lucretia-borgia
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50. Lettera di Lucrezia ad Alfonso I d'Este. Reggio, 14 ottobre 1505.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Casa e Stato, Carteggi tra principi estensi, b. 141, fasc. 12, doc. 35. «Illustrissime principe et excellentissime domine consors et domine mi observandissime. Rengratio quanto scio et posso vostra excellentia che la mi habia mandato qua magistro Francesco da Castello nostro, il quale è giunto qui questa matina a le XJ hore et subito venne a vedere lo illustrissimo nostro figliolo et poi ch’el hebe veduto ed intenso del suo ben stare dice ch’el scripse una lettera a sua excellentia per uno suo che è venuto a vostra excellentia cum diligentia. Doppoi mi ha visitato per parte di vostra excellentia cum molte amorevole parole et è stato longamente cum il putino a revederlo et considerare bene ogni cosa. Et dil suo stare ne scrive a vostra excellentia particularmente e copiosamente per la qua alligata. Et su ciò non mi accade dire altro reportandomi al suo scrivere, si no che si attende e attenderà cum ogni diligentia a fare tutte quelle cose che saranno necessarie per la conservazione e sanità d’epso nostro figliolo. Et veramente di la venuta qui de magistro Francesco ne sto molto consolata e contenta per il suo inzegno, vertù e fede. Et non si mancherà per tutti di fare il debito. Per quanto vostra excellentia mi scrive per la sua de XI de la indisposizione de la illustrissima Marchesana et del mandarli madama Beatrice et la commatre scrivendo epsa Marchesana priega ovvero una depse respondo che havendo etiam comunicata la cosa cum magistro Francesco et bene considerato li termini in che stae el putino e che lo ha più bisogno della commatre per mutarlo e farli de li altri serviti che de madonna Beatrice. Et che dall’altro canto madonna Beatrice poterà satisfare a la prefata madonna Marchesana per havere bona pratica e per esserligrata. Havemo deliberato mandargela et cussì domatina la se metterà in cammino.Et essendo qui il conte Lorenzo Stroza suo nepote che ho ordinato che le che faci compagnia inisino a Mantua et a vostra excellentia mi recomando a la quale significo come per dio gratia stoe assai bene de la persona. Ex Regii xiiii octobris 1505. Excellentiae vostrae. Obsequentissima consors Lucretia» -
49. Lettera di Lucrezia ad Alfonso I d'Este. Modena, 30 luglio 1505.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Casa e Stato, Carteggi tra principi estensi, b. 141, fasc. 12, doc 22. -
48. Lettera di Lucrezia ad Ercole I d'Este. Ferrara, 14 agosto 1502.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Casa e Stato, Carteggi tra principi estensi, b. 141, fasc. 13, doc 26. «Illustrissimo mio signor et padre observandissimo. Ho recevuta grandissima displacentia dello affano et molestia che ha presa la excellentia vostra della mia nova indispositione, la quale volentieri l’haveria celata per non li dare melenconia, quando tacendo non fusse manchato del debito mio; ma sapendo che hormai la debbe havere recevute più lettere del meglioramento, le quale l’haverano consolata, anchora io cum questo me conforto. La ringratio summamente dello amorevole scrivere suo et della speranza ch’ella mi dà, le quale cose serriano sufficiente a farmi rihavere, etiamdio quando fussi constituta in gran periculo. Per gratia de nostro signor Dio et della gloriosissima Virgine mia advocata, sum reducta in bon<i> termini, come per le precedente haverà inteso la excellentia vostra, et la magior parte del tempo sum neta da febre o come neta; el fluxo è in tuto cessato et spero procedere de bene inmeglio. Uso et usarò ogni diligentia per liberarme in tuto, come spero, de curto. Alla quale basando le mani de continuo mi riccomando. Ex Ferraria, die XIIII augusti 1502. De vostra excellentia obediente figliola e servitrice Lucretia Estensis de Borgia» -
