Letture criminali. Intrusioni nel Fondo Bernardi

C.3 Bernardi giornalista

Fumetti e pallottole reloaded

“Luigi Bernardi e il fumetto” è un binomio ricco di percorsi culturali, editoriali e narrativi. Rimanda alla rubrica sui fumetti “Segnali di fumo” tenuta da Bernardi su Radio Città nel 1978, a Bologna, e ai fumetti e ai manga editi dalle case editrici che ha fondato e diretto (L’isola trovata, Glénat Italia, Granata Press), alle riviste che ha ideato (“L’isola trovata”, “Orient express”, “Nova express”), a progetti con cui fece incontrare scrittori e disegnatori come Pino Cacucci e Otto Gabos, o Carlo Lucarelli e Onofrio Catacchio per dare un volto a Coliandro. In qualità di autore, il binomio si ripete con storie come Salto nel buio, sceneggiata (ma non firmata) per Roberto Baldazzini e pubblicata nel 1996 sul n. 58 di “Blue”, ispirata alla figura di Edie Sedgwick, la musa di Warhol, o come Fantomax disegnato da Catacchio (2008-2011), con cui ha adattato anche due racconti di Gaijin (2016), mentre per Carriera criminale di Clelia C. (2011) le matite sono di Grazia Lobaccaro. Queste ultime sono storie “nere”, come nelle corde di Bernardi, che hanno continuato a suonare dopo la sua morte, con il postumo Quaderni di disciplina, tra parti sequenziali narrative, illustrate e a fumetti di Gabos (2018) e con il progetto di Alliance Française di Bologna, Associazione Luigi Bernardi e Accademia di Belle Arti di Bologna, i cui studenti nel 2015 hanno adattato i racconti di Pallottole vaganti di Bernardi in storie di 4 tavole, coordinati da Gabos e Catacchio. Il libro conteneva centouno storie, fatti di criminalità ridotti alla loro essenza e resi microracconti. Centouno, paradossalmente come il celebre volume delle storie zen, anch’esse essenziali. Un distillato che da Bernardi è passato agli studenti, per storie in bianco e nero di quattro tavole, e per esempio Irene Coletto in Un uomo da niente mette in scena la vicenda del bravo padre di famiglia che a Curno (BG) va a prostitute e ne uccide una che lo minaccia di rivelare il suo segreto. Nell’adattamento stilizza le figure, dà poco spazio agli ambienti e procede soprattutto per dettagli, primi piani, in un crescendo che nell’ultima tavola fa riemergere l’uccisa, come un fantasma, assente nel testo di Bernardi.
Martina Marzadori, in Gangster, titolo ironico, racconta invece della signora Maria che a Bari rimane uccisa sul balcone da una pallottola vagante sparata tra due bande, e immagina la storia non dalla strada, ma dall’appartamento, dove Maria è una donna col nipotino, in un ambiente sereno, ed esce per ritirare il bucato, diventando sotto gli occhi del bambino una macchia rossa sulla portafinestra e una nonna che dorme per terra, fuori.
Infine, Ettore Dicorato sceglie lo humor nero per intitolare la vicenda di un cacciatore che vicino a Bologna uccide col fucile il suo consuocero e poi si suicida: Caccia al nonno. Focalizza il finale del microracconto di Bernardi (“Al funerale, tre giorni dopo, le bare dei due saranno affiancate davanti all’altare”), e in flash back ricostruisce la vicenda, raffigurando i due personaggi in montaggio alternato, mentre il prete recita il Salmo 22, “Il signore è il mio pastore”, fino all’amen finale.
Tre brevi racconti a fumetti. Tre sintetiche storie di quattro tavole che, come ogni adattamento che si rispetti, sono altrettanti sguardi e riletture della storia narrata da Bernardi nel succinto e asettico trafiletto di cronaca. Pura descrizione dei fatti raccapriccianti, e spesso privi di senso, che nel racconto per immagini prende forma, dilata delle parti mentre ne sottointende o elide delle altre, assume un tono, dall’ironico, al grottesco, al drammatico, e si articola in un montaggio di scene e sequenze che costituisce di fatto il ritmo della narrazione: il “come” che organizza e articola il “cosa”, definendo l’andamento narrativo.
Ma adattare una storia attraverso il linguaggio del fumetto significa anche trasferire tutto questo sulla pagina mediante il disegno (nel nostro caso rigorosamente in bianco e nero): il segno che aggiunge con la modulazione e il suo stile ulteriori variazioni di punto di vista nello “sguardo” dell’autore che mette letteralmente “in scena” la rilettura del testo.
Così dalla lievità quotidiana a tinte pastello di Gangster, passiamo al segno grottesco e deformante di Un uomo da niente, per poi seguire il realismo delle ampie campiture a china di Caccia al nonno. Possibili soluzioni che offrono differenti direzioni di senso, disegnano nuove prospettive di sviluppo narrativo, propongono insolite focalizzazioni. Una (o più di una) per ciascuna “pallottola vagante”.

di Enrico Fornaroli e Alberto Sebastiani