Merlino e i cavalieri di re Artù: il romanzo delle ‘Prophecies’ all’Archivio di Stato di Bologna
Profezie per Tholomer: corruzione, usura e fine del mondo (Bo3a)
Merlino e il vescovo Tholomer soggiornano in Irlanda dove il profeta e il suo scriba si dedicano ad una ‘sessione’ di profezie. Merlino pronuncia dunque una lunga sequela di vaticini, in un flusso continuo nel quale si susseguono riferimenti al mitico popolamento dell'Italia da parte dei profughi troiani, alla cristianizzazione e alla diffusione di eresie nella penisola, allusioni alla venuta di un Buon Campione destinato a portare la fede e la pace, così come un lamento riguardo al degrado della Marca Amorosa (un riferimento alla Marca Trevigiana, ricordata anche da Dante) in «Marca di dolore e di pianto», stigmatizzando in modo particolare il peccato dell'usura, considerato – come di consueto nelle Prophecies – l'origine di tutti i mali. Si susseguono riferimenti oscuri alla lussuria delle donne e alla corruzione della curia romana, di cui i cardinali – designati tramite la perifrasi di «tireors de cordes», coloro che ‘tirano le corde dall'una e dall'altra parte’ – sono ritenuti i principali responsabili, traditori dell'esempio apostolico di san Pietro e dei primi discepoli di Cristo. Il linguaggio oscuro e dalla complessa ed intricata costruzione non rende sempre possibile un riconoscimento chiaro e distinto dei riferimenti profetici, spesso solo allusi – come ad esempio tramite l'indicazione dei nomi di città per mezzo della sola iniziale puntata –, ma il profilo profetico di Merlino si ammanta proprio per questo di un'aura di autorità e di legittimità tipica delle tradizioni oracolari medievali.
Bo3a, cc. 1rb-1vb
Prophecies de Merlin, versione peculiare (PM3)
Il racconto dice e la vera storia lo testimonia che Merlino restò molti giorni in Irlanda, con lui e Tholomer. Allora Merlino pronunciava le sue profezie e Tholomer le metteva per iscritto. Un giorno Merlino disse: «Tholomer, un tempo un grande numero di persone uscì da Troia e sappiate che quelli di Troia furono annientati a causa dei loro peccati. E si stabilirono in Italia, dove una parte era già cristiana, ossia quelli di Roma, mentre l’altra non sarebbe stata cristianizzata se non al tempo in cui infine vi sarà il Buon Campione, di cui ti ho parlato, quello che tanto bene avrà fatto nella sua vita. Ma accadrà che essi non seguiranno la fede cristiana così perfettamente come oggi fanno con la legge di Maometto e questo avverrà da quel momento in poi, quando la cosa che un tempo nacque dalle parti di Gerusalemme avrà 1142 anni, prima che la loro fede vada peggiorando e questo avverrà a causa dei peccati, di cui uno sarà il peccato del guadagno che si procureranno malvagiamente e l’altro perché essi non crederanno perfettamente nella legge di Gesù Cristo.
In una città che sarà chiamata B., Nostro Signore mostrerà il segno della loro distruzione e non vi sarà in quel tempo [altra] marca che non si possa a ragione chiamare la Marca Amorosa. Ma al tempo della più grande guerra che mai ci sarà nel mondo, tra il campione dal capo d’oro e il governatore, la si potrà ben chiamare la Marca di dolore e di pianto, e sarà di pianto sino al tempo del drago di Babilonia e questo accadrà a causa dei loro peccati. In .T. vi saranno molte città, ma a causa dei peccati che un tempo ebbero inizio in S. e in G. la capitale di quella provincia cadrà prima che giunga il drago di Babilonia e questo accadrà a causa di quel peccato. E prima che egli venga, la maggior parte sarà fatta a pezzi con le spade. E tutti i malvagi guadagni che avranno acquisito in tutto il mondo saranno loro tolti e rovineranno tutto il loro paese. E questo sarà fatto dai loro vicini.
Vi sarà un campione, dopo che la cosa di cui ti ho parlato e che nacque un tempo avrà 1275 anni, che non tollererà i malvagi guadagni in nessun modo e metterà per iscritto che tutti coloro che faranno i malvagi guadagni siano annientati: ed egli porrà le terre in pace. Ma tanto si moltiplicheranno le loro malizie, che mai non vi sarà altro fra loro se non guerra. In quel tempo, del malvagio ingegno, un bambino di quindici mesi ne saprà più di quanto ora non sappia un vecchio di età avanzata e più una damigella di dieci anni che oggi non ne sappia una donna che ha portato quindici bambini nel suo grembo. Puntualmente nel tempo in cui il drago di Babilonia arriverà, vi saranno al mondo per un uomo quattrocento donne, e perciò esse andranno molto lontano per trovare un uomo. E da quel momento in avanti gli uomini saranno molto vergognosi quando vedranno le donne.
