La ricezione di Vico e il primo Novecento italiano

Carlo Emilio Gadda

Era stato Emilio Cecchi, proponendo Gadda come il Joyce italiano, a garantire che l’autore della Cognizione del dolore avesse «meditato su Vico». Ed effettivamente, un testo d’eccezione come la recensione alle edizioni Nicolini (1911-6, 1928) della Scienza nuova, pubblicata sulla «Fiera letteraria» nel 1929, tenderebbe a dimostrarlo. I due volumi dell’edizione Nicolini del 1928, d’altronde, si trovano nella biblioteca personale di Gadda, oggi conservata a Roma presso la Biblioteca del Burcardo. Tuttavia, essi sono «privi di qualunque segno o glossa – a parte la firma di possesso –, ma completamente tagliati». Si tratta di dettagli di grande rilevanza, perché confermano senza possibilità di equivoci non solo che esiste un termine post quem nella ricezione gaddiana di Vico, ma che tale ricezione cagionò una consuetudine di lettura e, per di più, un riuscito proposito recensorio. La prima testimonianza in merito alla recensione è contenuta in una lettera a Bonaventura Tecchi del 21 ottobre 1928. Nel post scriptum si legge, per l’appunto: «Ho portato alla “Fiera” la recensione del Vico e un articolo di questioni letterarie: forse li pubblicheranno».

La recensione alla Scienza nuova non è soltanto il primo scritto gaddiano dedicato a un filosofo, ma anche il referto di un momento particolare del suo percorso artistico. La composizione di questo intervento è infatti coeva alle due stesure della Meditazione milanese (primavera-estate 1928), alla redazione della Meccanica e al lavoro sulla mai conclusa tesi di laurea in filosofia, dedicata alla teoria della conoscenza in Leibniz (maggio 1929), autore di certo più congeniale a Gadda di quanto non lo sia Vico. Eppure l’opzione gaddiana, che punta tutto su una recensione strettamente filologica e per nulla speculativa del testo vichiano, sembra ben accordarsi alle istanze di entrambi i filosofi. 

Alle differenze tra le tre stesure della Scienza nuova, Gadda preferisce infatti confrontare le edizioni Nicolini del 1911-16 con la più recente, apparsa nel 1928. Così, la riedizione della Scienza Nuova offre a Gadda la possibilità di passare dalla filosofia alla filologia, avvicinata con un’acribia veramente ammirevole. Lo sguardo dell’autore-critico si sofferma sulla materialità e, si direbbe, sulla “matericità” tattile e tipografica del testo vichiano, preferendo una prospezione del «vestibolo» a una vera e propria apertura dello scrigno di questo «tesoro speculativo». Piuttosto curiosamente, Gadda sembra apprezzare le scelte operate in sede di collazione da Niccolini: sia quella di «ravvivare ne’ tipi, nella grafia e nella interpunzione» il testo di Vico, sia quella di affiancare al testo un apparato più agile di quello integrale in uso oggigiorno, comprendente le sole «varianti più significative» e «preziose». Un fatto piuttosto curioso, per un autore così avvinto nel suo «gomitolo di concause», e capace di affermare, in Eros e Priapo (1967), la sua ambizione a fotografare mentalmente «virgola per virgola, lettera per lettera» il testo di un’opera come la Commedia dantesca. Con ogni probabilità, tuttavia, Gadda semplicemente non si avvede della confidenza talvolta eccessiva con la quale Nicolini altera la prosa vichiana. Una spiegazione, questa, che preserva la sincerità della sua analisi senza tradire la sua devozione all’esperienza della realtà per tramite del linguaggio. 


Bibliografia:

C. E. Gadda, Recensione a G. B. Vico, La Scienza Nuova, a cura di F. Nicolini (1928), «La Fiera letteraria», V, 10, 10 marzo 1929, p. 6; ora in Id., Opere di Carlo Emilio Gadda (1988), 5 voll., ed. diretta da D. Isella, III, Saggi giornali favole I, L. Orlando, C. Martignoni (a cura di), Garzanti, Milano, 2008, pp. 691-6.
C. E. Gadda, A un amico fraterno. Lettere a Bonaventura Tecchi, M. Carlino (a cura di), Garzanti, Milano, 1984, p. 71.
E. Cecchi, Letteratura italiana del Novecento, 2 voll., P. Citati (a cura di), Milano, 1972, II, p. 883. 
Gadda, Vico e un’edizione della «Scienza nuova», in «Bollettino del Centro di Studi vichiani», 12-13, 1982-1983, pp. 381-6.
P. Zublena, Gadda, Vico (forse) e i «matemi», «il verri», LVIII, 2013, pp. 14-22.
P. Italia (a cura di), Gadda, Carocci, Roma, 2024.