47. Lettera di Lucrezia ad Ercole I d'Este. Ferrara, 6 agosto 1502.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Carteggi tra principi estensi, b. 141, fasc. 13, doc 21. «Illustrissimo mio signor et padre observandissimo. Intendendo per le lettere de vostra Illustrissima signoria de ultimo del passato quanto gli sia stata grata la novella de la mia convalescentia et quanto lei sia in bona valitudine ne ho recevuto incredibile consolatione sentendo de ogni piacere et del ben stare de vostra excellentia molto magiore contenteza che se concoressero in la persona mia propria. Cussì per obbedire a li ricordi soi et per farli cosa grata, uso et usarò ogni possibile diligentia et cura per conservarmi in la principiata convalescentia, strengendomi etiam Dio la ragione a cussì fare, et benchè già duoi dì sono me sia sopraggiunto uno pocho di fluxo cum febre perhò molto leve non di meno è stata senza alchuno mio disordine et colpa et ha già presa bona via et spero che serà salubre, come iudicano questi signori medici al iudicio de li quali me reporto, cussì della causa come de la qualità de epso fluxo. Lo illustrissimo signor Duca de Romagna mio fratello honorandissimo a li tre del precedente circha le tre hore de nocte vestito da cavallaro et per le poste cum poche persone gionse qua alquanto stracho benchè stasse bene de la persona et visitome al lecto, dove sua excellentia et lo illustrissimo signor mio consorte che subito vene lie et jo stassemo in ragionamenti piacevoli per spatio de due hore, poi andato il signor duca a dormire partite di qui circa le XJ hore pur in habito da cavallaro et cum sua excellentia andò il prefato mio signor consorte cum jntentione de farli compagnia insino a lo confine de Parma. Del che mi è parso per debito mio dare speciale adviso a la vostra Illustrissima signoria benché me persuada che da la sua excellentia a bocca la jntenderà punctalmente il tutto. Et a quella basando le mani de continuo mi ricomando. Ferrarie, die VI Augusti 1502. De vostra excellentia Obediente figliola e servitrice. Lucretia Estensis de Borgia» -
46. Lettera di fra’ Tommaso Caiani a Lucrezia Borgia. S.l., s.d.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi e documenti di regolari, b. 22. La dottrina delle beatitudini è il tema della terza lettera, che presenta un impianto differente rispetto alle precedenti: il richiamo è al 'Nuovo Testamento' e il riferimento al passo, noto e più accessibile a ogni cristiano perché articolato nella forma del racconto, avviene unicamente attraverso il commento e senza citare il testo. L’invito del Caiani è ora rivolto a concedersi un momento non tanto di preghiera, come i Salmi invitavano a fare, ma di meditazione sulle verità teologiche. Ancora una volta le riflessioni del frate savonaroliano rispondono a una richiesta della duchessa, che desidera riflettere sulle beatitudini come riportate nel Vangelo di Matteo, nel celebre episodio del discorso della montagna di Gesù. Il ruolo di fra’ Tommaso si propone come rigoroso e fondamentale medium tra la Borgia e la comprensione di difficili questioni dottrinarie, riproposte in forma semplificata attraverso ragionamenti logico deduttivi. Ciò che l’uomo può presagire durante il suo percorso terreno, stando all’interpretazione del frate, non è altro che breve anticipazione della beatitudine eterna a cui verrà destinato solo al momento della 'visio Dei', poiché prima di quell’evento egli è limitato non solo dalla sofferenza e dal male a cui è esposto ma anche dalla finitezza del suo intelletto. Forte rilievo è conferito all’aspetto spirituale della povertà da perseguirsi per il cristiano: il privilegio dell’eternità sarà appannaggio perciò anche dei ricchi e dei potenti, a patto che si pratichino le virtù cristiane. Gabriella Zarri -
45. Lettera di fra’ Tommaso Caiani a Lucrezia Borgia. S.l., s.d.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi e documenti di regolari, b. 22. La lettera, introdotta da un breve cappello iniziale che ne spiega l’antefatto, risponde ancora una volta a un’esigenza espressa da Lucrezia, ossia quella del parlar «immaculata da peccati della lingua». La soluzione giunge ancora facendo esplicito appello alle Sacre Scritture e nuovamente a un Salmo, il numero 38. Il tema ricordato da fra’ Tommaso è quello della misura e discrezione della lingua, vista in contrapposizione al parlar troppo e male, frutto del cedimento morale all’irrazionalità. Il peccato della parola è, non a caso, sempre biasimato dai commentatori dei Salmi come causa del peccato originale: il serpente tentò Eva con le lusinghe verbali e per mezzo della parola a tali lusinghe Eva rispose. Un monito, questo, che indugia sulla questione, già cruciale per Lucrezia, del rifiuto della