Letture criminali. Intrusioni nel Fondo Bernardi

B.2 Perdisa Pop

Quando nel 2006 Alberto Perdisa gli ha chiesto di curare una serie di libri per la sua casa editrice, Luigi ha pensato di creare non tanto una semplice collana, quanto piuttosto un marchio editoriale, in grado di contenere collane diverse e di muoversi come un editore autonomo. Lo ha chiamato Perdisa Pop per dargli fin dal nome un’identità netta e riconoscibile.

Con il progetto ancora in cantiere, Luigi mi aveva inizialmente coinvolto come autore. Poi, una sera, poco prima che il marchio vedesse la luce, mi ha chiesto se volevo anche lavorare con lui in veste di editor.

Perdisa Pop ha esordito nel 2007. Sotto la sua guida lavoravamo principalmente in tre: oltre me c’era Maira Chinaglia, che ideava e curava la grafica di tutte le collane e in generale della comunicazione visiva, e Anna Maria Riva come addetta stampa. Per le illustrazioni di copertina aveva ingaggiato il solo Onofrio Catacchio, al quale passavamo sempre i testi in anteprima, lasciandogli piena libertà creativa.

Le prime collane erano due: Walkie Talkie raccoglieva sia narrativa che saggistica, mentre Babele Suite era una serie innovativa di novelle: storie brevi in piccoli libri dalla lunghezza omogenea. Entrambe erano caratterizzate da copertine con colori accesi e dal tratto fumettistico di Catacchio: l’idea del “pop” era quindi restituita a tutto tondo, sia nell’aspetto che nei contenuti.

Negli anni seguenti, abbiamo poi ideato altre collane, come Corsari, dedicata ai romanzi più lunghi, e Arrembaggi, per i testi più brevi. Ma Perdisa Pop era un continuo laboratorio di idee nuove, dove abbiamo potuto dar vita per esempio anche ai libri monografici chiamati Rumore Bianco o alle edizioni pregiate della collana Pop2.

Luigi ripeteva spesso che questo lavoro andrebbe pensato un po’ come quello dello scrittore, perché l’editore serio mette insieme libri in modo coerente, con una visione precisa, come un’unica opera composta da tasselli diversi. Visto in quest’ottica, Perdisa Pop è stato un progetto di innovazione e ricerca, capace di aprire strade inesplorate. Fin dall’inizio, il marchiò ha pubblicato autrici e autori sia di genere (giallo, thriller e noir) che oltre i confini dei generi, ma sempre all’insegna delle storie forti.

Quando poi, nel 2011, Luigi ha deciso di abbandonare il lavoro da editore per dedicarsi solo alla scrittura, Perdisa Pop era ormai un marchio apprezzato e seguito. Mi chiese se volevo continuare a farlo vivere io, prendendone la direzione. L’ho fatto per i tre anni seguenti, fin quando ho potuto rispettare la sua originaria idea di coerenza, passione e valorizzazione della buona scrittura, che ancora oggi mi porto dentro come il più prezioso degli insegnamenti

di Antonio Paolacci