Il libero ospedale di Maggiano. La psichiatria fenomenologica di Mario Tobino
Item
Fidia Palla, Lettera 18 marzo 1932 (2)
Title
Fidia Palla, Lettera 18 marzo 1932 (2)
Rights
Archivio privato famiglia Talini
Type
Lettera
Creator
Fidia Palla
Date
18-3-1932
Description
Lettera di Fidia alla moglie, 18 marzo 1932.
Trascrizione:
Cara e amata Sandrina,
in mezzo al grano maturo, e sfavillante, di iridi, di
fiorellini bianchi e celesti, di pansè pallide e annoiate,
inconsapevole di mia triste sorte, incedevo, fidente e
tranquillo e altro non aspettavo e altro avidamente
non ricercavo insaziabilmente, che questo senso di
amore, di sublimazione della vita e delle sue belle cose.
Tutto germogliava, foglie che si moltiplicavano, …
sotto la vista, frutti che occhieggiavano insaporando
l’aria di effluvi, assieme al profumo di tanta svariata
gamma di fiori, e così, le speranze, si affermavano,
nelle vampe dei solleoni, nel lustro fulgore di tante luci
doviziose , di tanti bocci che spuntavano come speranze,
per tanto venir di vita per noi. Purtroppo, un mare
immenso di guai e male mi ha travolto, pestato e capovol-
to completamente, vita, atti e pensieri, e condizioni,
…. vile, spaurito, sfigurato e in mezzo alla
vergogna di inenarrabili tribolazioni e stenti. E di
questo sperare giusto e santo più poco rimane,
di queste dolci illusioni, tutto è stato divelto come da una bufera
un virgulto, e disperso per sempre. Giorni e giorni, e giorno
per giorno, senza disperazioni né lacrime di compassione,
un po’ per volta, come fa il fiore, che lascia andar sul vento,
le foglie appassite ad una ad una, come gemme vivide
rapite, dagli ultimi soffi repentini. Perdonami,
cara e amata sposa, mia dolcissima e fedele moglie,
io mi avvicino a te, più e più ora m’avvicino a queste
… , che sono le scuse ultime, e le quali solo scorgono
e sanno i miei sospiri e rimpianti di tutto.
Eccomi in fondo, e così coperto, ulcerato, sfiancato, e
… in ogni cosa, troverò alfine requie, e compassio-
ne lassù.
Trascrizione:
Cara e amata Sandrina,
in mezzo al grano maturo, e sfavillante, di iridi, di
fiorellini bianchi e celesti, di pansè pallide e annoiate,
inconsapevole di mia triste sorte, incedevo, fidente e
tranquillo e altro non aspettavo e altro avidamente
non ricercavo insaziabilmente, che questo senso di
amore, di sublimazione della vita e delle sue belle cose.
Tutto germogliava, foglie che si moltiplicavano, …
sotto la vista, frutti che occhieggiavano insaporando
l’aria di effluvi, assieme al profumo di tanta svariata
gamma di fiori, e così, le speranze, si affermavano,
nelle vampe dei solleoni, nel lustro fulgore di tante luci
doviziose , di tanti bocci che spuntavano come speranze,
per tanto venir di vita per noi. Purtroppo, un mare
immenso di guai e male mi ha travolto, pestato e capovol-
to completamente, vita, atti e pensieri, e condizioni,
…. vile, spaurito, sfigurato e in mezzo alla
vergogna di inenarrabili tribolazioni e stenti. E di
questo sperare giusto e santo più poco rimane,
di queste dolci illusioni, tutto è stato divelto come da una bufera
un virgulto, e disperso per sempre. Giorni e giorni, e giorno
per giorno, senza disperazioni né lacrime di compassione,
un po’ per volta, come fa il fiore, che lascia andar sul vento,
le foglie appassite ad una ad una, come gemme vivide
rapite, dagli ultimi soffi repentini. Perdonami,
cara e amata sposa, mia dolcissima e fedele moglie,
io mi avvicino a te, più e più ora m’avvicino a queste
… , che sono le scuse ultime, e le quali solo scorgono
e sanno i miei sospiri e rimpianti di tutto.
Eccomi in fondo, e così coperto, ulcerato, sfiancato, e
… in ogni cosa, troverò alfine requie, e compassio-
ne lassù.
Format
Lettera autografa di Fidia Palla, matita nera su carta a righe non intestata.