Vi sarà un governatore in Roma, prima che la cosa di cui ti ho parlato avrà 1180 anni, che per molte volte invierà quelli che le corde devono tirare per governare in G. la cosa [che un tempo nacque dalle parti di Gerusalemme], perciò essi diranno a uno: «Dammi duecento rondelle d’oro». E all’altro: «Dammene quattrocento». E al terzo e al quarto e a tutti diranno così, tanto che quelli di G. non potranno sopportarli. E per questo diranno: «Non devo fare nulla di ciò che mi dici». E allora crescerà la guerra di cui ti ho parlato tra il governatore e il marito della figlia della cosa di cui ti ho parlato, per cui essi non li potranno altrimenti cacciare al sopra di loro, se non per ciò che ti dirò, e questo accadrà per un consiglio di una donna. Essi diranno che il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo sono una cosa sola, ma non del tutto, poiché diranno che lo Spirito Santo non appartiene in nulla al Figlio e su questo mentiranno apertamente.
Ma voglio che tu scriva apertamente che quelli di G. sapranno bene che essi parleranno malvagiamente, ma lo diranno per liberare la loro terra dalle mani di coloro che toglieranno loro tutte le rondelle d’oro senza Dio e senza ragione. Certamente il mio signore san Pietro e gli altri apostoli non andavano così, anzi andavano in abiti poveri e senza oro né argento. E così entrò a Roma, così come tu stesso puoi sapere, [il costume] che quando i poveri che sono alla porta chiedono l’elemosina a lui e ai suoi compagni, essi dicono loro che non hanno di che dare, né oro né argento. Ma egli piuttosto donava loro di ciò che egli aveva e allora donava il segno della vera croce con il quale era stato guarito dal male che aveva. In quel tempo di cui ti dico, coloro che hanno abbattuto la porta di ferro e di passaferro non andranno così come il mio signore san Pietro e gli altri apostoli andavano, anzi andranno come folgori in tutti i luoghi dove essi si spingevano; e certo essi faranno [così] sino a quando il drago verrà, con tali opere in molte province come avevano già fatto in G. prima che ne avessero sofferto. Ma quei costumi non saranno compiuti scopertamente, ma di nascosto.
Vi sarà all’incirca nel 1234 un popolo presso alcune montagne che si allontanerà dalle loro nazioni e sarà considerato in tutto il mondo come umili persone, proprio così come saranno considerati quelli di G. E sappiate che mai quella provincia sarà popolata così come lo sarà nel momento in cui se ne partiranno. Nei pressi di R. vi sarà una città che, per i peccati che un tempo furono in S. e in G., sarà distrutta prima che il drago venga, e quella città avrà nome B., una città che sarà consideata la capitale della sua provincia e che sarà distrutta prima che il drago venga, così essa non sarà più popolata da quel momento in avanti e questo avverrà a causa del peccato che un tempo commise Caino quando doveva pagare la sua decima. E per la loro miscredenza questa città avrà nome M.
Ora voglio che tu metta per iscritto che un tempo vi fu un santo uomo che si chiamava Abramo ed egli aveva una moglie che si chiamava Sara, dalla quale non poteva avere nessun erede. Tanto che ella stessa disse: «Unisciti con una mia servitrice». Ed egli si unì con lei tanto che quella rimase incinta e quando quella vide che […]».
(c. 1rb) Or dit li contes et la verage estoire le tesmoigne que maint jors demora Merlin en Yrlande entre lui et Tolemer. Dont il disoit ses profecies et Tolemer les metoit en escrit. Un jors dist Merlin: «Tolomer, jadis oissirent une grant gent de Troie et sachiez qe cil de Troie furent destruiz par lor pechiez. Et il se logierent en Ytalie dont une partie en sont ja crestienez, c’est cil de Rome, et l’autre partie ne seront crestienez se au tens non qe li Bon Champion, dont je t’ai dit, sera enfin, celui que tant bien sera fait a sa vie. Mes il avendra qe il ne tenront la foi de la crestientez ensint parfitement com il font hui la loi de Machomet, et ce sera des lor en avant qe la chose qe jadis nasqui es parties de Jerusalem avra .M.C.XL. et .II. ainz qe lor foi iront empirant et ce li avendra par li pechiez, dont l’un pechiez sera li gaaing qe il feront mauvesement, et l’autre par ce que il ne crera parfitemente en la loi Jesu Crist.
