Doni di libri. Le dediche di Andrea Battistini nei libri della Biblioteca Umanistica Raimondi

«Una lettura non scontata»:

Vico e la sapienza retorica

 

Nelle dediche apposte agli scritti su Giambattista Vico, alcuni fittamente postillati dal destinatario del dono, Battistini esprime al maestro Raimondi, accanto a contingenze frutto di favori e scambi continui, la profonda gratitudine di averlo avviato alle pagine del filosofo partenopeo. Promotore di una retorica non esornativa ma speculativa, sostenitore dell’unitarietà del sapere contro gli specialismi dilaganti, Vico offre a Battistini quasi un alter ego, un vasto campo dove mostrare l’incontro della tradizione dei luoghi comuni con la fantasia, l’unione della ragione con le passioni, la lotta contro il dogmatismo a favore del pragmatismo, la confluenza del rinnovamento culturale nel riformismo politico.

Una lunghissima fedeltà ad un autore, quella attestata dai saggi vichiani, che approda nel 1990 alla consacrazione della firma di Battistini a curatore dell’edizione nei «Meridiani» Mondadori.

Battistini fu sempre «memore e riconoscente» per l’incontro, stimolato dal maestro Raimondi, con una retorica, come quella vichiana, spinta all’azione come all’espressione di una parola preziosa, che persuade e rende umani. Né omise nella dedica del 1995 che la pubblicazione della prima monografia su Vico (La degnità della retorica) fu resa possibile dall’influenza e dalla autorevolezza del suo maestro: «ancora memore e riconoscente / per l’altro volume vichiano, / fatto pubblicare vent’anni fa».