sfera materiale della vita, con tutto ciò che essa comporta, per guadagnarsi l’eternità; unica via è l’intima meditazione e la tacita accettazione che i limiti posti all’esistenza terrena fanno parte dell’ampio progetto divino, con il conseguente monito a non indulgere alle viltà della natura umana, ma farne piuttosto oggetto continuo di riflessione. Il richiamo ai peccati commessi, al timore delle fiamme dell’inferno, scenari tanto terribili da non poter neanche essere immaginati, fa il paio con la constatazione della facile corruttibilità dell’uomo e della società del tempo, cui Lucrezia, esplicito soggetto orante della preghiera che è tutta declinata al femminile, deve resistere praticando un ideale di medietas cristiana secondo una sorta di imitatio delle sofferenze del Cristo. Gabriella Zarri -
44. Lettera di fra’ Tommaso Caiani a Lucrezia Borgia. S.l., s.d.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi e documenti di regolari, b. 22. ll testo della lettera, inviata in data ignota a Lucrezia Borgia da fra’ Tommaso Caiani, risponde alla richiesta della duchessa di un conforto spirituale che, per mezzo di una lode a Dio dai caratteri di spiccata intimità, le allevi corpo e mente. Scarna di ulteriori dettagli che giovino alla contestualizzazione del momento biografico, il corpo della missiva si presenta nella forma di parafrasi del celebre Salmo 62, riportato per stralci. Il tema è quello della riconciliazione con Dio in nome della sua misericordia e la serena accettazione del futuro e incerto cammino del cristiano che alla sua onnipotenza si rimetterà per tramite della virtù del Cristo. Di particolare rilievo per le vicende della Borgia i riferimenti alla instancabile lode del fedele, nonostante la sorte avversa o lo stato di infermità, e la continua richiesta non di beni materiali, fugaci e fallaci, ma di doni celesti e carità cristiana da destinare al bene comune. Celebre per l’interpretazione proposta da Sant’Agostino nelle 'Enarrationes in Psalmos', la scelta di questo passo per Lucrezia non è casuale: il Salmo in questione è forse quello che più di tutti celebra l’amore mistico per mezzo di una preghiera totalizzante che coinvolge spirito e corpo. Gabriella Zarri -
42. Lettera di Ruzante a Alfonso I. Padova, 13 gennaio 1532.
ASMo, Cancelleria, Archivio per materie, Comici, b. unica, ora in Autografi, fasc. «Ruzante». -
41. Particolare con la zona di Belriguardo dalla Carta del Ducato Estense di Marco Antonio Pasi. 1571.
ASMo, Mappario estense, pannello M (riproduzione, ph Andrea Rossi) La delizia è collocata a sud del borgo di Voghiera, lungo il corso del fiume Sandalo che alimenta la grande peschiera evidente sul lato sinistro del disegno, circondata da filari di pioppi. È possibile riconoscere l’alta torre d’accesso, le due corti porticate a loggiato e le geometrie dei giardini, fra cui sono ancora evidenti le mura che circoscrivono il giardino segreto, i canali che li circondano, insieme a filari di alberi che accompagnano anche un lungo viale che si snoda nella campagna circostante. Annalisa Sabattini -
40. Marcantonio Pasi, Belriguardo. <fine XVI sec./inizio XVII sec.>.
ASMo, Mappario estense, Territori, n 140, Belriguardo. Nel disegno è possibile riconoscere l’ampia peschiera antistante il palazzo, alimentata dalle acque del Sandalo, e la torre merlata con l’orologio a forma di sole fattovi collocare dal duca Alfonso II nel 1562. Dall’ingresso principale si accede alla prima corte, con ambienti a doppio livello, e sul lato sinistro si notano ulteriori fabbricati accessori e di servizio, fra cui sappiamo esservi state le stalle, la barchessa e l’ambiente fatto realizzare da Alfonso II per il gioco della racchetta. Non sono riportati né la seconda corte né gli ampi giardini, dei quali resta solo un accenno negli alberi e boschetti rappresentati sul retro e sul lato destro della mappa. Sono invece dettagliatamente indicati, con i nomi dei loro proprietari, i poderi e i mulini che si snodavano nella campagna verso sud lungo il corso del Sandalo, e la motta, il rialzo artificiale corrispondente al Monte Santo. Nel documento è presente una filigrana (Briquet n. 6291: due frecce incrociate sormontate da una stella), il cui uso è documentato nella seconda metà del XVI secolo, e il monogramma dell’autore, MAP. Annalisa Sabattini -
