana, apprezzando le opere di Soffici e Palazzeschi in contrasto con la poetica futurista di Marinetti, e lo aggiorna sulla pubblicazione dei Calligrammes (1918); mentre Raimondi chiede aggiornamenti sulle nuove tendenze della poesia francese e riceve i numeri più recenti delle riviste “Nord-Sud”, “Sic” e Soireés de Paris”. In una lettera inviata da Parigi il 22 febbraio 1918 [...]
[...] Apollinaire si lascia andare anche a confessioni personali: rivela l’emozione provata da bambino quando vide uno spettacolo di pagliacci presso il parco della Montagnola, episodio raccontato anche a Picasso, che ne rimase così colpito da far entrare i pagliacci nel suo repertorio. Una delle ultime cartoline inviate da Apollinaire risale al 9 marzo 1918: da un lato c’è l’immagine della cattedrale di Reims; dall’altro il poeta autorizza Raimondi a pubblicare parte della lettera precedente con il titolo Souvenir sul primo numero della rivista “La Raccolta”. Purtroppo, pochi mesi dopo, Apollinaire si ammala di influenza spagnola e muore nella sua casa di Parigi. È il comune amico Giuseppe Ungaretti a dare la notizia a Raimondi in una cartolina inviata da Parigi il 19 novembre 1918, definendolo «il poeta più artista che vivesse in Europa».
La fedeltà di Raimondi viene testimoniata anche dai numerosi fascicoli e volumi conservati nel suo fondo librario, come il fascicoletto con una selezione di testi di Apollinaire, pubblicato per le edizioni di “SIC” nel febbraio 1919, e una riedizione dei Calligrammes del 1952.