En une citez que .B. sera apelee en mostrera Nostre Sire li signe de lor destrucion, ne marche avra a celui tens qe l’en la pora (c. 1va) bien apeller la Marche Amorose. Mes au tens de la greignor guere qe jamés sera au siecle entre li champion au chief d’or et li governeor la pora l’en bien apeller Marche de dolor et de plor et sera de plor dusque au dragon de Babiloine et ce li avendra por lor pechiez. En .T. avra maintes citez, mes por li pechiez qe jadis fu comenciez en .S. et en .G. foudra la maistre citez de cele province ainz qe li dragon de Babiloine viegne, et ce li avendra par celui pechiez e ainz qe il sendre en sera la groignor partie detrenchiez as espees. Et toz li mauvés gaaing qe il avront par toz li mondes fait li feront tolir, et mauvus toz son païs. Et ce li fera ses voisins.
Un champion sera aprés qe la chose avra qe t’ai dit qe jadis nasqui .M.CC.LXXV. anz qe ne soffrira li mauvés gaaing e[n] nulle manière et metra e[n] son escrit qe il soient tuit destruit cil qe li mauvés gaaing feront et metra les terres en grant pés. Mes tant sera moltepliez lor malices, qe jamés n’avront entr’aus se guere non. A celui tens savra plus de mal enging un enfanz de .XV. [mois] qe or ne set un veuz hom de grant aaige, et aprés savra plus de mal une damoisele de .X. anz qe orendroit ne set une feme que .XV. enfanz ot portez en son cors. Toz droitement a celui tens qe li dragons de Babiloine sera venuz sera ou monde par un home .CCCC. femes, dont elles iront molt loinz por trover un home. Et des lor en avant sera li homes molt hontés quant il veront les femes.
Un governeor avra en Rome ainz que la chose qe je t’ai dit aige .M.C.LXXX. anz, qe par maintes foiz envoiera de cil qe les cordes doit tirer, por governer la chose en .G., dont il diront a celui: «Done moi .CC. roetes d’or». Et a l’autre : «Done moi .CCCC.». Et au tiers et au quart et par toz diront ensint dont cil de .G. ne les poront endurer. Et por ce diront il: «Je ne doi riens fere de ce qe tu me dis». Et lors croistra la guere qe je t’ai dit entre li governeor et li mariz a la file a cele chose qe je t’ai dit, dont il ne les poront autrement chacier desor aus, fors por ce que je te dirai, et ce sera por li amonestement d’une feme. Il diront qe li Peres et li Filz et li Saint Esperit son une chose, mes non pas dou tot, qe il diront que li Saint Esperit (c. 1vb) n’apartient de riens au Fiz et de ce mentiront il apertement.
Mes je voil qe tu en escrives apertement qe cil de .G. savroit bien qe il diront mauvesement, mes il les diront por hoster lor terre as mains de ceus qe totes lor roetes d’or li toudront sanz Dex et sanz reison. Certes monseignor saint Pieres, ne li autres apostres n’aloient pas einsint, ainz aloient em povre vestimenz et sanz or et sanz point d’argent. Et ensint entra il en Rome, ensint com tu meemes les pués savoir, qe quant les povres hom qe a la porte soit li enquist aumosne et a lui et a ses compaignon, il li dist que or ne argent ne li avoient il que doner. Mes [il] le donroit ce de ce il avoit et lors li dona dou signe de la veraege croiz dont celui fu gariz dou mal qe il avoit. A celui tens qe je te di qe cil qe ont brisiez la porte de fer et de passefer ne iront il pas ensint com monseignor saint Pieres et li autres apostres aloient ainz iront come li foudres par toz li leus ou il iront et certes il feront ainz qe li dragons viegne au tex ovres en maintes provinces com il feront en .G. ainz qe il s’en soffre. Mes celes creances ne seront apertes mes en repost.
Il avra auques prés de ou en .M.CC.XXXIIII. anz une genz auques prés des montaignes qe il s’en istront des lor nacions et seront tenuz par toz li mondes la menue gent, autel com seront tenuz cil de .G. et sachiez que jamés ne sera cele prouvice sint poplés [come] elle sera a celui tens que il se partiront. Auques prés de .R. avra une citez qe por li pechiez qe jadis fu en .S. et en .G. sera destruite ainz qe li dragon viegne et cele citez avra nom .B. une citez qe la maistre sera tenue de sa prouvice sera destruite ainz qe li dragon viegne dont elle ne sera des or enn·avant plus poplee et ce li avendra por li pechiez qe jadis fist Kain quant il devoit sa disme doner. Et par lor mescreance cele citez avra non .M.
Or voil je qe tu met en escrit qe jadis fu un saint home qe l’en apelloit Habraam et il avoit une feme qe l’en apelloit Sara, dont il ne pooit avoir nul hoïr de li. Et tant q’ele meemes dist : «Couche toi avec ma chamberiere». Et cil s’en choucha et tant qe cele fu encente d’un enfant. Et quant celle vit qe […]».