39. Mappa di terreni tra Selvatonica, Casaglia, Vigarano e Settepolesini (Diamantina), S.d. (sec.XVI, I° metà).
ASMo, Mappario estense, Territori, n. 21, Diamantina. -
38. Registrazione della lettera di Lucrezia ad Agostino Chigi per l'acquisto di dieci bufale. 16 giugno 1517.
ASMo, Camera Ducale, Registri di contabilità generale, Memoriale, reg. n 55. -
37. Ducato di Ferrara descritto e delineato dal cosmografo Coronelli, Ferrara.
ASMo, Manoscritti della Biblioteca, Ferrara, 1714, c. 24. Questa veduta a volo d’uccello della città di Ferrara è tratta dal volume di Vincenzo Coronelli, Ducato di Ferrara descritto e delineato dal P. cosmografo Coronelli, Ferrara, 1714. Vi si osserva una città non dissimile da quella che accolse Lucrezia agli inizi del XVI secolo. Il vasto abitato è dominato dal possente castello estense e dalla mole del Duomo. A parte la cittadella eretta ai primi del Seicento da papa Paolo V, il tracciato delle mura è quello realizzato dagli Estensi all’inizio del Cinquecento che resero la ricca città padana una delle capitali meglio difese d’Italia. Alberto Palladini -
Pianta ed alzato della città di Ferrara prima pubblicata da Andrea Bolzoni incisore ferrarese nel 1747 ed ora ridotta secondo il suo stato nel presente anno 1782 da Giambattista Galli incisore riformata nell’anno 1794. Particolare del Castello estense di Ferrara.
ASMo, Mappario estense , pannello G. -
Ipotesi di restituzione delle piante degli appartamenti di Alfonso nella via Coperta (1505-1517) e di Lucrezia in Castello (1505-1506).
Immagine tratta da: A. Ballarin, M. Menegatti, I camerini di Alfonso I nella via Coperta ed in Castello. Analisi dei documenti d’archivio. Restituzione dei cantieri edilizî. Cronaca della dispersione, in Il camerino delle pitture di Alfonso I, a cura di A. Ballarin, t. IV, Cittadella (Padova), 2002, p. 183. -
36. Registro con pagamenti relativi alla decorazione delle stanze di Lucrezia Borgia nel castello estense. Ferrara, 6 dicembre 1505.
ASMo, Camera Ducale, Amministrazione della Casa, Guardaroba, n. 131. -
35. Lettera di Lucrezia Borgia ad Isabella d'Este Gonzaga. Ferrara, 27 agosto 1512.
ASMn, Archivio Gonzaga, Lettere degli Estensi ai Signori di Mantova, b. 1194. Lucrezia scrive a Isabella per perorare la causa di un cittadino ferrarese a lei molto caro, il quale aveva subito un furto ad opera di un tale che si trovava in quel tempo in territorio mantovano; la duchessa richiede, dunque, l’intervento della cognata affinché al suo suddito possa esser restituito il maltolto. Maria Veronica Palma «Illustrissima et excellentissima cognata et soror honorevolissima. Hieronymo boccalaro, citadino nostro ferrarese, mi ha facto intendere de alcune robe che a giorni passati gli furono robate et trafugate – per quanto el mi ha referito – da uno il quale de presenti si trova sul territorio di Mantua et, perch’el mi è charissimo per più respecti, desiderarei che tal robe gli fussero restituite: imperò mi è parso scrivere la presente a Vostra Signoria pregandola quanto più posso che per amor mio la gli voglii prestar quel caldo favore che ricerca il caso adciò cum celerrità il sia reintegrato dil suo, ch’ella me ni farà singular piacere. A vostra excellentia mi racomando. Ferrariæ, XXVII augusti, MDXII. cognata et soror Lucretia, Ducissa Ferrariæ» -
