Paesaggio Linguistico plurilingue bolognese

Paesaggio Linguistico

Cos'è il paesaggio linguistico? Qualche spunto di riflessione prima di procedere alla visita

Il paesaggio linguistico è un tema di interesse piuttosto recente nello studio sociolinguistico: in questo campo di ricerca i lavori di Landry e Bourhis (del 1997) rappresentano uno dei primi, sicuri punti di riferimento.
Tuttavia, da sempre la realtà urbana con le sue funzioni e le sue forme ha accomunato diverse discipline. Il concetto di paesaggio infatti è centrale per la geografia, la semiotica, l’architettura, la sociologia e ovviamente l'urbanistica.
Ma lo studio del paesaggio vissuto e creato dall'uomo non può non tener conto della componente linguistica. Il protagonista di questa mostra, dunque, è il paesaggio che si fa lingua scritta, in rapporto con suoni e soprattutto immagini (Hult, 2014). 
Com'è stato spesso osservato, "il panorama linguistico può essere letteralmente riferito a tutti i segni che vediamo intorno a noi in una particolare area di ricerca e, allo stesso tempo, possono essere le interpretazioni che diamo del dove, del cosa, del come e del perché della segnaletica" (D. Gorter nell'introduzione al recente volume di Bellinzona, 2021).
La parola letta e interpretata permette così di definire i tratti (e talvolta i confini) della nostra identità di abitanti e parlanti. Il paesaggio linguistico viene inteso da Landry e Bourhis come "ogni forma linguistica che segna la sfera pubblica, inclusi i cartelli stradali, i nomi dei luoghi, delle strade, degli edifici, delle piazze e delle istituzioni, ma anche i cartelloni pubblicitari, gli avvisi commerciali e addirittura i biglietti da visita"1. Ecco perché la città, il principale luogo della presenza umana, delle comunità e delle diverse e spesso composite identità, è il palcoscenico migliore per poterlo osservare.
E così Bologna, città metropolitana, città di turismo e studio, diventa un osservatorio privilegiato sulla realtà linguistica e sociale italiana.


1"all linguistic tokens which mark the public sphere, including road signs, names of sites, streets, buildings, places and institutions as well as advertising billboards, commercials and even personal visit cards."