Monsieur Giuseppe Raimondi tra Bologna e la Francia

Filippo De Pisis

Nel 1916 il giovane Filippo Tibertelli de Pisis (1896-1956) si trasferisce a Bologna per poter frequentare l'università e per conoscere a fondo l'ambiente culturale cittadino, stringendo una solida amicizia con Raimondi e invitandolo spesso ad andare a Ferrara, come nella lettera del 16 aprile 1916.

Numerosi sono i disegni che de Pisis regala a Raimondi in segno di grande stima, come il Ritratto di dama, la Donna con cappello e l’Autoritratto datato 10 gennaio 1914.

Il loro sodalizio nasce durante la Prima guerra mondiale e si fonda sulla comune necessità di trovare nuove forme espressive per superare il dramma bellico e per andare oltre la poetica futurista, in ambito letterario e artistico. È proprio Raimondi a far conoscere la poetica dadaista all’amico ferrarese e ad incoraggiarlo a continuare la corrispondenza con Tristan Tzara. In seguito, il marchesino pittore si avvicina al movimento metafisico, grazie all’incontro con De Chirico, Savinio e Carrà, per poi sviluppare il suo particolare stile pittorico. Ma il pittore ferrarese continua a sentirsi soprattutto intellettuale e poeta, scrivendo saggi, articoli e testi poetici, come quello che invia a Raimondi intitolato Marinaio: romanza, datato 24 dicembre 1918.

Nell’estate 1919, avviene il decisivo incontro tra de Pisis e Morandi, grazie alla fondamentale mediazione di Raimondi, che segna un momento di svolta per la pittura del ferrarese. Negli anni successivi, de Pisis si trasferisce a Parigi, dove trova l’ambiente ideale per sviluppare la sua ricerca artistica, entrando in contatto con i maggiori esponenti delle avanguardie francesi: la cartolina con l’immagine dell’Hotel des Invalides che invia a Raimondi riporta i saluti di De Chirico e le firme autografe dello stesso de Pisis e degli artisti Carpentier, Utrillo, Stravinzki, Picasso, Bobermann, Chiltian, Sacha, Derain.

Grazie a De Chirico riesce anche ad allestire una mostra personale presso la galleria Au Sacre du Printemps dal 23 aprile al 7 maggio 1926.

La reciproca fedeltà umana e artistica viene testimoniata dalle lettere successive: de Pisis invia da Parigi una lettera in data 28 ottobre 1938, proponendo a Raimondi di scrivere un articolo per la nuova rivista “Le Arti”, incentrato su una serie di disegni di figure;

[...] durante il secondo conflitto mondiale, in una lettera inviata da Parigi il 9 luglio 1942, egli comunica che ha letto un bel racconto di Raimondi e che sta scrivendo nuove poesie.