Paesaggio Linguistico plurilingue bolognese
Vademecum
Come in una vera e propria esposizione, alcune indicazioni prima di accedere alle sale della mostra.
Questa mostra è immaginata come un percorso quotidiano e reale tra le vie di Bologna, alla ricerca di cose da fare e luoghi da vedere. L’obiettivo che si pone è far riflettere chi visita le varie sale sulla percezione del paesaggio, linguistico e non, in cui siamo costantemente immersi. Un paesaggio fatto di lingue che sono in contatto e che si stratificano: diverse espressioni, diverse atmosfere percepite attraverso un repertorio che non contempla solo l’italiano ma che anzi si compone, molto più di quanto siamo portati a pensare, di numerose varietà che tra loro dialogano.
Il tour virtuale è scandito in diverse tappe. Si è scelto di non suddividere la visita sulla base di un criterio geografico e perciò di non creare stanze coincidenti con i diversi quartieri di Bologna o a essi intitolate. Si è voluto così evitare di dare l’idea di una città divisa in compartimenti stagni e non comunicanti: una simile condizione, del resto, non rispecchia la realtà.
Per quanto riguarda il paesaggio linguistico, il ventaglio di lingue esibito dai diversi quartieri di Bologna, così come quello di ogni città metropolitana, non è soltanto direttamente proporzionale alla quantità di residenti stranieri e straniere. Il maggiore o minore uso di lingue diverse nelle scritture esposte correla, piuttosto, con le funzioni che ciascuna lingua assume all’interno delle piccole e differenti comunità presenti sia dentro che fuori le mura cittadine.
La mostra si sviluppa quindi lungo diverse aree tematiche, e in molti casi non mancheranno indicazioni delle vie e dei luoghi in cui si è osservato un certo elemento del paesaggio linguistico. Le immagini, tuttavia, non sono organizzate per aree della città, ma criteri tematici.
La mostra invita a riflettere sul concetto di prestigio linguistico, sul valore che ogni lingua può assumere e assume all’interno di un particolare ambito, sulla sua esposizione in pubblico e sull’eventuale influsso che tutto ciò può avere sulla sua vitalità.
Nell’anticamera dei curiosi vengono proposti alcuni brevi cenni e spunti di riflessione offerti, negli ultimi anni, dalle ricerche dedicate al paesaggio linguistico e alle varietà di lingua che vi possono essere coinvolte.
La stanza successiva è una sorta di bookshop di fine mostra, una biblioteca tematica in cui si potrà trovare una bibliografia di riferimento sul tema affrontato nel nostro percorso, dalla sociolinguistica alla sociologia del linguaggio, fino ad arrivare a veri e propri esempi di mappatura di realtà urbane creati negli ultimi anni dagli studiosi.
Infine, vi è la sezione vera e propria della mostra, alla scoperta di Una, Nessuna e Centomila lingue: ogni sala è caratterizzata da un tema particolare, legato alla funzione assunta di volta in volta dalle scritture esposte (il paesaggio linguistico delle istituzioni, della ristorazione, degli esercizi commerciali, ecc.). Come si vedrà, alcune stanze saranno più ricche di materiali, altre meno. Questo può stimolare in chi visita una prima riflessione: l’uso di una singola lingua riveste una grande importanza per determinati ambiti della nostra vita, tanto quanto l’impiego di lingue differenti è cruciale in altre attività, private e pubbliche. Le diverse tematiche rispecchiano la quantità e lo specifico interesse linguistico dei materiali raccolti.
A questo criterio di selezione basato sulla funzione si sono fatte due eccezioni: in una stanza sono raggruppate infatti alcune delle scritture esposte dialettali che si trovano in città; un'altra stanza è dedicata al latino, tra epigrafi vecchie e… nuove.
Allegati