Monsieur Giuseppe Raimondi tra Bologna e la Francia

Giuseppe Ungaretti

Il rapporto epistolare con Giuseppe Ungaretti (1888-1970) prende avvio nel febbraio 1918, si intensifica tra la fine della guerra e la fine degli anni Venti, per protrarsi fino al 1966. La maggior parte delle lettere di Ungaretti sono scritte dalla zona di guerra, ma l’attenzione è rivolta soprattutto alla nascita di una nuova cultura italiana dopo il conflitto, favorendo un intenso scambio culturale italo-francese. In una lettera inviata nel 1918, Ungaretti si complimenta con Raimondi per aver cominciato la traduzione delle poesie di Baudelaire, e propone un parallelo tra la contemporanea fioritura di arti e lettere in Italia e «le grandi ore iniziali del romanticismo e del simbolismo».

Più volte lo scrittore bolognese lo invita a collaborare alla nuova rivista “La Raccolta”. Ad una lettera inviata nel maggio del 1918, Ungaretti allega tre fogli manoscritti con un gruppo di testi che compone gli Atti primaverili e d’altre stagioni, che vengono pubblicati su “La Raccolta” (n. 4 del 15 maggio 1918).

Nelle lettere di quel periodo, l’argomento centrale diventa l’influenza della poetica di Apollinaire sulla nuova poesia europea nel complesso passaggio dalle avanguardie al “rappel à l’ordre”. In polemica con Soffici, Bontempelli e Cardarelli, Ungaretti si oppone alla versione italiana del “ritorno all’ordine”, che considera fiaccamente tradizionalista, senza la capacità di innovare della lirica francese. In ogni caso, continua ad incoraggiare Raimondi nelle sue iniziative editoriali, inviandogli con continuità testi inediti: come il manoscritto autografo su tre foglietti del saggio Innocenza e memoria, che viene pubblicato sulla rivista “L’Italiano” (n. 12-13 del 7 ottobre 1926).

Il ruolo chiave assunto da Ungaretti nell’agevolare gli scambi culturali italo-francesi negli anni Venti risulta evidente dalla lettera inviata da Parigi il 6 luglio 1926 su carta intestata della “Nouvelle Revue Francaise” (NRF), una delle più importanti riviste letterarie francesi, con la quale aveva istituito un’intensa collaborazione.

I loro rapporti hanno una flessione negli anni Trenta e Quaranta, ma riprendono dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con reciproci scambi di documenti, come il volumetto di Ungaretti Due poesie (1959), con una dedica a Raimondi.