Letture criminali. Intrusioni nel Fondo Bernardi
C.2 Bernardi drammaturgo
Il rapporto con il teatro di Luigi Bernardi, benché non assiduo né continuativo, è stato tuttavia molto prolifico. I temi dei suoi testi teatrali rispecchiano una visione del mondo disincantata e amaramente lucida, con i medesimi tratti “noir” che caratterizzano la sua narrativa. Il primo incontro di Bernardi con il teatro avviene nel 2003 grazie al compositore e regista siciliano Lucio Garau, per il quale scrive Colpevole, testo che accompagna una performance di dieci minuti per quattro spettatori a volta, coinvolti come spettatori in una vicenda di sangue il cui finale resta irrisolto e dunque aperto. Dopo questo primo esperimento Bernardi scrive il suo monologo di maggior successo, La conta. Andato in scena per la prima volta nel 2005 a Bologna, con la regia di Gianfranco Rimondi (drammaturgo e regista, per anni figura di punta dell’Accademia Antoniana per attori), La conta descrive l’ossessione di un uomo per i delitti commessi in Italia durante l’arco di cinque anni, le cui notizie egli colleziona con l’animo di un certosino. Scrive Bernardi nelle note di presentazione del monologo: «Come lo scrittore protagonista del monologo, anch’io ho tenuto il conto dei delitti commessi in Italia, dal 1999 alla fine del 2003 […] In cinque anni ho pubblicato altrettanti libri che offrivano una complessa e inedita radiografia dell’Italia criminale. Quando sono giunto alla fine del quinto libro, che forse non a caso ho intitolato Il male stanco, non ne potevo proprio più». La conta conoscerà sino ad oggi tre diverse messinscene: dopo quella del 2005 ad opera di Rimondi, il testo ha avuto un nuovo allestimento nel 2008 per opera di Ortoteatro e infine uno nel 2016 da parte della compagnia Collettivo Acca. Nel 2008 Bernardi scrive poi Gaijin, una riflessione sulla solitudine a cui l’umanità è condannata nell’epoca contemporanea, che segna anche l’avvio del sodalizio con la palermitana Compagnia del tratto di Rosario Palazzolo, oggi drammaturgo di successo (Bernardi contribuirà a lanciarlo anche come narratore noir con L’ammazzatore, del 2007). Il sodalizio continuerà poi con un altro testo di ampio respiro, I tempi stanno per cambiare (2007), scritto a quattro mani con lo stesso Palazzolo: lo spettacolo, che svolge in parallelo due vicende di sapore grottesco poi destinate a congiungersi nel finale, frutterà il premio Vigata alle tre attrici e il premio Oltreparola al testo. L’ultimo allestimento teatrale a cui lo stesso Bernardi ha potuto partecipare risale al 2013, l’anno della morte: si tratta di Volevo solo ammazzarne venti messo in scena dal regista Alessio Bertoli e riproposto dallo stesso regista, in un nuovo allestimento, tre anni dopo. È l’allucinato racconto, tutto al femminile, di un odio per il resto dell’umanità che matura poco a poco (un tema ricorrente nello scrittore bolognese) e che sfocia nella strage di un gruppo di bambini in un asilo. Bernardi raccoglie i suoi monologhi teatrali in un volume inedito, che oltre alla Conta e Volevo solo ammazzarne venti, contiene anche Prigioniera, Senza luce e Solo siluri per Joe, questi due ultimi portati in scena tra il 2016 e il 2018 grazie alla cura registica di Michele Collina.
di Nicola Bonazzi