34. Lettera di Lucrezia Borgia ad Isabella d'Este Gonzaga. Ferrara, 2 luglio 1512.
ASMn, Archivio Gonzaga, Lettere degli Estensi ai signori di Mantova, b. 1194. Lucrezia informa Isabella dell’invio a Mantova di due contestabili estensi e le chiede di acconsentire affinché nelle loro mani siano consegnati alcuni fanti che, dopo aver ricevuto la paga, erano fuggiti trovando rifugio entro i confini del marchesato gonzaghesco; la duchessa di Ferrara si augura in questo modo di poter recuperare, se non proprio gli uomini, quanto meno il denaro. Maria Veronica Palma «Illustrissima et excellentissima Domina, cognata et soror honorevolissima. Thomaso da Napuli et Antonio da Salerno nostri contestabili vengono lie, mandati da Noi per ritrovare alcuni fanti che hano havuta la paga da Noi et poi se ne sono fugiti, et per quello ni è referto se sono reducti lie, et perché desideramo havere quelli tali, videlicet saltem li dinari che ni hano asportati, pregamo la Signoria Vostra quanto più potemo che sia contenta fare consignare dicti fanti a li predicti nostri contestabili, on farli consignare epsi nostri dinari, in che ni farà piacere singularissimo, et a lei ne raccomandamo. Ferrariæ, II iulii 1512. Lucretia, Ducissa Ferrariæ etc.» -
33. Lettera di Isabella d'Este Gonzaga a Lucrezia Borgia. Mantova, 28 gennaio 1519.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi con principi esteri, b. 1196, n. 218. «Illustrissima et excellentissima domina, cognata et soror honorandissima. Quanto affanno habbi sentito della morte del illustrissimo et reverendissimo signor cardinale de Aragona, non potrei né saperei exprimerlo, per essermi di tanto cordoglio quanto sii possibile immaginarsi, per l’amore grande gli portavamo. Se anche a vostra excellentia ne pesa et dole, quella ne ha cag<ione>, perché lei et io possemo dir haver perso uno amorevole <amico>. Pur è necessario portarni patientia, così mi sforciarò sp[..4..] ogni passione al meglio potrò, volendo il voler de nostro signore Dio. Ringratio vostra excellentia del aviso mi dà del ben stare del illustrissimo signor duca, dil che ni sento tanto piacere como del mio proprio. Raccomandomi sempre a quella. Mantuę, XXVIII ianuarii, MDXIX. Cognata et soror Isabella Marchionissa Mantuę etc.» -
32. Lettera di Isabella d'Este Gonzaga a Lucrezia Borgia. Mantova, 22 gennaio 1519.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi con principi esteri, b. 1196, n. 217. «Illustrissima et exellentissima domina, cognata et soror honorandissima. Desiderosa con tutto il potere mio satisfare a quanto mi ha scritto vostra excellentia de le cotturnie desideraria havere lo illustrissimo signor duca, mio honorandissimo fratello, subito per homini a posta mandai diligentemente ad cercarni. Sin ad hora si è stato che non si ne sono potute havere, <s>e non queste due para, quale per il cavallaro de la excellentia vostra mando. Dicono che adesso non è il tempo suo et però con faticha si sono ritrovate queste; sino ad qualche giorni (per quanto mi vien ditto) se ne incominciaranno ad pigliare, alhora se’l signor duca illustrissimo ne vorà, faremo opera per compiacerni sua excellentia; in questo meggio lei et vostra excellentia insieme mi excuserà, alla quale sempre mi raccomando. Mantuę, XXII ianuarii, MDXVIIII. Cognata et soror Isabella Marchionissa Mantuę etc.» -
31. Lettera di Isabella d'Este Gonzaga a Lucrezia Borgia. Mantova, 27 dicembre 1518.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggi con principi esteri, b. 1196, n. 216. «Illustrissima et excellentissima domina, cognata et soror honorandissima. Con mio singulare piacere ho letta la lettera de vostra signoria de xxii de questo, intende[ndo] la gionta a salvamento del illustrissimo signor duca, mio honorandissimo fratello, alla corte del Christianissimo et che da sua Maestà, da la signora Regina et da madama sia stato così ben visto et accarezato, como scrive sua signoria, cosa che non ce potria essere più grata; però con tutto il core ringratio la excellentia vostra de tale bona nova et di quanto altro gli è piaciuto significarmi per essa sua, il che mi è stato gratissimo intendere. Né altro mi occorre in resposta, se non che a vostra excellentia di core mi raccomando. Mantuę, XXVII decembris, MDXVIII. Cognata et soror Isabella marchionissa Mantuę etc.» -
Pietro Bembo, Gli Asolani di messer Pietro Bembo, impressi in Venetia, nelle case di Aldo romano, 1505 del mese di marzo. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale.
Su concessione del Ministero della Cultura - Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. E' vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo -
29. Breve di Papa Leone X indirizzato a Lucrezia Borgia, redatto da Pietro Bembo. Roma, 20 novembre 1513.
ASMo, Archivio Segreto Estense, Cancelleria, Carteggio con principi esteri, Roma, b. 1297, fasc. 2, sottofasc. 21. -
28. Inventario delle Gioie o Gioielli (1516-1519).
ASMo, Camera Ducale, Amministrazione dei Principi, n. 1139. -
27. Inventario del Guardaroba 1502-1504.
ASMo, Camera Ducale, Amministrazione dei Principi, n 1137.