Paesaggio Linguistico plurilingue bolognese

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Bologna, l'immune

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Bologna, l'immune

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La pandemia ha avuto un impatto non indifferente sulle nostre vite, così come sulle nostre realtà urbane. Il paesaggio linguistico di ogni luogo si è riempito di nuovi messaggi, regole e disposizioni. La nostra “umanità” è stata messa duramente alla prova dalla pandemia, mostrandoci tutta la fragilità che ci caratterizza in quanto esseri umani, a prescindere dalle lingue che parliamo. Del resto, in modi simili in tutto il mondo, il paesaggio linguistico delle città ha iniziato a essere costellato di cartelli e indicazioni, con l'intento di informare la cittadinanza sulle misure messe in atto a salvaguardia della salute comune. La lingua di queste comunicazioni è per lo più semplice e concisa, in modo da garantire che tutti comprendano e le nuove regole da rispettare. Parte di questa sezione sarà dedicata, quindi, all'analisi degli elementi del paesaggio linguistico top-down che i commercianti e i gestori delle attività più disparate hanno dovuto affiggere alle proprie vetrine, per contribuire alla tutela dei cittadini. La seconda parte mostrerà invece un insieme di scritte bottom-up a "tema covid" che, con iniziative partite dal basso, hanno coperto i portici bolognesi. Tutti noi, costretti all'interno delle nostre abitazioni e concentrati a leggere notizie e informazioni sulle bacheche virtuali dei social attraverso i nostri smartphone, abbiamo perso per qualche tempo il contatto con la città e il paesaggio linguistico che la caratterizza. Catarticamente, però, qualcuno ha cominciato a riappropriarsi di una realtà senza coprifuoco e senza restrizioni, in attesa di una Bologna immune, riutilizzando le bacheche reali di Bologna: i muri. Questa sezione contiene alcune immagini, segnalate con *, riprese dalle pagine Instagram @scritteignorantiabologna e @detti.non.detti che ringraziamo.