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Bologna, la grassa

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Bologna, la grassa

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Bologna è da sempre riconosciuta nel mondo come la città ambasciatrice della buona tavola: tra tagliatelle, tortellini, lasagne e altre specialità locali c’è solo l’imbarazzo della scelta. Inoltre, ristoranti, locali, pub, bar, pasticcerie e alimentari, aperti anche quando i grandi supermercati e le grandi catene chiudono, dotano la città di un servizio pressoché continuo. Con l’avvento della globalizzazione prima e della cosiddetta glocalizzazione poi il paesaggio linguistico urbano esibisce oggi un amplissimo ventaglio di lingue straniere, usate sovente in combinazione con l'italiano. Quest’ultimo - insieme al raro ma pur presente dialetto cittadino - viene adoperato per sottolineare la genuinità, l’eccellenza o la “bolognesità" di prodotti e preparazioni tradizionali.

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1. Copertina dell'album.png Zona Pratello. L'Irlanda e le sue atmosfere richiamate nell'insegna e sulla serranda di un pub, complici la grafica e le scelte cromatiche. Zona Saffi. Il dialetto campeggia, insieme all'italiano, sull'insegna di questo locale, anche se i gestori non sono più Bolognesi "doc". Arabo e italiano nella zona universitaria. Zona San Felice. Una cioccolateria si presenta con un'allusione a una serie televisiva unita allo skyline bolognese. Zona universitaria. Apertura di un nuovo locale pubblicizzata interamente in inglese, con richiami ad altri slogan famosi. Zona Due Torri. Locale con scritte in diverse lingue: dal cinese sullo sfondo, all'inglese tipico di un cocktail bar di nuova apertura, all'italiano per chiarire lo sconto. Parco della Montagnola. La tradizione del caffè espresso italiano e il messaggio pubblicitario in inglese. Zona Quadrilatero. La 'pizza' resta sempre la 'pizza', anche se offerta in diverse lingue europee. Il dialetto come simbolo di genuinità, tradizione e confidenza con il cliente. Zona Saffi. Neologismo sincratico che fonde insieme il nome della capitale afghana, Kabul, e quello di Bologna così come suona nel dialetto locale. Zona Quadrilatero. Cucina tradizionale per turisti da tutto il mondo. Il richiamo alla canzone portata al successo da Dean Martin evoca sia l'italianità sia l'amore con cui si curano i piatti in una cucina casalinga e genuina. Zona Bolognina. Menù tradotto anche in inglese per i turisti. Zona San Felice. Sulla lavagna, cocktail alcolici e linguistici in cui sono shakerati inglese e italiano. Zona Saffi. Esempio di interlingua. Zona Bolognina. Ogni scritta esposta nel negozio è bilingue. Zona Bolognina. Ogni scritta esposta nel negozio è bilingue. Zona Bolognina. Insegna in italiano e in cinese. Si noti, tra le voci italiane, 'frutteria'. Cosa sarà? Zona Bolognina. Offerta enogastronomica rivolta esclusivamente ad un pubblico capace di leggere il cinese. Zona Marconi. Nel nome del locale, un gioco di parole tra il piatto hawaiano a base di pesce crudo e un'espressione italiana. Zona Santo Stefano. Ristorante italianissimo con uno slogan fatto di due imperativi inglesi, capaci di catturare sia il passante sia il turista. Zona Marconi. Una scelta diametralmente opposta a quella della foto precedente: questo locale ha un nome inglese, ma usa uno slogan fatto di due imperativi, questa volta in italiano. Zona Bolognina. Ideogrammi cinesi con traslitterazione, ma senza traduzione. Per sapere cosa si vende, il passante non sinofono dovrà dare un'occhiata all'interno! Zona Bolognina. Macelleria con pubblicità di alcune offerte sia in arabo sia in italiano (forse frutto di una traduzione automatica). Zona Due Torri. Onomaturgia gastronomica al Mercato Coperto. Zona Due Torri. Un negozio di alimentari offre i propri piatti tradizionali messicani con un cartello in spagnolo. Zona universitaria. Rosticceria con un'insegna che spiega le specialità che si possono acquistare con un alto grado di dettaglio e... qualche refuso. Una panetteria sceglie, come strategia di marketing, di diffondere il proprio "credo gastronomico" attaccando adesivi per la città e impiegando anche l'inglese. Zona Bolognina. Ristorante marocchino con insegna bilingue. Arabo e italiano sono presenti anche sui menù esposti, mentre gli altri fogli in vetrina hanno scritte in italiano e in inglese. Zona San Donato. Un curioso errore dovuto alla traduzione automatica dal cinese all'italiano. Zona San Felice. Nella vetrina di una pasticceria vengono affiancate specialità locali e dolci di varia provenienza, tra varietà di italiano, anche locale, inglese e tedesco. Zona San Felice. Nella vetrina di una pasticceria vengono affiancate specialità locali e dolci di varia provenienza, tra varietà di italiano, anche locale, inglese e tedesco. Zona San Felice. Nella vetrina di una pasticceria vengono affiancate specialità locali e dolci di varia provenienza, tra varietà di italiano, anche locale, inglese e tedesco. Via Indipendenza. Un gelato dal sapore... spagnolo. Zona Bolognina. Vetrina di un alimentari con avviso di una scuola di lingue che si occupa di insegnare l'italiano e pubblicità di un'agenzia che organizza viaggi e trasporto merci. Zona Strada Maggiore. Dialetto e inglese ci informano che in questo bar ci si può fermare per la colazione, per un pranzo veloce e per l'aperitivo. 'Bona lè' è un'espressione locale entrata anche nell'italiano regionale di Bologna. ... il menù, però, sembra rivolto esclusivamente ad un pubblico di turisti stranieri: vi si impiega solo l'inglese. Zona universitaria. Ristorante fast food che si è dato un nome in inglese: Chicken Taste. In basso sulla destra dell'insegna si vede il simbolo che garantisce che nel locale si usa solo carne halal. Catena di cibo giapponese con un claim tutto inglese. Zona Due Torri. Italiano, francese e dialetto bolognese distribuiti sulle tre righe di questa insegna. Si noti il simbolo -ṡ- tipico dell'ortografia del dialetto locale e la ò di bistròt, meno giustificabile ortograficamente.

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